sabato 30 aprile 2011


Farfalle e ortiche

Avevo raccolto un mazzo di ortiche, mi aspettavo una farfalla ubriaca, pronta a posarsi e a succhiarne il nettare. La leggenda parlava di fiori e api ma la terra non offriva niente di meglio; le ortiche cominciavano a irritare la mia pelle, mi infastidivano; la farfalla si era posata sui miei capelli, era irrequieta; le mie mani cercavano di essere libere, come i suoi movimenti, il mio stomaco reclamava cibo. Mi sono sdraiato sull’erba, il sole a picco divorava la mia carne, mi sono addormentato cieco, mi sono risvegliato al buio, pronto a vivere un’altra vita; ho perso la farfalla e le ortiche continuano a irritarmi la pelle, la leggenda parlava di fiori e api, dove siano non lo so. Questa è una storia raccontata da un matto ma ho dovuto ricredermi, era l’unico che aveva ragione

Felicità e tristezza


Felicità e tristezza

Rocce corrose dalle onde che si infrangono sulla riva di una piccola spiaggia deserta. Ricordo del tuo corpo, delle mie mani che raccolgono i tuoi seni dilatati dall’acqua di mare, le tue labbra che sfiorano le mie, il tuo riso di bambina, la curiosità, il finto stupore, le promesse e i giuramenti.
E poi quella tua strana tristezza che cresce inarrestabile come l’alta marea.
Quel tuo mal di vivere, un dolore semplice ma pieno di menzogne, i tuoi sguardi furtivi, nascosti. Il sole che tramonta sui tuoi occhi come un sogno ormai appagato e irripetibile.
Un sonno profondo che ci traghetta dalla vita alla morte, nell’oscurità della notte.




lunedì 25 aprile 2011

Sound of silence - Simon and Garfunkel

Yardbirds - For Your Love (Shindig 1965) Da questo gruppo nel 68 si staccò Jimmi Page e son nati i "Led Zeppelin"

The Animals - House of the Rising Sun (1964) High ...

The Animals - House of the Rising Sun (1964) High ...

The Animals - It's My Life

JULIE DRISCOLL & BRIAN AUGER TRINITY - Save Me (1969) e il suo grande amico e tastierista mondiale. Checcus.

Julie Driscoll - Season Of The Witch (1968) una grande voce degli anni sessanta, indimenticabile. Checcus

Auschwitz - Nomadi (di Francesco Guccini) Il 25 gennaio 1945 truppe sovietiche entrarono ad Auschwitz liberando 1500 persone ultime rimaste vive del più grande massacro che la storia ricordi. Tre mesi dopo l'Italia e l'Europa furono liberate dalla vergogna mondiale. Una splendida interpretazione dei Nomadi e di Augusto Daolio, per questa indimenticabile canzone di Francesco Guccini. Checcus writer.

Steppenwolf - Born To Be Wild anche questa è libertà

PrimoMaggio07 Bella Ciao, Modena City Ramblers & Paolo Rossi

Bella Ciao!

venerdì 22 aprile 2011

Miti di un epoca


LA MORTE




La morte a vent'anni sembra irraggiungibile, si scrive sulla carne senza sentire dolore,
si rifiuta la maestosità che la circonda.

Si piange per pochi istanti, ci si consola con la dolcezza del presente.
A cent'anni si segue il suo passo etereo, si spera di toccarla,
ci si ricorda del tempo passato, la si guarda in faccia, fredda o ironica: sempre uguale.
Ciao Vittorio, hai dovuto conoscerla perché tutti conoscano te. Checcus.

martedì 19 aprile 2011


Animali

Animali ubriachi vagano senza meta mentre uomini impauriti cercano di fermare la loro pazzia.
Uomini ubriachi, senza aver bevuto, uccidono i loro simili convinti di aver ucciso animali.
Li ho visti fare festa dopo il massacro, vantarsi della loro bravura, della loro crudeltà.
C’era carne inerme, senza volto, decomposta alla luce del giorno.
Animali ubriachi vagano senza meta, fuggono dalla quotidiana follia.


lunedì 18 aprile 2011


Il Signor B.

