mercoledì 30 maggio 2012

Quelli che... hanno bisogno di un abbraccio forte, forte.




Questa poesia, perché solo così si può chiamare, è stata postata su Facebook da una mia amica che vive a Reggio nell’Emilia, quindi a pochi chilometri dall’epicentro del sisma; non so se sia stata lei a scriverla ma rispecchia fedelmente lo spirito e la voglia di riscatto di questa gente e, dialetto a parte, oltretutto è abbastanza comprensibile, fa anche un po’ sorridere. Auguro a tutti gli Emiliani una pronta riscossa da questa tragedia: l’Italia e tutti gli italiani vi sono vicini.   





Quelli che:“vacca ragàz moc’bròt lavòr, anche se mi ha svegliato mia moglie perché io non m’ero accorto di niente. Mè a tireva avanti a spiguzér!’’.
Quelli che “sabèt a un zèrt punt a gh’ èra un vèint che mè a iò pinsè subèt teimp da teremòt!”.
Quelli che “a cherdìva d’avergh un camion dal spurgo impiè sàta cà”.
Quelli che “a parìva d’eser inzèma al Tagadà ai Baracòun!”.
Quelli che “al me càn l’iv...a... sintì tòt mez’ora prèma: el bèsti el ghàn na sensibiltè…”. Quelli che “sèint mo chè ca balàm ancàra…quast ché l’è minim un quàter virgola trii ed magnitudo”.
Quelli che “moxa diit?! Quast ché a srà minim minim un zìnc e du in dla schèla Richter!”.
Quelli che “il sussultorio è lofi un bel po’, ma l’ondulatorio l’è dimàndi pèz!”.
Quelli che “mi ricordo quando ha tirato nel ’72… ziocà se abiàm balàto! Credevo che ci fosse della maràia sotto al letto!”.
Quelli che “a Modena siam fortunati perché sotto ciabiàm l’acqua”.
Quelli che invece “sotto ciabiàm la sabbia”.
Quelli che invece sotto “ciabiàm un cimitero pellerossa maledetto”.
Quelli che “mo chissà che cosa ciabiàmo…”.
Quelli che “l’unico lavoro da fare in quei casi qui è mettersi sotto al muro portante” e quelli che hanno l’open space e il muro portante non lo trovano.
Quelli che “comunque nella bassa ciànno ‘na grinta che si tirano su in cinque minuti, a t’al dègh mè!”.
Quelli che “mo boia d’un mànd lèder c’at gnèsa n’azidèint al teràmòt… an psìva menga tirèr a Montecitorio invece che a Finèl o a Miràndla?”.
Quelli che “chissà adèsa al parmigiano sàl gnarà a custèr…”.
Quelli che “comunque al s’era capì che la Notte Bianca la porta sfiga”.
Quelli che “più che la Notte Bianca le mèi dir la Notte Maya”.
Quelli che “bèmo ragàz, asrà la sugestiòun mo da quando c’è stato il terremoto tòt el voltic’am mèt a séder inzèma al water am pèr d’ èser in berca:am bàla la tèra sàta i pè!”.

Quelli che a partire dalle 4.04 della notte tra sabato 19 e domenica 20 maggio 2012 hanno una crepa e un mucchietto di macerie nel cuore: tutti quanti noi emiliani.

Quel Montezemolo partigiano dimenticato - CULTURA

Quel Montezemolo partigiano dimenticato - CULTURA

lunedì 28 maggio 2012

lunedì 21 maggio 2012





"Venne infine un tempo in cui tutto ciò che gli uomini avevano considerato come inalienabile divenne oggetto di scambio, di traffico, e poteva essere alienato; il tempo in cui quelle stesse cose che fino allora erano state comunicate ma mai barattate, donate ma mai vendute, acquisite ma mai acquistate – virtù, amore, opinione, scienza, coscienza, ecc. – tutto divenne commercio. È il tempo della corruzione generale, della venalità universale, o, per parlare in termini di economia politica, il tempo in cui ogni realtà, morale e fisica, divenuta valore venale, viene portata al mercato per essere apprezzata al suo giusto valore".
(K. Marx, "Miseria della filosofia")

Addio a Robin Gibb dei Bee Gees - CRONACA

Addio a Robin Gibb dei Bee Gees - CRONACA

domenica 20 maggio 2012

Avevo 16 anni. E non ne avrò 17 – Il Fatto Quotidiano

Avevo 16 anni. E non ne avrò 17 – Il Fatto Quotidiano

Anarchici? Bah! – Il Fatto Quotidiano

Anarchici? Bah! – Il Fatto Quotidiano

una rosa rossa solo per te



Per i genitori di Melissa. 
FUNERAL BLUES di W. H. Auden


BLUES IN MEMORIA


Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforte, e tra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.

