lunedì 30 novembre 2015

solo una scuola...


Dal caso Rozzano al falso rispetto e i falsi cristiani

PRESEPE
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Come prete mi sono sempre sentito in dovere di "ascoltare" le voci dal basso, espresse e non, quelle meno gridate, quelle degli esclusi e degli emarginati. Lontano un universo intero dagli stregoni che abusano della "buonafede" e dai fattucchieri che mestolano nel torbido dei sentimenti tribali di coscienze all'ammasso.
Come cristiano credo in quel Dio che è entrato nella storia degli uomini in maniera silenziosa e "periferica" (questo è il vero Natale!), bussando e non invadendo, e il cui luogo eminente di residenza è la coscienza delle singole persone e non le piazze delle folle. Come laico ritengo che gli spazi pubblici sono spazi degli uomini e delle donne tout-court, senza aggettivi e senza colorazioni politiche o religiose. Come politico trovo rivoltante il feticismo verniciato di cristianesimo di razzisti intolleranti e insensibili ad ogni ragione di umana convivenza.
Tutto ciò premesso (perché non venga annoverato tra gli schiamazzanti del Fascio e della Lega!), mi preme fare alcune considerazioni sulla "motivazione" che da più parti, spesso, viene addotta per cancellare tradizioni che fanno parte della nostra storia e della nostra cultura: "Rispettare l'altrui sensibilità!". Una motivazione vecchia, che oggi riguarda l'istallazione di presepi e in passato ha riguardato l'affissione dei crocifissi. Realtà, queste, che se vanno rimosse non è per via di un malinteso e/o interessato (ideologicamente) "rispetto", ma semplicemente perché non essendo "opere d'arte" né manifestazione di "cultura", come simboli religiosi male insistono in luoghi laici e pubblici.
Sarebbe bene, invece, che si riflettesse sul risvolto assurdo di questo millantato rispetto. Rispettare l'altro non significa cancellarlo, ma sapersi rapportare con esso. E considerato che si parla di scuola, struttura altamente educativa, dovremmo ricordare a noi stessi che educare ( la parola stessa lo dice: e-ducere, tirar fuori) è sempre un tirar fuori dalla prigionia del proprio narcisismo ed accompagnare all'incontro con la diversità.
Le persone sono sempre nodi di relazione, affettive e ideali; politiche, sociali e religiose. L'incontro è sempre un incontro con dei "mondi" di cui le persone sono parte. Isolarle sarebbe come sterilizzarle e l'incontro non sarebbe più "In-Contro": essere e non essere, sentirsi parte e sentirsi diverso. L'educazione all'incontro non si costruisce sul vuoto. In quel vuoto nel quale il soggetto, in un processo di cieca autoreferenzialità, diventa oggetto di se stesso. "Idiota" è il termine che identifica questo tipo di nuovo soggetto, incapace a rapportarsi con gli altri e tutto intento a girare intorno a se stesso.
Invece che costruire percorsi di comprensione del diverso lo si cancella tout-court. I bianchi non possono vedere i neri? Uccidiamoli! Gli italiani non sopportano gli immigrati? Bombardiamoli! I ricchi non sopportano i poveri? Eliminiamoli! Credevo che questa storia di nefandezze ci stesse alle spalle; invece è nostra compagna di strada. I confini che una volta delimitavano gli stati si trasformano in frontiere che umiliano gli umani. Unico valore, da tutti unanimemente riconosciuto, nel vuoto gravitazionale di questa nave spaziale senza guida e senza meta: il danaro! Sporco o intriso di sangue, è per tutti il benvenuto!
Benedetto anche da abbati e cardinali...

giovedì 26 novembre 2015

cannaregio

Percorrendo il percorso Lista di Spagna - Strada Nova toccherai molte delle bellezze che appartengono a questo sestiere che risulta essere, ancora oggi, il più popolato di…
venipedia.it

ORPO: Breve storia di tutto

ORPO: Breve storia di tutto: di Matteo Tassinari A   differenza dell'Inghilterra, dove i giovani iniziarono a identificarsi con gruppi di riferime...