Dopo aver piegato Governo e Parlamento alle sue voglie, il Sig. B., ormai quasi sicuro del successo della sua politica personale, si lascia andare ad alcune confidenze, a dir poco strabilianti,
per una persona che, fino al giorno prima, negava anche l’evidenza dei fatti. Lo abbiamo sentito raccontare che il processo breve potrà, sicuramente, avere un indirizzo a suo favore, nel cancellare i suoi processi in corso, ma, che diamine, lui è un capo di Governo, mica può essere giudicato per fatti avvenuti vent’anni fa, o quelli attuali nella privacy della sua casetta. E, da giudici spudoratamente comunisti, oltretutto, ai quali invece, bisognerebbe, loro sì, fare processi da Santa Inquisizione. Lo abbiamo sentito rivolgersi alle “mamme d’Italia”, che, grazie a lui, possono mandare i figli nelle scuole private e dormire sonni tranquilli; le pubbliche è meglio lasciarle perdere, troppo proletarie, insegnano libertà, giustizia, uguaglianza sociale, perfino la Storia d’Italia, ci penserà la nuova riforma scolastica già a buon punto. Abbiamo visto l’oceanica partecipazione, a Roma, al Pala congressi, di circa mille persone osannanti e che si è rivelata, più o meno, come la vecchia storia degli aerei di Mussolini; la Brambilla poveretta, ogni volta deve inventarsene di nuove, per recuperare gente da trasportare dove va il capo. Comunque, la perla più
splendida (pensavo che il puttanaio di Arcore, fosse il massimo della trasgressione), è stata la dichiarazione solenne, di essere “lesbica”, cosa che ha spiazzato perfino l’Arcigay, che adesso non sa più che pesci pigliare, salvo regalargli una tessera onoraria. Come al solito buon ultimo, l’altro ineffabile Sig. B. che di cognome fa Bossi, per non sbagliare; ormai non sa più cosa dire, si fa capire con i cenni del sigaro che mastica in continuazione, non si sa se per una questione di nervosismo o altro: se lo gira in alto ce l’ha con le sparate di Berlusconi, in basso con i clandestini.
Per il federalismo, invece, deve ancora inventare un nuovo linguaggio padano. Scusate il sarcasmo, ma, purtroppo: peggio di così!         



sabato 16 aprile 2011

una doverosa precisazione

Ogni mia poesia e scritto presente in questo ed in altri blog sono sottoposti a riproduzione riservata; possono essere usati da chiunque, purché ne venga citata la fonte. Checcus writer.

venerdì 15 aprile 2011

Oggi è il mio compleanno, grazie a Facebook non ho mai ricevuto tanti auguri come adesso. Sono 62, il tempo scorre in fretta, ma, chi mi conosce, sa che non ci faccio caso. Si può ricominciare a vivere a qualsiasi età, basta volerlo, e lo dice uno che di peripezie ne ha passate parecchie, ma che è sempre riuscito a superarle, tranne rari momenti di buio profondo. Voglio ringraziare mie figlie, con le quali ho rimesso insieme i cocci di quello che sembrava un affetto ormai perso, e che mi sostengono soprattutto moralmente, tutti gli amici che mi sono vicini e che mi hanno aiutato a superare le disgrazie fisiche che ho dovuto sopportare. L'essere continuamente impegnato
durante le ore del giorno, nel mio piccolo, con dei lavori, magari banali, mi aiuta a far trascorrere il tempo e a: vivere. Ho volutamente messo la foto di un sole all'orizzonte, per molti potrà sembrare un tramonto, per me, è l'alba, non di una nuova vita, sarei troppo presuntuoso, ma di un nuovo giorno da affrontare. Perché la vita va vissuta sempre, fino all'ultimo minuto, in prima persona: senza rimanere immobili.
Grazie a tutti.  Checcus writer

giovedì 14 aprile 2011


Orizzonte

All’inizio un rosso violento, poi un giallo delicato; l’orizzonte si spegne, osservo i fiori spogliarsi della loro luce, l’ombra del tramonto coprire ogni cosa.
Il nostro bacio sarà lungo come la notte, il tuo alito la brezza che mi fa rabbrividire; un unico immenso desiderio, delicato e prezioso, ricoprirà il cielo: illuminerà l’oscurità che accompagnerà il nostro amore.

domenica 10 aprile 2011

Era magra!


