Prendersela con le vittime.
È lo sport preferito dai vili. La povertà dilaga e, invece di combattere la povertà, preferiamo combattere i poveri. Questo accade ovviamente perché siamo caduti nella trappola del privilegio. Se tutti stessero bene come noi, secondo la nostra scala balorda dei valori, noi non potremmo più considerarci migliori di qualcun altro, quindi preferiamo vivere male, ma che ci sia gente che vive peggio. A questo si aggiunge un antico meccanismo di cui siamo vittime, che i tedeschi definiscono "schadenfreude", che consiste nel godimento per le disgrazie altrui.
Ovviamente ci guardiamo bene dal combattere le cause. Da qualche parte, un barcone di migranti provenienti da uno stato dittatoriale è affondato provocando la morte di decine persone. Nei commenti della gente, non senti nessuno dire che la colpa è del governo dei dittatori senza scrupoli che affamano il popolo. Non senti nessuno dire che se si limitasse la vendita di armi nel mondo forse ci sarebbero meno guerre e quindi meno poveri. Non senti nessuno dire che se in un paese la vita non vale un cazzo, è molto facile che una moltitudine di disperati rischi la vita per fuggire. La colpa è delle forze dell'ordine, la colpa è dei migranti stessi, colpevoli di volersi salvare la vita. La colpa è di chi si trova al punto di arrivo. È sbagliato considerare il razzismo una guerra tra poveri, non sono i poveri quelli che più odiano gli ultimi arrivati, i poveri casomai li utilizzano, ne approfittano, oppure li aiutano, li trattano comunque da pari a pari. Quelli che odiano gli ultimi, sono quelli che pensano di stare bene, ma si cagano addosso all'idea di stare peggio. Negli anni passati, il bersaglio della Lega era rappresentato dai meridionali; ma molti meridionali trapiantati al nord votavano Lega, contro l'afflusso di nuovi meridionali. Lo stesso meccanismo accade per molti cinesi delle precedenti ondate, che soffrono all'arrivo di nuovi cinesi, più poveri e più dipendenti dal malaffare.
In tutto questo, la marmellata di slogan e immagini farlocche che ci circonda fa cascare molti in confusione. Quelli che si sentono direttamente minacciati dall'arrivo di nuovi poveri, immettono nell'immaginario collettivo storie fantastiche (il diverso che mangia i bambini è una storia antichissima) e, lungi dall'attribuire le responsabilità a un sistema economico mondiale, che è riuscito a mantenere l'embargo a Cuba fino a oggi ma si guarda bene dal condannare dittature ben più feroci che affamano la gente, non perché noi gli abbiamo messo l'embargo, ma per arricchire le proprie famiglie e, anzi, continua a intrattenere bellamente affari con conclamati stronzi; attribuisce invece le responsabilità della povertà agli stessi poveri. I politici non hanno ricette, è chiaro. Prendiamo la Lega, è stata al governo due decenni, vi risulta che abbia capito cosa fare? Che abbia fatto qualcosa? A parte ricette populiste che ovviamente hanno solo peggiorato le cose, cinicamente, pesiamo il dare e avere, cos'ha risolto la Lega quando era al governo, a parte fare i soldi, voglio dire. I centri di smistamento, i lager di identificazione hanno creato solo l'accumulo di masse di disperati in condizioni disumane che sono bombe a orologeria. Ma nessuna forza politica è in grado di rispondere a ondate epocali di mutamenti, che sono troppo grandi per una risposta locale. Era così evidente che la risposta non poteva che essere globale, una risposta locale sarebbe come mettere gli occhiali da sole quando un vulcano erutta lava, ma ciascuno ha pensato ai propri voti e nessuno ha pensato al problema. Perché, possiamo essere gentili e accoglienti quanto ci pare, ma non possiamo nasconderci che le immigrazioni di massa sono un fottuto problema. E non si risolve al punto di arrivo, si risolve al punto di partenza. Nel secolo scorso, dal Veneto, sono scappati oltre 3 milioni di persone. Ma non hanno smesso di emigrare finché le leggi dei paesi in cui andavano li trattavano come cani, hanno smesso di emigrare quando in Veneto le cose sono migliorate.
La politica non ha risposte, se le fa suggerire dall'economia.
Alla Grecia abbiamo detto: "Noi ti diamo i soldi, ma tu devi cambiare le tue leggi". È un precedente orrendo, che stabilisce nero su bianco che le banche decidono le leggi. Era già così, ma sentirlo ammettere fa impressione. Eppure quelle stesse banche, invece di essere usate come ricatto contro paesi dittatoriali e pericolosi, vengono invece utilizzate per ingrassare gli sfruttatori. Siamo bravi a fare i forti coi deboli eppure quanto leccavano il culo a Gheddafi i governanti di questo paese! Gli affari avanti tutto.
Il sistema economico mondiale, gestito da una manciata di furbacchioni, se ne frega se migliaia di poveri sbarcano sulle tue coste, perché sa che la tua attenzione non si concentrerà sul Sistema, si concentrerà sui dettagli, penserà che i politici contino qualcosa, in una guerra tra patrioti del menga e accoglitori ad oltranza, che terrà occupate le nostre menti annebbiate, mentre lassù si continueranno a fare affari d'oro, alla faccia dei poveri, anzi, proprio grazie a loro.
