domenica 27 febbraio 2011

Per te piccola bambina

MILLE COLORI
Vorrei conservare dentro il mio cuore l’irruenza di una fontana, i mille colori della vita, vorrei farvi germogliare fiori strani, pieni di incantesimi, nati sulla neve, cresciuti sui mari, spostati dal vento. Vorrei fermare il sangue, vederlo essiccarsi al calore del sole, vorrei poter alzare una montagna, scavare una buca, riempirla con tutto il male che mi circonda; poi rimetterla al suo posto e ascoltare i battiti del mio cuore ritornare tranquilli.



sabato 26 febbraio 2011

Il verme e la terra

Un verme è entrato nel mio giardino, lo sento scavare sotto la terra, si muove lentamente, con delicatezza, assapora quel cibo per lui così prezioso, quando viene in superficie si agita come un’anguilla, non è a suo agio, il sole lo disturba, l’acqua lo annega.
Finalmente con suo grande sollievo riesce a tornare nelle sue segrete gallerie, dove lui, che non ha occhi, si muove a suo agio; ha visto troppe cose alla luce del giorno, tanti esseri con gli occhi aperti che vagano nel buio senza sapere di esistere.

giovedì 24 febbraio 2011

Spara Daniele spara

Che tristezza sentire certe affermazioni in bocca ad un politico!
Che disgusto sentirlo trattare come criminali comuni, gente che fugge da morte e disperazione!
Lei, signor leghista, si è distinto assieme al partito che rappresenta, per la politica ad effetto, con la faccia e la coscienza tranquilla di aver assolto il suo dovere nei confronti dei suoi elettori, molti dei quali le avranno battuto le mani e la ricompenseranno alle prossime elezioni. Chissà se nell'America degli anni 20 avessero fatto la medesima cosa nei confronti dei tanti veneti fuggiti dalla miseria e dalla pellagra, quale sarebbe stata la sua reazione, ammesso che ci fosse stato un suo antenato. Vede, il lato indecoroso della sua boutade, sta nel fatto che lei non è l'uomo di strada qualunque, anche se adesso lo è diventato per davvero, ma un politico che governa e che dovrebbe farlo con saggezza e intelligenza. Quelle persone, uomini, donne, esseri umani, come li si voglia chiamare, nascono per vivere, come tutti gli altri che popolano questa terra; fatalità vuole che nel loro continente come nascono gli viene cucita addosso una bara di legno, a meno che non siano in grado
di essere sfruttati fino alla morte dai soliti civilissimi bianchi. E' umano, quindi, che fuggano da un genocidio, compiuto oltretutto da un uomo che gode di alta considerazione nella politica italiana: su tutto fa testo lo splendido baciamano, quasi papale, visto in televisione. Quando daremo dignità di vita, benessere e libertà a quella gente, stia tranquillo che non ci sarà più bisogno di respingere pericolose orde di "negri" affamati che vogliono invadere l'Italia. Staranno semplicemente a casa loro, dove hanno sempre vissuto con le loro tradizioni e i loro costumi: questo se lo ricordi bene signor leghista!