Pelle e ossa

Era magra! Pelle e ossa, camminava stancamente sopra l’acqua delle paludi, sfiorava l’erba, lisciava il fango. Era così che l’avevo sempre pensata, quando, una notte, diventai il suo letto, sporcò le mie lenzuola, cacciò il sonno, riaprì i miei occhi.
Se ne andò all’alba con fare furtivo, sfiorandomi la bocca con un bacio: non la rividi più.

giovedì 7 aprile 2011


FUGA
Lampi di luce spezzano il tuo cammino, cerchi il fuoco che brucia il tuo corpo, vuoi ritornare a nuova vita. Gli alberi curvano i loro rami, cercano di impedire la tua fuga, si erano abituati alla tua presenza; in lontananza un campanile fa sentire rintocchi di morte. Corri con affanno, vedi occhi dilatati che ti scrutano nell'erba, i tuoi pensieri volano come nuvole impazzite, ti fermi ansimando, intorno a te la vita scorre tranquilla: il campanile scandisce le ore.
 

martedì 5 aprile 2011



Nulla di nuovo tranne la solita vecchia politica


Non credo di svelare nulla di nuovo, se sostengo che l’attuale  politica  estera italiana, è ormai arrivata al capolinea ( di quella interna ormai non si sa più cosa scrivere). A poco ci conforta il fatto di essere in compagnia di altri Stati della fu Unione Europea, la cui politica estera, messa alla prova in queste ore, si può riassumere in una sola parola: fallimento.
A poco serve constatare la cecità nel continuare a trattare l’Africa come il pozzo senza fondo di riserve e materie prime per l’occidente, non ultima, sembra, la scoperta di uranio in Libia e dintorni (viva il nucleare per chi non avesse ancora capito cosa significa), dove qualunque occidentale e, perché no, anche orientale, dopo aver seduto sul trono l’idiota di turno, continua indisturbato a saccheggiare tutto quello che c’è a portata di mano, sopra e sotto terra.  Non si capisce, o non si vuole capire, che le rivolte scoppiate e propagandatesi a macchia d’olio in quei paesi, non sono solo la ribellione contro dittature ripugnanti, ma il sacrosanto diritto di godere dei benefici e delle ricchezze che quelle terre dovrebbero garantire ai loro abitanti. Stati che, come la Francia, si precipitano, assieme all’Inghilterra, per poter essere in prima fila, dopo il cessate il fuoco, per ottenere favori economici da vecchio colonialismo, o come l’Italia, smarrita, che, dalla sera alla mattina, si è vista privata del sultano amico, accolto un anno prima con tutti gli onori, la dicono lunga sulle reali capacità politiche di questi statisti dell’ultim’ora. Invece di litigare in Italia, tra italiani, in Europa tra Francesi, Inglesi, Tedeschi e ancora Italiani, a chi tocca tenere i profughi: se sono tali, o clandestini; invece di fare a gara a chi li prende a calci in culo di nascosto, sventolando la bandiera dell’umanità che non paga politicamente, lo sanno tutti egoisticamente il rischio che si corre, siamo onesti almeno una volta; cominciamo ad aiutare veramente quella gente. Andiamo a firmare trattati di cooperazione, in cui i vantaggi siano equamente distribuiti tra la popolazione, costruiamo scuole aiutandoli a istruirsi, aiutiamoli a combattere le malattie costruendo ospedali, a cercare l’acqua, bene più prezioso dell’oro, a fare in modo che riescano a procurarsi il vivere quotidiano autonomamente, soprattutto smettiamo di vendere armi, che ingrassano solo i maiali. Vedrete  che, sicuramente ci vorrà del tempo ma alla fine il problema delle grandi invasioni barbariche, sarà risolto alla radice.




lunedì 4 aprile 2011


Senza suono   

Ascolto il fruscio delle foglie, le gocce di pioggia che saltano nella polvere, il vento che agita i tuoi capelli, profumo di aranci.
A volte il silenzio si impossessa dei miei occhi, sparge lacrime amare, la mia bocca si apre senza suono, cerca la verità nascosta per tanto tempo.
La nebbia avvolge ogni cosa con il suo bianco vapore. Riprendo a camminare vagabondo senza meta.

