mercoledì 30 luglio 2014

Sei forte

love need

LA PACE E' PER IL MONDO QUELLO CHE IL LIEVITO E' PER LA PASTA

Foto: LA PACE E' PER IL MONDO QUELLO CHE IL LIEVITO E' PER LA PASTA

viviogni giorno...

Vivi ogni giorno come se fosse ogni giorno. Né il primo né l'ultimo. L'unico.

Pablo Neruda

Foto: Vivi ogni giorno come se fosse ogni giorno. Né il primo né l'ultimo. L'unico. 

Pablo Neruda

un'altra sosta

Un'altra sosta - Antonia Pozzi

Appoggiami la testa sulla spalla:
ch'io ti carezzi con un gesto lento,
come se la mia mano accompagnasse
una lunga, invisibile gugliata.
Non sul tuo capo solo: su ogni fronte
che dolga di tormento e di stanchezza
scendono queste mie carezze cieche,
come foglie ingiallite d'autunno
in una pozza che riflette il cielo

Foto: Un'altra sosta - Antonia Pozzi 

Appoggiami la testa sulla spalla:
 ch'io ti carezzi con un gesto lento,
 come se la mia mano accompagnasse
 una lunga, invisibile gugliata.
 Non sul tuo capo solo: su ogni fronte
 che dolga di tormento e di stanchezza
 scendono queste mie carezze cieche,
 come foglie ingiallite d'autunno
 in una pozza che riflette il cielo

