mercoledì 21 settembre 2011

A volte la tristezza....


A volte la tristezza si impadronisce della nostra anima, senza un motivo apparente. Ritorni indietro con i ricordi, li credi lontani, nel tempo e invece sono vicini, ancora vivi; ti chiedi perché hai caricato di aspettative le tante cose belle che hai cercato invano di fare, senza riuscirci.
Ti chiedi di chi è la colpa, non vuoi crederci, non l’accetti, ti sembra impossibile. Vorrei smettere questo gioco che sta disturbando la mia pacifica tranquillità; la voglia di combattere ritorna prepotentemente a galla, come sempre con determinazione, vuole convincere me stesso e chi mi circonda che nessun ostacolo riesce a fermarmi.
Purtroppo, il tempo passa e mi chiedo se riuscirò mai ad avere un po’ di pace, quella che ti lascia felice nell’osservare il tranquillo scorrere delle ore durante il giorno, guardare con distacco e bonaria indifferenza, chi ti circonda; mi chiedo perché non riesco mai ad avere un periodo, in cui la mia dose di felicità, quella che, in teoria, ogni persona dovrebbe avere per diritto acquisito fin dalla nascita, non sfugga con sarcasmo e ironia dal mio vivere quotidiano. A una certa età basta poco, non si hanno più particolari esigenze, il minimo necessario per sopravvivere fisicamente è più che sufficiente; l’importante è che la ragione sia sempre viva, assieme alla memoria e alla parola. In quel momento ci accorgiamo, con stupore, che tutto gira alla perfezione, come una ruota ben oliata, anzi, se ci sai fare, in molti, sicuramente più giovani, ascoltano incantati i tuoi ricordi. Ma anche questa è una bella fiaba che finisce presto, nella realtà troverai sempre qualcuno a cui non va a genio che un vecchio sia più felice di lui.  



Uomo

Corri, uomo, corri,
insegui i tuoi miraggi,
accarezza i tuoi desideri,
vivi la tua idiozia, non fermarti.
La tua mente annebbiata
proietta un film sconosciuto,
anche se visto migliaia di volte.
Vedi tramontare il sole,
svanire la luna, tremare le stelle.
Augura buona notte al mondo,
chiudi gli occhi e smetti di sognare.


Checcuswriter

giovedì 8 settembre 2011

laboratorio.ds: Francesco Danieletto si aggiudica il premio dwelli...

laboratorio.ds: Francesco Danieletto si aggiudica il premio dwelli...: E' con grande soddisfazione che annunciamo la vittoria del Primo Concorso Letterario Dwelling Book da parte di Francesco Danieletto, poeta...

Poesie con le quali ho vinto il primo concorso della Rivista letteraria dwelling book, edita a Bari

CAVALLI  BIANCHI

Non innamorarti di me questa notte, troppe le stelle nel cielo, troppi cavalli nella sabbia. Voglio correre lontano, cancellare i miei sogni, spiegare le vele di una nave che scivola nell’oceano; osservare i tuoi occhi dolcissimi che hanno turbato il mio sonno.
Mi sono innamorato di te a ogni ora del giorno, aggrappato alle mie fantasie; ti ho chiesto di portarmi lontano, nei paradisi perduti, dove il cielo e il mare racchiudono il silenzio nelle grida di gabbiani ma tu sognavi cavalli bianchi correre nella sabbia, guardavi le stelle senza capirle: sei diventata di pietra.

 
MILLE COLORI

Vorrei conservare dentro il mio cuore l’irruenza di una fontana, i mille colori della vita, vorrei farvi germogliare fiori strani, pieni di incantesimi, nati sulla neve, cresciuti sui mari, spostati dal vento. Vorrei fermare il sangue, vederlo essiccarsi al calore del sole, vorrei poter alzare una montagna, scavare una buca, riempirla con tutto il male che mi circonda; poi rimetterla al suo posto e ascoltare i battiti del mio cuore ritornare tranquilli.

SIPARIO

La nebbia scende dolcemente, affoga nel fiume, mille gocce di sudore sospese nell’aria, sollevano petali di rose, disegnano i tuoi occhi.
Osservo pesci rossi mordere la tua carne, la tua eterna ipocrisia scivolare sulla mia pelle.
Un prato verde ti attira ma l’erba ti respinge, sente il tuo odore di sesso richiamare animali affamati; stendo un lenzuolo, si chiude il sipario in un silenzio impercettibile, mentre la tua bocca si frantuma nell’aria e la nebbia nasconde il tuo corpo nella quiete della notte.





UNA DOLCEZZA PERDUTA 
Come un uomo, stanco di sé stesso, scivola nei ricordi, mi ritrovo bambino.
La quiete di quei giorni in cui ti osservavo di nascosto,
la voglia di essere grande,
il sangue che mi pulsa nelle vene.
Sfioro i tuoi lunghi capelli,
la tua pelle diafana,
sento la tua mano che scivola dolcemente sul mio viso.
Vedo quella porta aperta e poi chiusa all’improvviso, la voglia di godere una dolcezza perduta, di essere ancora bambino.
             


                        STELLA CADENTE


Hai aspettato la notte per spogliarti, cerchi raggi di luce, sei bella, vuoi essere notata, chiami  altre stelle, sorridi alla luna ma nessuno ti vuole, sei derisa; provi a illuminare un campo di grano, un fantoccio gira su se stesso spostato dal vento. Ti rivesti, la notte sta finendo; all’alba ti lasci andare, scivoli via silenziosa, una lacrima sul viso, sotto di te un ragazzo mangia un grappolo d’uva: non si è accorto di nulla.

martedì 6 settembre 2011

Gabbiani



Le onde infrangono sugli scogli ali di gabbiani impauriti,
il fuoco che ti divora scalda l’acqua, scioglie il tuo sangue,
strappa un sorriso a una lacrima.
L’oro che cercavi ti trascina nell’abisso,
non puoi più fermarlo, pesa sui tuoi trionfi,
mentre il becco di un gabbiano scava nelle viscere della preda,
fa pesare la sua vittoria.



Ishtar - Horchat Hai Caliptus

Ishtar Alabina-Last Kiss (With Lyrics)