sabato 19 febbraio 2011

Politica Italiana

POLITICA ITALIANA

Ovvero, lo spettacolo indecente a cui siamo costretti assistere
quotidianamente in questo povero paese di cui, tra l’altro, quest’anno ricorre
l’anniversario. Parlare di Berlusconi  e dei suoi amori ormai è perfino patetico, come il personaggio del resto, l’unico augurio che ci si può fare è che se ne vada alla svelta, più tempo rimane, più tempo ci vorrà per rimediare.
Sicuramente se le cose gli gireranno male salirà su uno dei suoi aerei personali e si rifugerà nelle sue ville all’estero, con buona pace di tutti.
A noi, poveri fessi, rimarranno in dote i portaborse, i lecchini, gli arroganti che si facevano forti finché era al potere e tanti altri campioni della sopravvivenza politica ad ogni costo. Della Lega meglio non parlare e stendere un velo pietoso; vive di slogan ad effetto, l’unica cosa che gli è rimasta è il federalismo notevolmente annacquato ma ancora buono da far bere ai suoi fedeli. In occasione, poi, del decreto sul giorno di festa per i 150 anni dell’unità d’Italia, ha avuto un insperato spunto “politico” per gridare allo scandalo e riproporre la mai sopita secessione dall’Italia stessa. Stanno distruggendo quel poco di senso civico che faticosamente si era fatto strada negli anni passati. Ognuno è ritornato a coltivare il proprio orticello, al motto: prima mi sistemo, dopo posso anche protestare; a tutto questo si è aggiunto un totale menefreghismo nei confronti di qualsiasi regola, l’imperativo è: per essere felici bisogna fare soldi con qualsiasi mezzo! Chi non ce la fa dovrà accontentarsi di rimanere povero ed essere felice guardando gli altri che ce l’hanno fatta. Così ha detto e ripetuto per venti anni il sultano ai suoi lustrascarpe che hanno amplificato le sue parole. C’è ormai un indifferenza apatica nei confronti di tutto e tutti, un qualunquismo che spinge i più scalmanati a gridare al complotto, quando non si rispolverano, addirittura, vecchie pratiche anticomuniste degne di un medioevo ormai lontano, costringendo persone civili e educate, a rifugiarsi nel silenzio aspettando che passi la tempesta. La televisione, cult-mouvie di questo secolo, non ha neanche più bisogno di registi cinematografici, basta riprendere direttamente le scene nei talk show, i veri registi stanno dietro le quinte. Un opposizione che, giustamente, non è in grado di seguire le urla e gli insulti che costituiscono l’ordinaria dialettica politica, è costretta in un angolo, convinta che la gente, prima o poi, capirà; quando, invece, ci sarebbe bisogno di cominciare a urlare, farsi sentire in maniera civile tutti i giorni, non solo episodicamente nelle piazze, urlare lo sdegno, rifiutare situazioni in cui, per quieto vivere si china la testa, costretti a vergognarci di essere Italiani anche per tutti quelli che continuano a fare i fatti propri come se nulla fosse.      
Io vivo nel ricco Nord-Est dove sono nato e posso garantire che, propaganda
Leghista e voto di protesta a parte, non siamo fatti così. C’è un fiume sacro ai veneti e alla patria intorno al quale si cammina come sopra un grande cimitero, C’è una cultura contadina che resiste ancora con tutte le sue antiche saggezze, con i ricordi di quando, in tanti, sono partiti con la valigia di cartone e sono diventati cittadini del mondo. La nostra solidarietà è spontanea, non serve accendere l’interruttore a comando, come qualcuno, ultimo apparso nella scena politica vorrebbe far credere, preferiamo stare zitti, anche se prima o dopo, alziamo la testa per gridare, come ha giustamente detto Benigni l’altra sera:
Italiani, svegliatevi!

mercoledì 9 febbraio 2011

Spirito libero

E’ arrivata la vecchiaia, benefica e salutare nella sua saggezza, tra poco, passati i settant’anni, di che dovrei preoccuparmi?
Posso osservare il tempo, trascorrerlo con distaccata ironia, fantasticare su quale infernale congegno mi porterà verso la morte.
In quell’ora avverrà quello che ho sempre sognato: lasciare questa vita noiosa, i suoi contorni altalenanti, le sue sfumature scarsamente cromatiche, per entrare finalmente nella realtà: viaggiare nel nulla, nello spazio infinito, vero spirito libero dei miei desideri, luce e tenebre fuse insieme, senza alcun bisogno materiale da soddisfare, tranne l’eterna curiosità della conoscenza.

la vita è imperfetta perché non riusciremo mai a realizzare qualcosa di possibile per la nostra anima.”                                         

venerdì 4 febbraio 2011

Libertà

Si preannunciava una bella giornata, l’aria fresca del mattino la caricava di entusiasmo; Libertà camminava veloce per le strade quasi deserte, si stava affrettando, finalmente aveva trovato lavoro, era da tanto tempo che lo cercava e voleva fare bella figura, essere puntuale, per questo era andata a letto presto la sera prima.
Aveva la testa piena di idee, tante erano le cose che voleva fare, dire, spiegare. Arrivò in piazza ma trovò chiuso; controllò l’indirizzo: Piazza di Monte Citorio, Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Un usciere, gentile, le disse che era troppo presto, non aprivano mai prima di mezzogiorno.
“Ma io ho dei progetti da presentare, discutere.”
“Lei è nuova, immagino. Non si agiti, di solito qui non discutono di nulla. Ma se proprio ci tiene a far approvare qualche sua proposta, basta parlare con il Presidente. Se la cosa lo riguarda ne fa un caso personale e con un ordinanza firmata di suo pugno la trasforma immediatamente in legge, con buona pace di tutti.”
Libertà rimase perplessa, non erano questi i sani principi che le erano stati insegnati fin da piccola ma visto che, malgrado le proteste di qualche esagitato, tutto procedeva secondo quella logica infernale, si adeguò e imparò in fretta, tanto che cambiò nome: adesso si fa chiamare “Dittatura”.

giovedì 3 febbraio 2011

Cipolla

C’era una cipolla sopra il  tavolo, ci eravamo seduti a guardarla affascinati.

A chi sarebbe toccata?
Alla giovane donna bianca?
A quell’uomo di colore?
A quei bambini che si succhiavano le dita?
La guardammo stupiti, pensosi, ottimisti; sopra il tavolo c’era la speranza: sembrava un sogno.
Suonarono alla porta ma non c’era nessuno, ci girammo di scatto: la cipolla era sparita.