Incrocino aeroplani lamentosi lassù
e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano guanti di tela nera.

Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l'amore fosse eterno: e avevo torto.

Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco;
perché ormai più nulla può giovare.


(Traduzione di Gilberto Forti)

Tante ipotesi anche le più terribili ...









Che sia un attentato anomalo , lo si capisce al volo, da tante troppe circostanze. Le congetture alimentate dallo sdegno e dalla reazione emotiva di tutti noi, portano a ipotesi più o meno fantasiose. Mafia?, Terrorismo italiano, internazionale? Criminalità organizzata? Fino a quella più inquietante e suggestiva, anche se non meno spendibile, terrorismo di stato: la vecchia teoria degli opposti estremismi, del terrore usato come funzione stabilizzante in una situazione politica caotica e fluida come lo è quella italiana attuale. Mi auguro di no, mi auguro che sia solo una brutta ipotesi dettata dall'irrazionalità per non saper dare spiegazioni convincenti a tutti noi, sarebbe solo l'inizio; per chi ha la mia età è un ricordo che brucia ancora, iniziato nel lontano 1969 "Strage di Piazza Fontana, Milano". Se 43 anni fa, la società di allora, molto più sodale e attenta nell'analisi dei fatti seppe reagire con forza mobilitandosi tutta, adesso c'è molto meno voglia e coraggio. Vedo molte reazioni emotive, compresa la mia, che certo non si sarebbe mai aspettato di vedere uno squallore degno dei macellai di guerre a noi lontane; non vorrei che tutto questo terminasse un'ora dopo i funerali o peggio ancora che generasse una paura incontrollata pronta a fare chinare la testa e cucire la bocca a troppi, per quieto vivere. Non sarò certo io a lanciare stupidi proclami, come qualcuno sta già facendo; lasciamo alla polizia e a chi di pertinenza, compiere gli accertamenti del caso ma non abbassiamo la guardia, guai se i sospetti dovessero diventare realtà e farci trovare impreparati. Allora, dopo, tutto potrebbe precipitare.

sabato 19 maggio 2012

Destabilizzare per stabilizzare



Il vero volto della mafia e della criminalità organizzata che soffoca l'Italia











La mafia teme piú la scuola della giustizia. L'istruzione toglie erba sotto i piedi della cultura mafiosa.
(A. Caponnetto)

Per chi non ne fosse ancora convinto, la cultura, figlia dell'intelligenza e dell'umanità, se applicata e insegnata in giovane età è la più grande maestra contro: ignoranza, razzismo e negazione della libertà di ogni popolo. La mafia in questo caso è la somma di tutte e tre le componenti sopra citate, usa questi mezzi per intimidire nascondendosi vigliaccamente alla reazione della società, nella quale i suoi componenti si mescolano indisturbati e magari applauditi quali politici eletti democraticamente dal popolo. Solo partendo dal basso, dai giovani, insegnando loro il rispetto delle istituzioni, non certo quelle ormai logore ma quelle vere, quelle che sono ancora il vero collante di un popolo: dignità, uguaglianza, tolleranza e lotta a qualsiasi forma di terrorismo, vera negazione di ogni libertà umana. Non si fa una rivoluzione cambiando, solo, le facce di chi ci governa ma con il costante controllo delle promesse e del lavoro fatto. Delegare a terzi il nostro futuro e special modo quello dei giovani, per continuare a coltivare ognuno il proprio orticello, significa dover scendere in piazza quando ci si accorge che è troppo tardi per rimediare, ovvero sempre più spesso visto il degrado politico a cui la società italiana è sempre più sottoposta.