mercoledì 25 novembre 2015

checcusmusik: Russia e Turchia, le tensioni in 6 punti

checcusmusik: Russia e Turchia, le tensioni in 6 punti: Russia e Turchia, le tensioni in 6 punti

Davide Tabarelli: «Russia? Vi spiego il Risiko del gas»

Davide Tabarelli: «Russia? Vi spiego il Risiko del gas»
Se qualcuno non ha mai visto cos'è la guerra in Siria prego il video è questo, forse a qualcuno passerà la voglia di dire armiamoci.
3:34/5:39
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براميل ... غارات ... قصف ... قتل ... تشريد
عشرات آلاف الأطفال لقوا مصرعهم بين قتيل وجريح إثر القصف العشوائي لطائرات النظام السوري على المناطق الآهلة بالسكان منذ بداية الثورة السورية.
...TNT barrels ,bombing raids, killing, displacing
Tens of thousands of children have been killed or wounded because of indiscriminate shelling of the Syrian regime aircraft on populated areas.
warning :+18
إنتاج : Tamer Turkmane
Tamburi... Incursioni... Bombardare... Uccidere... Rendering

Decine di migliaia di bambini sono morti e grace sta effetto tra i bombardamenti aerei casuale il sistema siriano sulle zone più facile la popolazione dall'inizio della rivoluzione siriano.

... Barili di TNT, bombardamenti, uccidendo, spostando
Decine di migliaia di bambini sono stati uccisi o feriti a causa di bombardamenti indiscriminati dell'aeromobile regime siriano su aree popolate.

Warning: + 18
Produzione: Please turkmane

Arabia Saudita: appello per la liberazione del poeta Fayadh

Arabia Saudita: appello per la liberazione del poeta Fayadh

Renzi in politica estera segua le orme di Craxi

Renzi in politica estera segua le orme di Craxi

lunedì 23 novembre 2015

Aminata Traorè

·
E' interessante reperire questa interessante intervista per quel che è .... non giustifica certo il terrorismo ma fa una spietata analisi di quelle che sono state le nostre (occidentali) responsabilità su quello che si è creato in Africa ..... un dramma immane che si sta riversando su di noi.
Un simbolo - al femminile - per tutta l'Africa. Aminata Traoré è stata ministro della Cultura del suo Paese, il Mali. Scrittrice, intellettuale, voce libera che rappresenta la società civile africana. A Radio Popolare racconta il radicalizzarsi dell'Islam in…
radiopopolare.it