martedì 29 luglio 2014

lunedì 28 luglio 2014

LA PACE: UN'ARABA FENICE










La pace: un’araba fenice

Come scrittore spesso mi sento rivolgere domande sul perché la follia sia sempre presente nei miei racconti o poesie. Il motivo è facilmente immaginabile, basta ascoltare o leggere le “News” dal mondo e si capisce che la follia ormai regna sovrana, nell’indifferenza più assoluta. Secoli fa le guerre iniziavano per motivi religiosi, economici, territoriali o razziali; ogni motivo era buono per rafforzare il potere, guadagnare soldi e ricchezze che  costituivano il vero nocciolo del loro essere. Il popolo veniva vestito con l’uniforme, mandato al fronte qualora ci fosse penuria di mercenari e utilizzato come carne da macello. Non c’era ovviamente nessun tipo di informazione come potrebbe esserci adesso ma solo la paura di disubbidire e poter essere fucilati o sterminati assieme alla famiglia. Perché questo preambolo? Perché l’uomo nei secoli, pur migliorando il suo modo di vivere materiale anziché sviluppare la civiltà e il progresso a suo favore,
con una crescita volta a portare benessere sociale, sviluppo dell’intelligenza, della conoscenza e ampliamento della cultura, non più intesa come “merce” per pochi, si è preoccupato di affiancare  ad ogni progresso scientifico, un vistoso salto indietro nel suo vivere sociale e ambientale. Lo sviluppo esponenziale della scienza, applicato alle tecnologie che ci supportano quotidianamente, ha messo in secondo piano, quando addirittura non ha relegato in soffitta, quel poco di cervello e di anima che ci indirizzava alla fratellanza, alla solidarietà e alla ricerca del bello, inteso non come inutile estetismo ma piacevole apprezzamento della vita terrena. Concentriamo tutti i nostri sforzi attorno a dei fogli di carta colorata, altrimenti chiamati soldi che sembrano essere in grado di sciogliere tutti i problemi anche i più insormontabili e impossibili che ci troviamo a dover affrontare. Con quelli si risolve tutto, dalla montagna che frana e travolge ogni cosa, all’acqua che sommerge case e terreni, all’aria sempre più avvelenata che respiriamo, fingendo di non sapere che siamo noi gli artefici del danno in nome del guadagno a ogni costo. L’etica, parola ormai sconosciuta alle nuove generazioni è stata “asfaltata” dall’egoismo, dall’avidità, dall’ignoranza nell’affrontare le difficoltà delegando ai soliti noti che ormai controllano il mondo, la loro risoluzione e trasformando in indifferenza ciò che non è utile al proprio tornaconto. Una dimostrazione attuale sono le migrazioni ormai bibliche dei popoli dell’Africa o del Medio Oriente che scappano da guerre e devastazioni, provocate, nella migliore delle ipotesi dai civilissimi bianchi che sfruttano tutto quello che c’è da sfruttare lasciando terra bruciata dove una volta popolazioni pacifiche e inermi vivevano senza problemi. Si riduce tutto a pochi slogan xenofobi quasi a volersi sfogare su quella povera gente, la cui unica colpa è di non volere morire, visto che quando nascono si ritrovano con una bara di legno già cucita addosso. Il problema semmai va risolto alla fonte dandogli la possibilità di ritornare a vivere a casa loro, costringendo le multinazionali a creare ospedali, scuole, lavoro non certo pagato pochi centesimi come ai tempi degli schiavi, visto che sono considerati tali. Prendo spunto, scusandomi, da questa mia lunga introduzione per parlare di guerra, pane ormai quotidiano nel mondo anche se ormai, l’avrete capito, considero guerra anche la lotta quotidiana di chi deve sopravvivere nella società “Civile”.
Ci sono conflitti nell’Est Europa dovuti ai confini creati finita la seconda guerra mondiale e, a seguire, nel post comunismo sovietico. Ci sono guerre più feroci nell’Africa e nel MedioOriente la più famosa delle quali è l’arabo-israeliana, al cui confronto quella dei cent’anni di antica memoria  impallidisce.
Qui si parla di un odio religioso, etnico territoriale, radicato da migliaia di anni anche se esploso abbastanza recentemente ovvero da quando gli Inglesi crearono uno Stato Ebraico ad hoc, cacciando dalla Palestina chi ci viveva pacificamente da secoli: le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. E’ un odio che difficilmente si potrà cancellare a tavolino tra le parti in causa; è un odio che va risolto a livello internazionale sempre che ce ne sia la volontà, cosa di cui dubito fortemente per i troppi interessi in gioco. Bisogna che almeno un paio di generazioni di ebrei e Palestinesi crescano apprezzando cosa vuol dire vivere senza il fucile in mano o con l’odio e l’impotenza nel cuore anche se tra questi ci sono persone che già adesso hanno voglia di pace e fratellanza. Sappiamo tutti cosa hanno subito gli ebrei il secolo scorso: “Giù il cappello e massimo rispetto, senza se e senza ma”.
Diciamo però che Israele non può avere il monopolio della terra promessa, calpestando i sacrosanti diritti di chi in quella terra ha sempre vissuto; il mondo è di tutti e tutti hanno diritto a viverci nel rispetto reciproco . Fa specie vedere il popolo ebraico trattare i palestinesi come una razza inferiore, infierire a ogni minima reazione da parte loro, trattandoli come terroristi straccioni. Fa specie vedere donne, vecchi, bambini ammazzati scientificamente col solo scopo di eliminarne il più possibile. Vedere la cieca furia di soldati estremisti che dovrebbero per contro, ricordare quanto successo al loro popolo anni orsono.
Neanche dall’altra parte comunque, ci sono scuse credibili, ricambiano l’odio alla loro maniera con tutti i mezzi possibili e immaginabili; caso mai la simpatia, se così vogliamo chiamarla, nei loro confronti è dovuta all’eterna contrapposizione tra Davide e Golia, tra la forza bruta di chi sa di avere le spalle coperte dalla politica internazionale e dall’indifferenza del mondo e da chi difende la sua famiglia e la sua terra, sapendo di non avere più nulla da perdere. Corre voce e, sicuramente sarà vero che il mare antistante Gaza e la stessa Palestina sia un enorme barile di petrolio e gas naturale, sul quale molti occhi, da tempo, si sono puntati. Questo spiegherebbe l’invasione per rendere sicura la terra di Sion, levati di mezzo gli straccioni, Israele diverrebbe la vera potenza economica/militare del Medio oriente, alla faccia dell’ONU  considerata ormai poco più di una bocciofila paesana.    
Chiudo con un’assioma che a volte leggo sui giornali e che torna sempre di attualità, ovvero:
“Qualcuno dice che la guerra è la prosecuzione della politica con mezzi diversi; di sicuro so che la pace non può essere la prosecuzione della guerra con altri mezzi né la si può ottenere solo con la violenza”.