Checcuswriter

Brindisi, una scia di avvertimenti - ATTUALITA

Brindisi, una scia di avvertimenti - ATTUALITA

Brindisi, quando la scuola e i giovani fanno paura - ATTUALITA

Brindisi, quando la scuola e i giovani fanno paura - ATTUALITA

Grembiule: una mia vecchia poesia molto surreale

Grembiule

Quel giorno a pranzo 
 mi hai stupito, 
 indossavi un grembiule 
 senza niente sotto; 
 non sapevo se mi 
 eccitava di più quel 
 tuo strano vestire o 
 il prosciutto e melone 
 servito in tavola, 
 strani scherzi d’estate, 
 però simpatici; 
 non sapevo come uscirne 
 ma ci pensò il giardiniere, 
 ti chiamò per controllare 
 delle rose, almeno spero e 
 al tuo ritorno non c’era 
 più niente sul tavolo, 
 comunque il melone era buono 
 e anche il prosciutto. 

 checcuswriter 

Copyright 19 Maggio 2012

giovedì 17 maggio 2012

Chirurgia, largo al pene - ATTUALITA

Chirurgia, largo al pene - ATTUALITA

Addio a Donna Summer - ATTUALITA

Addio a Donna Summer - ATTUALITA

L’omertà di una birra – Il Fatto Quotidiano

L’omertà di una birra – Il Fatto Quotidiano

Gay, pregiudizio malato - ATTUALITA


DENTITÀ DI GENERE

Gay, pregiudizio malato

Il 17 maggio 1990, l'Oms ha sancito che l'omosessualità non è una patologia. Ma c'è chi prova a curarla.

di Fabio Dalmasso
Una volta era considerata una patologia, un disturbo, un vizio. Poi, il 17 maggio 1990, l'Organizzazione mondiale della sanità eliminò ufficialmente l'omosessualità dalla lista delle malattie mentali. E in quella data, dal 2007, si celebra in tutta Europa la Giornata internazionale contro l'omofobia.
Eppure, la questione non si può certo dire risolta: sono ancora in tanti, in Italia e all'estero, a pensare che gay e lesbiche possano essere 'curati', che basti una terapia per riportarli sulla 'retta via' dell'orientamento etero.
UNA MALATTIA DA CURARE. Uno dei più convinti sostenitori di questa teoria è stato lo psichiatra americano Robert Spitzer, famoso per uno studio che considerava l'omosessualità una malattia dalla quale si poteva guarire.
La controversa ricerca fece la sua prima comparsa nel 2001 e venne pubblicata due anni dopo dalla rivista Archives of Sexual Behavior ufficializzando quella che veniva definita «terapia riparativa», una cura che avrebbe guarito gay e lesbiche dalla loro omosessualità.
Lo studio, intitolato Possono alcuni uomini gay e alcune lesbiche modificare il loro orientamento sessuale?, si basa sul contributo di 200 partecipanti che raccontano il loro passaggio dall’orientamento omosessuale a quello etero grazie a una psicoterapia che avrebbe migliorato significativamente la loro salute emotiva.
Il 25 aprile 2012, però, Spitzer ha ritrattato i risultati raggiunti chiedendo ufficialmente scusa ai suoi pazienti e a tutta la comunità Lgbt (Lesbiche, gay, bisessuali e transgender). Il difetto principale dell'analisi, ammette ora lo psichiatra, è che non c’era modo di giudicare la credibilità dei racconti soggettivi sul cambio dell’orientamento sessuale. 

Gruppo Lot: «La verità è che non si è omosessuali ma eterosessuali latenti»

Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay, ha salutato con soddisfazione la smentita di Spitzer ricordando che già l’Organizzazione mondiale della sanità e, in Italia, l’ordine dei medici della Lombardia, del Lazio e il presidente dell’Ordine degli psichiatri italiani avessero contestato qualunque tentativo di convertire gay in eterosessuali e viceversa.
«Non si cura quella che non è una malattia», ha detto Patanè sottolineando la pericolosità delle “terapie riparative”.
Nonostante il dietrofront autorevole, però, la convinzione non sembra scomparsa del tutto e continua ad avere diversi sostenitori, anche in Italia.
UNA NATURA DATA DAL CREATORE. L’associazione cattolica Obiettivo Chaire, per esempio, si batte da anni per «ribadire l’esistenza di una natura “data” dal creatore e quindi di un genere maschile e di uno femminile», convinta di poter «rispondere alla richiesta di aiuto pervenuta da molte persone, giovani e meno giovani, feriti nella propria identità sessuale, in particolare per tendenze di natura omosessuale»
Non da meno è il Gruppo Lot, che senza remore afferma: «La verità è che non si è omosessuali, ma eterosessuali latenti. Far uscire la nostra vera identità maschile è possibile».
Patanè non esita a definire veri e propri «truffatori» coloro che ingannano gli omosessuali sottoponendoli a presunte cure, come lo psicologo statunitense Jospeh Nicolosi, tra i fondatori ed ex presidente della National Association for Research and Therapy of Homosexuality(Narth), la più grande organizzazione che si batte per il diritto dei gay «di sviluppare il loro potenziale eterosessuale diminuendo la loro omosessualità».
SCIENZA CONFUSA CON LA RELIGIONE. Nicolosi «confonde nei suoi testi scienza e religione puntando sul senso di colpa che la cultura, specialmente cattolica, instilla nell’omosessuale e nei suoi familiari», sottolinea Patanè evidenziando come i suoi studi siano stati ampliamente sconfessati dalla comunità scientifica.
Secondo il presidente di ArciGay, lo psicologo non ha mai «curato» o convertito alcun gay: ha solo «costretto» alcuni omosessuali a reprimere i propri desideri e condurre una vita casta: «Sono facilmente immaginabili i danni psicologici, la depressione e il ritardo nel raggiungimento di una sana serenità sessuale che hanno provocato le sue conversioni tra preghiere e allenamenti in sport “maschili”».
Negli Stati Uniti sono già attivi, da alcuni anni, gruppi di persone che hanno provato a sottoporsi a questi trattamenti e ne sono usciti con la vita distrutta e hanno denunciato chi prosegue con queste discutibili cure: «Spero che riusciremo ad arrivarci anche noi» conclude Patanè.
Giovedì, 17 maggio 2012

Volenti o nolenti, questa società vive di sesso ma non lo vive in maniera "normale", pacata. Lo soffre quando manca, quando è costretta a reprimerlo, quando lo fa per eccesso senza controllo. Insomma è alla base di tutto, non perché debba essere presente a ogni minuto/secondo della nostra vita ma perché ne costituisce l'equilibrio fisico, mentale. Cercare di dargli un ordine forzando le cose è, tuttavia, un modo estremamente sbagliato di risolvere il problema, non lo risolve l'eterosessuale che cerca a tutti i costi il rapporto fisico, non lo risolve l'omosessuale nella stessa identica maniera. Ovvio che il giusto equilibrio lo ottiene chi vivendo assieme a un compagna, ha, di fatto, risolto il problema fisico dell'atto sessuale stesso, anche se qui bisognerebbe aprire una parentesi sul trattamento riservato dall'uomo alla donna, intesa come puro soggetto fisico. Nel campo Gay invece, si tratti al femminile o maschile, si tende, da parte della società, a metter in risalto solo l'aspetto sessuale, si parla di loro e subito si pensa a chissà quali aberrazioni, a quali spaventosi peccati possano commettere tra di loro. Provate considerarli come persone dotate di un 'intelligenza, una propria personalità, sensibilità, voglia di amore spirituale, provate a ricordare come nei tempi passati fossero oggetto di pesanti battute e barzellette da caserma. Ecco la questione è tutta in queste piccole differenze, non tanto sul fatto del loro diverso modo di fare sesso, o di raggiungere l'orgasmo, ogni uno ha diritto a trovare/provare piacere secondo i suoi gusti personali, senza nessuna intromissione da parte di terzi, che dire allora di chi, pur vantandosi della sua eterosessualità, predilige i rapporti sado-maso, orgiastici o estremi; dobbiamo considerare  normali quelle persone oppure malate, come lo sono realmente perché assolutamente non in grado di controllare i loro impulsi. Ecco mi piacerebbe che ciascun lettore facesse una riflessione su quanto scritto. L'unico appunto che mi sento di rivolgere alla comunità Gay è che trovo inutili e poco favorevoli alla loro causa, quelle adunate folcloristiche in cui si eccede nella provocazione quasi carnevalesca con baci o altri ammiccamenti quasi a voler sottolineare la loro diversità: cercate di avere dei comportamenti che siano uguali a quelli di tutti gli altri "normali" dovete fare accettare la vostra diversità solo nella sfera sessuale, per il resto avete diritto di cittadinanza dappertutto.
CheccusWriter

17 Maggio 2012

Dukan radiato dall’Ordine dei medici. “Non ha rispettato il codice etico” – Il Fatto Quotidiano