venerdì 1 aprile 2011


Analisi politica

Da tempo sostengo che questo Governo è composto da due differenti modi di fare politica, anche se, vorrebbero far credere di agire con una sostanziale unità di comportamenti. Da una parte la componente Berlusconiana, il cui unico scopo, anziché risolvere i problemi del Paese, è tutelare gli interessi personali del Presidente del Consiglio, dall’altro la lega, ormai passata dall’antico slogan contro “Roma ladrona”, all’occupazione sistematica di tutti i posti economici chiave, nella Padania e nel resto del Paese. Il punto in comune, casomai, sta nel non sapere governare; i primi perché in altre faccende affaccendati, i secondi perché, finiti gli slogan, serviti per ottenere i voti, non solo non riescono a gestire l’ordinarietà delle cose e, questo si badi bene, vale per il governo centrale e per quello periferico ma di fronte alla prima vera crisi internazionale, calano le braghe in preda al panico. I poveri illusi che li hanno votati, credendo ai loro slogan, sicuramente di grande impatto psicologico ma volatilizzatisi nel giro di poche settimane, ora sono in affanno. Convinti che questi personaggi, glorificati e incensati da sempre, siano in grado di fare vedere la loro caratura, non dico di statisti ma più comunemente di uomini di governo che sanno fare l’interesse della Nazione, ora assistono sgomenti ai tragici silenzi, alla trasformazione dei lavori parlamentari, in occasione di insulti e scontri feroci, sul nulla, quando alle porte di casa nostra ci sono problemi enormi, da risolvere subito, con esperienza e decisione, facendo vedere che l’Italia non è quel paese ridicolo messo in vetrina in Europa e nel resto del mondo. Il problema extracomunitari, del resto, riassume molto bene quanto scritto sopra: O è stato usato a proposito per ingigantire un problema, su cui si è creato il consenso elettorale o non si è stati capaci di risolverlo per inettitudine. Del federalismo si sono perse le tracce e le regole fondamentali; si esulta per la sua approvazione dimenticando che il testo originale à stato stravolto, almeno per i leghisti, e quel che ne rimane, è passato con l’astensione benevola dell’opposizione. Dietro ai clandestini e al federalismo, purtroppo c’è il vuoto e mi dispiace per i seguaci leghisti della prima ora, anche perché ce ne sono di onesti e validi, anche tra di loro, purtroppo sono stati sopraffatti dalla folla di affaristi e qualunquisti, che fanno arrossire anche i vecchi esponenti della fu Democrazia Cristiana. C’è il vuoto politico di proposte, di programmi, di educazione, di rispetto per l’avversario politico, che si cerca di eliminare in tutti i modi, inventandosi scandali inesistenti, buoni solo per lasciare tracce sui giornali scandalistici, rovinando la persona, quando, invece chi compie veramente gli scandali, è osannato come un Dio; c’è l’appropriazione di idee altrui che si portano a conclusione con mezzi e spreco di soldi mai visti più che con bravura e volontà personale. Di Berlusconi ormai, c’è poco da dire, lui ha in mente solo una cosa: salvarsi dalla galera; tutti quelli che lo circondano, sanno che la nave sta affondando e, quindi cercano di arraffare tutto quel che è possibile, disposti a perdere la faccia pur di accedere, anche se per pochi mesi, a ricchezza e potere. Che tristezza vedere cattolici ferventi, tentare di giustificare il puttanaio di Arcore con convinzioni da veri discepoli. Dell’opposizione, che dire, il segretario del maggior partito, fa il suo onesto lavoro da vecchio politico consumato, quando dovrebbe avere il coraggio di fare emergere, sul serio, i giovani che ci sono ma scalpitano, costretti al palo, senza contare le lotte fratricide tra vecchi colonnelli, che in televisione proclamano l’unità del partito, e poi se le danno di santa ragione, creando sconcerto tra gli elettori fedeli. Ad un anno dalle elezioni amministrative, nel Comune in cui abito, c’è il silenzio assoluto da parte dell’opposizione, di qualsiasi tipo; a parte qualche timido “belato”, tutti sperano che la gente si renda conto degli errori e dell’inefficienza di chi ci governa. Ma ci vuole ben altro per convincere gli elettori, che, ormai, sembrano rassegnati alla loro sorte.