venerdì 28 ottobre 2016

Meno dibattito su Renzi, cara sinistra rimbecillita

Meno dibattito su Renzi, cara sinistra rimbecillita

vaccini

Il territorio veneto è uno dei più colpiti dagli effetti delle teorie anti-vaccino.
Ciò è stato in parte dovuto all'attività di divulgazione anti-scientifica di alcuni medici (e non) nostrani.
Nei giorni scorsi il principale di questi ha fatto pubblicamente dietrofront: goo.gl/bvKkPw

Molti di quelli che hanno scelto di non vaccinare i propri bambini, di non seguire la tabella vaccinale ministeriale o di ignorarla del tutto, l'hanno fatto in seguito alla lettura di un suo libro, alla partecipazione ad una sua conferenza, al sentito dire.
Tenete presente quanto scrive ora: "I miei pazienti sanno che, al fine delle loro decisioni, io stesso consiglio la vaccinazione in tutti i casi in cui non sussistano controindicazioni particolari (...) È noto altresì che la stragrande maggioranza dei bambini, trovandosi in buona salute, quando viene vaccinata non presenta reazioni avverse obiettivabili e quindi non evidenzia danni vaccinali".
Molte persone in varie occasioni hanno scritto in materia di vaccini attribuendomi, anche tramite…
ilfattoquotidiano.it|Di Dr. Roberto Gava

mercoledì 26 ottobre 2016

Beppe Grillo ha già vinto ma ancora non lo sa

Beppe Grillo ha già vinto ma ancora non lo sa

Marilyn Monroe: nessuna come lei davanti all'obiettivo


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Da modella a pin-up a star mondiale. Col tempo Norma Jeane diventa Marilyn Monroe, accettando persino di posare nuda. Uno scandalo che l'attrice statunitense gestì a suo…
rainews.it
"Mi han detto che questa mia generazione ormai non crede"... ma quanti anni fa e con che risultati? Dio è morto, è morto in cielo in terra e in ogni luogo... oggi è morto alle foci del Po ma tanto domani tutto sarà dimenticato... la festa continua, hanno ammazzato e arrostito il maiale dalla contentezza...

sabato 22 ottobre 2016

Una critica sincera





Di solito scrivo per un piacere mio personale ma è evidente che quando un lettore,  oltre tutto mio caro amico, mi offre un suo personale giudizio su quanto scritto e soprattutto sapendo che lui, per primo, non è abituato a dare giudizi accomodanti anche se si tratta di amici, il piacere diventa maggiore e si intuisce il giudizio  sincero. Grazie Vincenzo non sei l’unico ad avere versato una lacrima, me lo hanno detto anche altri dopo aver letto questo libro e francamente in un  periodo dove da qualsiasi parte si volga lo sguardo o, meglio ancora l’orecchio, si vedono e si sentono solo inni all’odio, un velo di ottimismo copre il mio innato pessimismo come in  tanti giudicano il mio scrivere.


Se non avessi conosciuto Francesco Danieletto avrei pensato in maniera diversa sull’incipit: “Era da parecchio tempo che accarezzavo l’idea di scrivere un romanzo”.
Avendolo conosciuto e sapendolo duro , testardo, determinato, volitivo, sono certo che quell’”idea” non solo gli ha turbato i sogni, ma non l’ha fatto nemmeno dormire sino a quando non ha scritto l’ultima parola di “Lusin” .
Un romanzo che ha il merito di puntare dritto al cuore del problema ‘’immigrazione’’, senza troppi giri di parole e mettere a nudo l’incapacità della politica a imbastire una soluzione reale, concreta, umana, e non da acqua lavata, tanto per dare una sistemata alla propria coscienza.
L’ultima fatica letteraria di Danieletto è di una attualità sferzante, concreta, viva, raccontata attraverso la ‘’fuga’’ dal loro mondo, quello armeno e quello turco, la lotta per la ‘’sopravvivenza’’, il desiderio di essere ‘’ ribelli ‘’  nella libertà, di essere ‘’ amore’’ e non  “sesso’’, di essere ‘’felici’’ in terra straniera di due ragazzi, Lusin e Daniel, sempre alle prese con le loro contraddizioni, frutto di una conflittualità caratteriale mai sopita.
Lusin si legge tutto d’un fiato, senza soluzione di continuità.
Ti trasporta in un vortice di emozioni e di sensazioni, in un rapporto di fraterna amicizia con i due protagonisti fino a farti esplodere in un ‘’nooooo!’’ di disappunto nel non aver visto coronare positivamente la loro storia e aver assistito alla tragedia che li ha investiti.
E qui il merito va tutto ascritto all’autore che, con uno stile secco e non ridondante, riesce a far vibrare i cuori e a rigarti il viso di qualche lacrima.
Del resto, come puoi non piangere di fronte a un amico che vedi distrutto da un tumore e un’amica che si suicida ‘’per un maledetto turco che finalmente era riuscito a farla felice’’?

Vincenzo Fiore
Mariotto-Bitonto
Bari

domenica 2 ottobre 2016

L’empatia: l’arte di comprendere le emozioni

Potremmo definire l’empatia come la capacità di indossare i panni degli altri, di comprendere la loro visione del mondo, il loro punto di vista
lamenteemeravigliosa.it