Dukan radiato dall’Ordine dei medici. “Non ha rispettato il codice etico” – Il Fatto Quotidiano

giovedì 10 maggio 2012

L'alternativa a Grillo c'è, è Barozzi il ladro gentile - ATTUALITA

L'alternativa a Grillo c'è, è Barozzi il ladro gentile - ATTUALITA

Invalidità civile

segui quotidianosanita.it Share stampa Invalidità civile. Cittadinanzattiva: “Aumentano ostacoli per accedere a indennità economiche” L’associazione è intervenuta ieri in audizione presso la commissione lavoro e Igiene e Sanità del Senato. “Le nuove procedure di accertamento – ha denunciato – sono fonte di costi e di ricorsi, anziché una facilitazione”. I dati Inps sui falsi invalidi “smentiti anche dalla Corte dei Conti”. 09 MAG - “Le nuove procedure di accertamento dell’invalidità varate dall’Inps, in vigore dal 2010, continuano a rappresentare un ostacolo per tutti i cittadini che vorrebbero legittimamente accedere alle indennità economiche. A molti mesi dalle nostre prime denuncie, nessuna inversione di tendenza da parte dell’Istituto, che sembra sordo alle richieste di vera semplificazione, trasparenza, rispetto delle norme e di un vero confronto con le Organizzazioni di tutela del diritto alla salute. Continua, invece, la caccia ai ‘falsi Invalidi’, che alla luce dei dati della Corte dei Conti si è dimostrata totalmente fallimentare e costosissima per lo Stato e per tutti i cittadini”. Questo il commento di Tonino Aceti, responsabile del Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici (CnAMC) di Cittadinanzattiva, in occasione dell’audizione di ieri in commissione Lavoro e Igiene e Sanità del Senato. L’audizione, che ha visto la partecipazione anche di Parent Project onlus, Associazione aderente al CnAMC di Cittadinanzattiva, è frutto della richiesta di un’indagine conoscitiva sulle difficoltà di accesso promossa da Cittadinanzattiva. L’Organizzazione ha dato, infatti, vita ad una campagna, partita nel maggio del 2011, dal nome esplicito “SonoUnVip, Very invalid people”, per riaffermare il diritto dei cittadini ad accedere ai benefici economici previsti dalla Costituzione, messi in discussione dai comportamenti dell’Istituto di Previdenza Sociale, volti esclusivamente a contenere al massimo l’aumento della spesa assistenziale. Le segnalazioni sul tema ricevute da Cittadinanzattiva nel 2011 hanno mostrato evidenti incrementi per quanto riguarda l’esito dell’accertamento ritenuto inadeguato da parte dei cittadini: dal 28,2% del 2009 fino al 37,8% del 2011. Aumentano le segnalazioni anche rispetto alla lentezza dell’iter burocratico di riconoscimento: dal 27,1% del 2009 al 28,2% del 2011. Le segnalazioni inerenti l’attesa per la sola ricezione del verbale definitivo passano dal 13,1% del 2009 al 32% del 2011. Tale dato dimostra l’esperienza fallimentare della nuova procedura di riconoscimento. L’INPS ha corrisposto, solo di interessi passivi, per i ritardi nei pagamenti per gli anni 2009-2010 circa 86 milioni di euro. Aumentano sia le segnalazioni sul riconoscimento di una percentuale ritenuta inadeguata (25,5% nel 2009 - 40% nel 2010 – 43,3% nel 2011), sia le segnalazioni riguardanti il mancato riconoscimento dell’indennità di accompagnamento (45,5% nel 2009 - 47,8% nel 2010 – 49% nel 2011); queste ultime più strettamente legate a quanto stabilito dalla Nota interna dell’INPS del 20 settembre 2010, che ha drasticamente ristretto i criteri per la concessione dell’indennità di accompagnamento, allungato i tempi del procedimento di riconoscimento introducendo per tutti i casi accertamenti sanitari diretti aggiuntivi, aumentato il contenzioso legale, con un tasso di soccombenza dell’Inps pari al 60% dei casi nel 2010. Sarebbe davvero interessante, in un momento di crisi di risorse economiche come questo, quantificare anche i costi relativi all’attività di avvocatura dell’Inps. Nel corso del 2010 le prestazioni per gli invalidi civili, relativamente a pensioni, assegni e indennità, si attestano a circa 2 milioni 700 mila, con una spesa complessiva pari a 16.570 milioni di euro. All’interno di quest’ultima, 3.808 milioni di euro si riferiscono a pensioni e assegni di invalidità civile e 12.762 milioni di euro a indennità di accompagnamento. I costi di cui i cittadini devono farsi carico