Quando la morte è una lezione di umanità

GENITORI VALERIA SOLESIN









Oggi che il mondo si raggomitola su se stesso, che si chiude e inalbera una corazza a difesa dei suoi valori e della sua gente, che blinda frontiere e restringe passaggi, oggi c'è un uomo che a questo mondo dà una lezione di umanità commovente. È un uomo normale, o almeno lo era fino a 10 giorni fa: aveva un lavoro, una casa, una moglie, una figlia. Al mattino si alzava, afferrava gli occhiali dal comodino, si beveva un caffè, andava in ufficio, ci stava fino a sera poi, dopo un adeguato numero di ore, compiva il percorso inverso e tornava a casa, si levava gli occhiali e si addormentava nella rassicurante certezza della sua tranquilla quotidianità. Una notte però quella sua pacifica routine è stata scombinata, irrimediabilmente, da un gruppo di senza dio che in nome di dio gli hanno ammazzato la figlia. Che aveva 28 anni, questa figlia, ed era bella e anche buona: una di quelle che la gente te le invidia. E ora che la gente pensa di non avere più nulla da invidiargli lui, quest'uomo normale, si infila di nuovo gli occhiali e, senza nemmeno aver bisogno di un pulpito e di un pubblico, mette insieme la più grande lezione di umanità di cui io abbia memoria.
Alberto, questo è il nome nome normale di un uomo inconsapevolmente eccezionale, seppellirà sua figlia, e lo farà con dolore, rimpianto, angoscia e (immagino) un senso di perdita che solo un genitore che lo ha provato prima di lui, può comprendere. Ma lo farà senza quella rabbia e quel folle terrore che leggo nelle dichiarazioni di chi al Bataclan ha perduto solo l'idea di tranquillità in cui si cullava.
Nei giorni in cui il mondo annuncia la Terza Guerra Mondiale e si prepara a inondare di sangue i suoi quattro angoli, lui piano piano, senza alzare la voce, senza versare una pubblica lacrima (che non so immaginare quante ne stia versando nella violata tranquillità della sua casa) spiega al mondo che la pace è possibile. Lo spiega a capi di Stato e fanatici fiancheggiatori del terrore: quelli che tentano di giustificare stragi e omicidi in nome di altre stragi e altri omicidi patiti. Come se l'uomo non potesse vivere altrimenti che seguendo il Vecchio Testamento e la sua sanguinaria legge dell'occhio per occhio.
Al funerale civile, non laico - ci tiene a precisare - ogni preghiera, ogni benedizione, ogni lacrima sarà accolta. Anche quelle di un Imam. E, scusatemi, ma io mi alzo in piedi e abbasso gli occhi. Perché io stessa, che vivo con la parola "pace" a fior di labbra, riconosco che, davanti a uno strazio simile a quello che accompagna la nuova quotidianità di quest'uomo, sarei furiosa.
Lo guardo bene, allora, cerco nei suoi occhi l'umanissimo furore che aspetta di azzannare gli assassini: continuo a trovare pace. Dolore, certo, ma pace. Vorrei chiedergli come fa, come riesca a mantenere inalterata la sua civiltà, come riesca a non chiudersi in un guscio di rabbia e frustrazione, come possa naturalmente aprirsi a quella diversità che oggi spaventa tanti, quasi tutti.
Vorrei che, passati i giorni del dolore che annichilisce, Alberto venisse invitato nelle scuole (almeno in quelle del mio Paese): che magari, più del racconto del movimento per i diritti civili o della lotta non violenta di Gandhi, ai ragazzi servirebbe ascoltare la voce di un uomo fatto di carne e sangue che è riuscito a invocare la pace sulla bara di sua figlia. Un uomo che riconosce la liceità di ogni fede, di ogni dio, anche di quello che pregavano gli assassini di sua figlia. Un uomo che insegna che la rabbia e il rancore non servono a fare del mondo un posto migliore. Un uomo che, per la miseria, ha perso il suo bene più grande, che non ha fatto nulla per patire questa perdita, che avrebbe tutte le ragioni del mondo per inalberarsi in un grumo di revanscismo razzista, e invece no: si infila gli occhiali e consegna a chi lo ascolta sillabe di amore, accoglienza e rispetto.
Vorrei che ogni politico che oggi si arma, di droni intelligenti o di parole infuocate, si fermasse a riflettere, almeno un po', sul messaggio che gli ha recapitato quest'uomo normale. Che non fa proclami, non si siede in cattedra, eppure tiene una lezione indimenticabile sul potenziale dell'umanità. Io lo ringrazio, con tutto il mio cuore, il signor Alberto. Mi ha fatta sentire una pulce di ipocrisia e banalità. E sono felice di sentirmi così piccola, così perfettibile, così misera: solo in questo modo potrò migliorare me stessa e sperare, un giorno, di avere nel cuore quello stesso rispetto per l'altro che fa di un uomo normale un grande uomo.

domenica 15 novembre 2015

Per ora è una guerra persa: impariamo a difenderci

Per ora è una guerra persa: impariamo a difenderci

Questa guerra...


"Questa guerra è in corso, non c'è dubbio: ci piaccia o meno. E va combattuta. Non si può stare a guardare, inermi.
Ma per vincerla dobbiamo avere chiaro chi è il nemico. Questa guerra non è tra l'Islam e noi ma è stata dichiarata da alcuni musulmani contro altri musulmani e contro di noi. Non è una guerra tra civiltà.
E' una guerra che passa all'interno delle civiltà. O, semmai, è una guerra tra la civiltà e l'inciviltà.
Che la civiltà può e deve vincere."