FRANCESCO CHECCUSWRITER DANIELETTO

sabato 26 luglio 2014

deserto alda merini


Foto

Il Brenta

E poi e poi… siamo andati a Dolo, sempre con Gianni Deppieri, per vedere come la Serenissima Repubblica di Venezia ha operato per controllare l’acqua del Brenta. I sedimenti portati dal fiume interravano progressivamente la Laguna e Venezia, città senza mura, ma protetta dall’acqua, doveva assolutamente evitarlo. Così il Brenta, alla fine del XV secolo è stato deviato: dalle chiuse di Dolo verso Sambruson, Calcroci, Campagna Lupia, Bojon, Corte, Codevigo, chiamandosi Brenta Nova o Brentone. Con scarsi risultati, sembra, per l’idraulica del territorio, tanto che, dopo un secolo, venne realizzato un nuovo canale, il Taglio Nuovissimo del Brenta.
Oggi, con l’Idrovia - canale scolmatore, si sta ancora pensando di governare le acque del Brenta per proteggere non la Laguna, ma i territori: incompiuta da cinquant’anni!
Sabato 19 Luglio 2014: Salvalarte a DOLO
 (7 foto)

Libri novità 2014, da «La ragazza inglese» a «Il giorno che morì Stalin» - CULTURA

Libri novità 2014, da «La ragazza inglese» a «Il giorno che morì Stalin» - CULTURA

giovedì 24 luglio 2014

USQUE AD FINEM



ANTEPRIMA: NOTA DELL'AUTORE




IL MIO NUOVO LIBRO DI POESIE. 
DISPONIBILE NELLE EDICOLE E LIBRERIE DELLA RIVIERA DEL BRENTA O DIRETTAMENTE A:
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EURO 12

mercoledì 23 luglio 2014

"Baby squillo" e "clienti": attenti all'insana deriva di chi li accetta | Marida Lombardo Pijola

"Baby squillo" e "clienti": attenti all'insana deriva di chi li accetta | Marida Lombardo Pijola

Gaza, il gas nel mirino...

Gaza, il gas nel mirino

Manlio Dinucci - Per capire qual è uno degli obiettivi dell’attacco israeliano a Gaza bisogna andare in profondità, esattamente a 600 metri sotto il livello del mare, 30 km al largo delle sue coste. Qui, nelle acque territoriali palestinesi, c’è un grosso giacimento di gas naturale, Gaza Marine, stimato in 30 miliardi di metri cubi del valore di miliardi di dollari. Altri giacimenti di gas e petrolio, secondo una carta redatta dalla U.S. Geological Survey (agenzia del governo degli Stati uniti), si trovano sulla terraferma a Gaza e in Cisgiordania.
Nel 1999, con un accordo firmato da Yasser Arafat, l’Autorità palestinese affida lo sfruttamento di Gaza Marine a un consorzio formato da British Gas Group e Consolidated Contractors (compagnia privata palestinese), rispettivamente col 60% e il 30% delle quote, nel quale il Fondo d’investimento dell’Autorità ha una quota del 10%. Vengono perforati due pozzi, Gaza Marine-1 e Gaza Marine-2. Essi però non entrano mai in funzione, poiché sono bloccati da Israele, che pretende di avere tutto il gas a prezzi stracciati.
Tramite l’ex premier Tony Blair, inviato del «Quartetto per il Medio Oriente», viene preparato un accordo con Israele che toglie ai palestinesi i tre quarti dei futuri introiti del gas, versando la parte loro spettante in un conto internazionale controllato da Washington e Londra. Ma, subito dopo aver vinto le elezioni nel 2006, Hamas rifiuta l’accordo, definendolo un furto, e chiede una sua rinegoziazione. Nel 2007, l’attuale ministro della difesa israeliano Moshe Ya’alon avverte che «il gas non può essere estratto senza una operazione militare che sradichi il controllo di Hamas a Gaza». Nel 2008, Israele lancia l’operazione «Piombo Fuso» contro Gaza.
Nel settembre 2012 l’Autorità palestinese annuncia che, nonostante l’opposizione di Hamas, ha ripreso i negoziati sul gas con Israele. Due mesi dopo, l’ammissione della Palestina all’Onu quale «Stato osservatore non membro» rafforza la posizione dell’Autorità palestinese nei negoziati. Gaza Marine resta però bloccato, impedendo ai palestinesi di sfruttare la ricchezza naturale di cui dispongono. A questo punto l’Autorità palestinese imbocca un’altra strada.
Il 23 gennaio 2014, nell’incontro del presidente palestinese Abbas col presidente russo Putin, viene discussa la possibilità di affidare alla russa Gazprom lo sfruttamento del giacimento di gas nelle acque di Gaza. Lo annuncia l’agenzia Itar-Tass, sottolineando che Russia e Palestina intendono rafforzare la cooperazione nel settore energetico. In tale quadro, oltre allo sfruttamento del giacimento di Gaza, si prevede quello di un giacimento petrolifero nei pressi della città palestinese di Ramallah in Cisgiordania. Nella stessa zona, la società russa Technopromexport è pronta a partecipare alla costruzione di un impianto termoelettrico della potenza di 200 MW.
La formazione del nuovo governo palestinese di unità nazionale, il 2 giugno 2014, rafforza la possibilità che l’accordo tra Palestina e Russia vada in porto. Dieci giorni dopo, il 12 giugno, avviene il rapimento dei tre giovani israeliani, che vengono trovati uccisi il 30 giugno: il puntuale casus belli che innesca l’operazione «Barriera protettiva» contro Gaza.
Operazione che rientra nella strategia di Tel Aviv, mirante a impadronirsi anche delle riserve energetiche dell’intero Bacino di levante, comprese quelle palestinesi, libanesi e siriane, e in quella di Washington che, sostenendo Israele, mira al controllo dell’intero Medio Oriente, impedendo che la Russia riacquisti influenza nella regione. Una miscela esplosiva, le cui vittime sono ancora una volta i palestinesi.