sono, inoltre, notevolmente aumentati: sono stati segnalati casi in cui si giunge a pagare 180 euro per la presentazione della domanda. E comunque, dal punto di vista della celerità dell’iter anche i dati della Corte dei Conti confermano ancora importanti criticità: solo per ciò che riguarda i tempi di liquidazione 2010 delle indennità economiche nel 14% dei casi non è stato rispettato il tempo soglia dei 120 giorni e nel 37% dei casi quello dei 60 giorni. Inoltre, le nuove procedure prevedevano l’integrazione della Commissioni mediche Asl con un medico Inps proprio per accelerare il procedimento, ma solo nel 46% dei casi questo è avvenuto. Nel 54% dei casi si è tradotto in un doppio (o triplice nei peggiori dei casi) passaggio, con relativo aumento dei tempi e dei costi. Tutto questo raddoppiando la spesa per il personale dei medici convenzionati Inps passato dai 5,5 milioni di euro del 2009 ai circa 11 milioni di euro del 2010, utilizzati prevalentemente per piani straordinari di verifica fallimentari e lesivi dei diritti delle persone, in particolare quelli con disabilità. Le assegnazioni indebite, infatti, si attestano nel 2010 ad 1 su 10 e non ad 1 su 4 come invece dichiarato dall’Inps, i cui dati destano più di qualche dubbio sulla loro attendibilità. “Chiediamo che il Governo agisca anche nei confronti degli operatori singoli che non rispettano tempi e modalità previste a favore dei cittadini, aree grigie in cui si nascondono anche interessi illegittimi. E che sia promossa un’attenta e costante azione di valutazione della gestione Inps 2010-2011 e per il futuro, relativa alle nuove procedure di riconoscimento delle minorazioni civili, in termini di trasparenza, legittimità, efficienza, efficacia, economicità del servizio reso ai cittadini. Chiediamo inoltre che l’Inps annulli immediatamente la Comunicazione interna del 20 settembre 2010”, ha quindi concluso Aceti, “e che sia ripristinata la possibilità d’impugnazione del giudizio di primo grado, avente ad oggetto il ricorso giudiziario da parte dei cittadini avverso i verbali emessi dall’I Inps”. Consegnati al Senato anche i punti di vista sul problema di 14 Associazioni di persone con patologia cronica e rara aderenti a Cittadinanzattiva che confermano quanto denunciato dall’associazione (vedi file allegato). Si tratta di AIMA (Associazione Italiana malattia di Alzheimer), AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), Alzheimer Uniti, AMICI (Associazione Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino), ANMAR (Associazione Nazionale Malati Reumatici), ASBI (Associazione Spina Bifida Italia), ASMARA (Associazione Malattia Rara Sclerodermia e ad altre Malattie rare), BIANCO AIRONE PAZIENTI, EPAC (Educazione Prevenzione Ricerca sull’Epatite C), FAIS (Federazione Associazioni Incontinenti e Atomizzati), FEDEMO (Federazione delle Associazioni Emofilici), LILA (Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS), PARENT PROJECT (Genitori contro la Distrofia Muscolare Duchenne e Becker), SIMBA (Associazione Italiana Sindrome e Malattia di Behcet). 09 maggio 2012 © Riproduzione riservata

martedì 1 maggio 2012

Europa, il coraggio di cambiare - CULTURA

Europa, il coraggio di cambiare - CULTURA

Fascismo, con la crisi i nostalgici fan più paura - ATTUALITA

Fascismo, con la crisi i nostalgici fan più paura - ATTUALITA

1° Maggio

Il 68 è stato il giro di boa di una generazione che non ne poteva più di sottocultura, affarismo, politica sporca. Come tutti gli eventi storici ha avuto i suoi pro e i suoi contro, uno fra tutti la mancata saldatura tra intellettuali e classe operaia, complice un P.C.I. che aveva paura di perdere la sua egemonia e aveva paura della cultura stessa, intesa come apertura al nuovo. La perdita di credibilità in chi ha creduto in quell'evento storico, si è verificata dopo, a cavallo tra gli anni 70/80, quando è stata abbassata la guardia, non politica ma culturale su quanto successo. Da quel momento è iniziato il declino della sinistra italiana, fino alla sua definitiva scomparsa come si può constatare ai giorni nostri. Comunque sia per quello che può ancora rappresentare, sicuramente un giorno di lotta per la classe operaia, buon 1° Maggio a tutti. Fabrizio de Andrè Canzone di maggio