Stefano Allievi


Chiediamoci sempre da chi questi "guerrieri" comperano le armi, a chi vendono il petrolio per finanziarsi, con chi stringono accordi economici quasi sempre, destinati a rimanere anonimi.
Quanto peso possa avere una religione e non solo una, nell'esercizio di guerre più o meno sante e   quanto peso può avere indifferenza, superficialità, populismo, nelle persone che si nutrono di intolleranza e che alimentano l'odio con altro odio, in un moto perpetuo, accettato e consolidato da tutti.
La verità assoluta non esiste, giustificare le proprie azioni portando ad esempio quelle degli altri, genera un mostro impossibile da governare ma forse è proprio questo che vogliamo: nascondere le nostre debolezze.

Checcuswriter
15 Novembre 2015

sabato 14 novembre 2015

Per par condicio

Il più grande genocidio della storia contemporanea è stato commesso in Ruanda, nel 1994, parliamo di 800.000 morti in un massacro perpetrato dagli Hutu, di fede cattolica. Il Vaticano, ovviamente, trasferì i sacerdoti criminali in Europa, per proteggerli. Fra questi padre Athanase Seromba che fece demolire con le ruspe la sua chiesa in cui aveva appena rinchiuso 2.000 persone promettendo loro rifugio. Dopo la strage i monaci cattolici lo aiutarono a fuggire, cambiò nome, e se ne venne a fare il prete a Firenze.
Poi abbiamo l'Uganda, dove l’Esercito di Resistenza del Signore, guerriglieri ultra-cattolici, hanno ucciso circa 20.000 persone. Sono stati accusati di crimini contro l’umanità, massacri, rapimenti, mutilazioni, torture, stupri e messa in schiavitù a fini sessuali. Anche in centro Africa I massacri per mano dei cristiani contro le minoranze islamiche sono numerosi, uno su tutti quello attualmente in corso degli anti-Balaka, ma non è certo una novità, basti pensare alle stragi dei Cristiani Maroniti ai danni dei musulmani palestinesi e libanesi a Karantina (1.500 vittime civili) o a Tel al-Zaatar (3.000 vittime civili), così come il noto massacro di Sabra e Shatila in cui furono torturati, stuprati e uccisi dalla milizia cristiana 3.500 civili rifugiati palestinesi. Ci sono molte foto dei cattolici che brandivano crocifissi durante il massacro. Ricorderete poi tutti Anders Behring Breivik che nel 2011 uccise 77 persone, autoproclamandosi “salvatore del Cristianesimo”. E rammentate Eric Robert Rudolph? Membro del movimento ultracattolico Christian Identity, fece un attentato alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996 con 111 feriti ed un morto, mise
tre bombe in altrettante cliniche per aborti nel 1997, un'altra in un bar per lesbiche. Notevole anche Scott Roeder, che nel 2009 uccise George Tiller, medico abortista, addirittura durante la funzione religiosa della domenica. Stessa sorte toccò al medico Bayard Britton ucciso dall’estremista cristiano Reverendo Paul Jennings Hill, anche se il più noto in questo campo è James Charles Kopp, un vero serial killer di medici abortisti. Tutti più o meno legati al movimento terroristico cristiano “Army of God”. E niente, mi stavo chiedendo:
A) dove posso trovare un libro di Oriana Fallaci sull'argomento.
B) se non sarebbe il caso di espellere tutti i cattolici dall'Italia.
C) perché non ve ne andate affanculo. (Miriam Paradisi)

giovedì 5 novembre 2015

"L'attico di Bertone è la regola, non l'eccezione"

Gli sperperi della Curia sostenuti utilizzando i fondi destinati ai bisognosi. I fasti dei cardinali a canone zero, con residenze immense nel centro di Roma riservate a…
huffingtonpost.it