Senza Soste su il manifesto

http://www.senzasoste.it/economia/gaza-il-gas-nel-mirino

lunedì 21 luglio 2014

Maela a Ca zane Martin

La mia esposizione di pittura alla villa CA' ZANE MARTIN (Sambruson di Dolo Ve)
aperta fino al 25 luglio (ingresso libero)

venerdì 11 luglio 2014

Un libro dunque

Un libro, dunque, è come riscritto in ogni epoca in cui lo si legge e ogni volta che lo si legge. E sarebbe allora il rileggere un leggere: ma un leggere inconsapevolmente carico di tutto ciò che tra una lettura e l’altra è passato su quel libro e attraverso quel libro, nella storia umana e dentro di noi.
Leonardo Sciascia
Comprimi

scrittura

“….e non è affatto retorico il pensiero che la SCRITTURA in certi momenti riesce a salvarci la vita! E” meravigliosa la possibilità di vagare nei mondi possibili, aggrappandoci ad essi come ad ancore di salvezza. Allora non temere! Se non puoi viverlo, se non sai dirlo, se non riesci ad afferrarlo, questo momento…SCRIVILO….”

Anton Vanligt, Mai troppo folle

buona serata mondo

Foto: “….e non è affatto retorico il pensiero che la SCRITTURA in certi momenti riesce a salvarci la vita! E” meravigliosa la possibilità di vagare nei mondi possibili, aggrappandoci ad essi come ad ancore di salvezza. Allora non temere! Se non puoi viverlo, se non sai dirlo, se non riesci ad afferrarlo, questo momento…SCRIVILO….”

Anton Vanligt, Mai troppo folle

buona serata mondo

sabato 5 luglio 2014

Red Cappuccet

The true story of Red Cappuccet
C'er one time a little bambin very very bell, named Red Cappuccet.
One day su mother le diss: "Red Cappuccet, go to your nonn, and port a cestin of rob da mangiar!"
Red Cappuccet go in the bosc, dov c'er a very very big famelic lup,
ilqual before s'er divorat the nonn e s'er mess in son bed.
Quand Red Cappuccet arriv in the house of son nonn and la vid, diss: "Wow nonn! Che eyes grand che you have!"
The lup rispos: "It is for look you megl, my little!"
Poi Red Cappuccet diss: "Wow! Nonn! Che big hands che you have!"
And the lup rispos: "It is for to embrace you megl, my little bambin!"
Finally Red Cappuccet diss: "Wow! Nonn! Che big bocc che you have!"
And the lup, by a ruggit: "It is for you mangiart megl, my little bambin!"
And in one boccon mang Red Cappuccet! But subit after arriv one glorious cacciator che killed the lup spaparanzated in the bed and salved the nonn and Red Cappuccet.
Qualc years after Red Cappuccet was cresciuted and divented a wonderful girl, a piece of gnocc che non have end!
One day she bumped into the very very big famelic lup,
ilqual s'er salvated and was divented a biker, c le diss:
"Hey! Red Cappuccet! Nice to meet you! Com va the life?"
"One schifezz!", rispos Red Cappuccet, piuttost hungry.
"Well - le diss the very very famelic lup (but adess famelic of another cos) - allor mont up on my motorcycle and let's go together!"
And so visser happy and pleased for tutt the life.
End of the story.
(Laura Laber)
'nGiorno, Famelic Cappuccet.
-Murpho