È lo sport preferito dai vili. La povertà dilaga e, invece di combattere la povertà, preferiamo combattere i poveri. Questo accade ovviamente perché siamo caduti nella trappola del privilegio. Se tutti stessero bene come noi, secondo la nostra scala balorda dei valori, noi non potremmo più considerarci migliori di qualcun altro, quindi preferiamo vivere male, ma che ci sia gente che vive peggio. A questo si aggiunge un antico meccanismo di cui siamo vittime, che i tedeschi definiscono "schadenfreude", che consiste nel godimento per le disgrazie altrui.
Ovviamente ci guardiamo bene dal combattere le cause. Da qualche parte, un barcone di migranti provenienti da uno stato dittatoriale è affondato provocando la morte di decine persone. Nei commenti della gente, non senti nessuno dire che la colpa è del governo dei dittatori senza scrupoli che affamano il popolo. Non senti nessuno dire che se si limitasse la vendita di armi nel mondo forse ci sarebbero meno guerre e quindi meno poveri. Non senti nessuno dire che se in un paese la vita non vale un cazzo, è molto facile che una moltitudine di disperati rischi la vita per fuggire. La colpa è delle forze dell'ordine, la colpa è dei migranti stessi, colpevoli di volersi salvare la vita. La colpa è di chi si trova al punto di arrivo. È sbagliato considerare il razzismo una guerra tra poveri, non sono i poveri quelli che più odiano gli ultimi arrivati, i poveri casomai li utilizzano, ne approfittano, oppure li aiutano, li trattano comunque da pari a pari. Quelli che odiano gli ultimi, sono quelli che pensano di stare bene, ma si cagano addosso all'idea di stare peggio. Negli anni passati, il bersaglio della Lega era rappresentato dai meridionali; ma molti meridionali trapiantati al nord votavano Lega, contro l'afflusso di nuovi meridionali. Lo stesso meccanismo accade per molti cinesi delle precedenti ondate, che soffrono all'arrivo di nuovi cinesi, più poveri e più dipendenti dal malaffare.
In tutto questo, la marmellata di slogan e immagini farlocche che ci circonda fa cascare molti in confusione. Quelli che si sentono direttamente minacciati dall'arrivo di nuovi poveri, immettono nell'immaginario collettivo storie fantastiche (il diverso che mangia i bambini è una storia antichissima) e, lungi dall'attribuire le responsabilità a un sistema economico mondiale, che è riuscito a mantenere l'embargo a Cuba fino a oggi ma si guarda bene dal condannare dittature ben più feroci che affamano la gente, non perché noi gli abbiamo messo l'embargo, ma per arricchire le proprie famiglie e, anzi, continua a intrattenere bellamente affari con conclamati stronzi; attribuisce invece le responsabilità della povertà agli stessi poveri. I politici non hanno ricette, è chiaro. Prendiamo la Lega, è stata al governo due decenni, vi risulta che abbia capito cosa fare? Che abbia fatto qualcosa? A parte ricette populiste che ovviamente hanno solo peggiorato le cose, cinicamente, pesiamo il dare e avere, cos'ha risolto la Lega quando era al governo, a parte fare i soldi, voglio dire. I centri di smistamento, i lager di identificazione hanno creato solo l'accumulo di masse di disperati in condizioni disumane che sono bombe a orologeria. Ma nessuna forza politica è in grado di rispondere a ondate epocali di mutamenti, che sono troppo grandi per una risposta locale. Era così evidente che la risposta non poteva che essere globale, una risposta locale sarebbe come mettere gli occhiali da sole quando un vulcano erutta lava, ma ciascuno ha pensato ai propri voti e nessuno ha pensato al problema. Perché, possiamo essere gentili e accoglienti quanto ci pare, ma non possiamo nasconderci che le immigrazioni di massa sono un fottuto problema. E non si risolve al punto di arrivo, si risolve al punto di partenza. Nel secolo scorso, dal Veneto, sono scappati oltre 3 milioni di persone. Ma non hanno smesso di emigrare finché le leggi dei paesi in cui andavano li trattavano come cani, hanno smesso di emigrare quando in Veneto le cose sono migliorate.
La politica non ha risposte, se le fa suggerire dall'economia.
Alla Grecia abbiamo detto: "Noi ti diamo i soldi, ma tu devi cambiare le tue leggi". È un precedente orrendo, che stabilisce nero su bianco che le banche decidono le leggi. Era già così, ma sentirlo ammettere fa impressione. Eppure quelle stesse banche, invece di essere usate come ricatto contro paesi dittatoriali e pericolosi, vengono invece utilizzate per ingrassare gli sfruttatori. Siamo bravi a fare i forti coi deboli eppure quanto leccavano il culo a Gheddafi i governanti di questo paese! Gli affari avanti tutto.
Il sistema economico mondiale, gestito da una manciata di furbacchioni, se ne frega se migliaia di poveri sbarcano sulle tue coste, perché sa che la tua attenzione non si concentrerà sul Sistema, si concentrerà sui dettagli, penserà che i politici contino qualcosa, in una guerra tra patrioti del menga e accoglitori ad oltranza, che terrà occupate le nostre menti annebbiate, mentre lassù si continueranno a fare affari d'oro, alla faccia dei poveri, anzi, proprio grazie a loro.
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