Oggi, Fiabe, Novelle e Favole.
Foto: The true story of Red Cappuccet 
C'er one time a little bambin very very bell, named Red Cappuccet. 
One day su mother le diss: "Red Cappuccet, go to your nonn, and port a cestin of rob da mangiar!" 
Red Cappuccet go in the bosc, dov c'er a very very big famelic lup, 
ilqual before s'er divorat the nonn e s'er mess in son bed. 
Quand Red Cappuccet arriv in the house of son nonn and la vid, diss: "Wow nonn! Che eyes grand che you have!" 
The lup rispos: "It is for look you megl, my little!" 
Poi Red Cappuccet diss: "Wow! Nonn! Che big hands che you have!" 
And the lup rispos: "It is for to embrace you megl, my little bambin!" 
Finally Red Cappuccet diss: "Wow! Nonn! Che big bocc che you have!" 
And the lup, by a ruggit: "It is for you mangiart megl, my little bambin!" 
And in one boccon mang Red Cappuccet! But subit after arriv one glorious cacciator che killed the lup spaparanzated in the bed and salved the nonn and Red Cappuccet. 
Qualc years after Red Cappuccet was cresciuted and divented a wonderful girl, a piece of gnocc che non have end! 
One day she bumped into the very very big famelic lup, 
ilqual s'er salvated and was divented a biker, c le diss: 
"Hey! Red Cappuccet! Nice to meet you! Com va the life?" 
"One schifezz!", rispos Red Cappuccet, piuttost hungry. 
"Well - le diss the very very famelic lup (but adess famelic of another cos) - allor mont up on my motorcycle and let's go together!" 
And so visser happy and pleased for tutt the life. 
End of the story.
(Laura Laber)
'nGiorno, Famelic Cappuccet.
-Murpho

Oggi, Fiabe, Novelle e Favole.

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Montesquieu - Lo Spirito delle leggi - 1777 - prima traduzione italiana
www.libriantichionline.com
Libri antichi di politica e diritto: Montesquieu - Lo Spirito delle leggi - 1777 - prima traduzione italiana





“Lo spirito delle leggi”, in cui fa un’analisi concreta dei diversi ordinamenti statali partendo non da principi astratti (morali, religiosi, filosofici), ma analizzandoli su basi concrete, cioè mette in rapporto il sistema politico con l’economia, il clima, l’ambiente che determinano la società politica. Fa quindi un’analisi empirica, cioè che per dire se una cosa è giusta o sbagliata bisogna analizzarla in modo pratico. Questo metodo è una novità, anche perché prima gli storici parlavano dei paesi in senso astratto. Montesquieu vuole fondare una scienza della società, della politica. Le leggi e i sistemi politici, secondo Montesquieu, vengono creati dagli uomini per i loro bisogni pratici e variano a seconda dei vari contesti in cui si formano.........

Può sembrare una curiosità d'antiquariato, ma è un testo alla base del nostro vivere sociale. Teorizza la separazione dei rami del potere esecutivo, legislativo e giudiziario, che - in quanto distinti - si controllano reciprocamente (check and balance), diversamente da quanto accade nella monarchia assoluta e nei regimi autoritari in cui il potere esecutivo si sviluppa a discapito del legislativo e giudiziario, che controlla. Ai principi dello Spirito delle Leggi si ispirarono i Costituenti dei nascenti Stati Uniti, nella definizione della Costituzione degli States, ancora in uso. Seguirono le
moderne liberal democrazie europee nel '900.