martedì 29 agosto 2017

NEUROPATIA DIABETICA

NEUROPATIA DIABETICA: L’ULTIMO POSITION STATEMENT DELL’AMERICAN DIABETES ASSOCIATION (ADA). È un documento aggiornato che rappresenta la posizione e il punto di vista dell’Associazione sulla #complicanzadiabetica più frequente, la #neuropatiadiabetica appunto, il cui nome in realtà fa da ombrello a un gruppo eterogeneo di situazioni che possono colpire diverse parti del #sistemanervoso, con manifestazioni e sintomi clinici differenti. Abbiamo chiesto al dr. Matteo Monami di chiarirci gli aspetti salienti del nuovo documento. Trovate l’intervista a questo link http://bit.ly/2wdo8YB

Abbiamo bisogno

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domenica 20 agosto 2017

VARDA QUEO VESTIO COME UN BECHO

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VARDA QUEO VESTIO COME UN BECHO.
Sentita questa frase involontariamente, da due veneziane sedute a mangiarsi un gelato fuori da un bar dalle parte del campo della Lana, mi sono guardato intorno e non ho visto nulla di strano, l'unico uomo che ha attirato la mia attenzione era un signore con un elegante vestito giallo e nulla più. Arrivato a casa ho cercato in rete qualcosa che correllasse la cosa e non trovando nulla, ho glissato sull'argomento. Senonchè leggendo un estratto del Sanuto ho trovato casualmente il nesso. Infatti egli scrive:" .. una sentenza assai notanda, emanata nel 1502 dai signori della Notte contra Alvise Benedetto popular che stava a san Zanipolo, il quale costringeva la propria sposa a prestarsi par prezzo alle altrui voglie, et il guadagno teneva scripto in libro et con chi. Decretosi ch'el detto becho sia vestido de zalo, e con una corona de corna in testa, su un aseno, el sia menà par la tera a noticia de tutti, e così fu fatto".
Notizi che nel 1490 era uscita una legge per cui tutti quelli ruffiani e ruffiane, i quali stano in questa cità, debino portar habito de color zalo acciocchè da tutti possano essere coniossiuti.
(nella foto ponte della Pietà o dei Becchi)

venerdì 18 agosto 2017

Laguna Nord

Laguna Nord ha aggiornato la sua immagine di copertina.

Si racconta che Frate Francesco d’Assisi, nella primavera del 1220 fece il suo viaggio di ritorno dalla Terra Santa, dove si era recato presso i Saraceni, a bordo di una nave veneziana. Probabilmente giunse a Torcello, sede del Vescovo, per trovare un luogo tranquillo dove pregare e riflettere. Da qui, approdò all’Isola delle Due Vigne di proprietà del nobile veneziano Jacopo Michiel, e subito fu accolto dal canto di una moltitudine di uccelli, come racconta nella “Leggenda Maggiore” il suo biografo San Bonaventura da Bagnoregio.
Nel 1233, cinque anni dopo la canonizzazione di Frate Francesco d’Assisi, Jacopo Michiel donò l’isola ai Frati Minori, forse per il fatto che vi fu edificata una chiesetta dedicata a San Francesco.
Questa è una delle tante storie che riguardano le isole della Laguna Nord di Venezia. Molte di esse oggi non esistono più, a causa dei continui sconvolgimenti climatici e alle alluvioni provocate dai fiumi che vi si riversano. Basti pensare a Costanziaco, un gruppo di quattro isole unite da ponti nelle vicinanze di Torcello, che fiorì nel periodo bizantino, ma risulta già scomparso nel XIII secolo. In queste isole vi erano costruite sette chiese, cinque delle quali erette fin dall’epoca dei primi insediamenti lagunari veneti e almeno un monastero.
Nel libro “Laguna Nord” si è cercato di dare visibilità, in modo semplice e facilmente leggibile, alla storia poco conosciuta di questa parte della Laguna di Venezia, i cui primi insediamenti risalgono all’epoca romana. E’ adatto al turista, che rimane affascinato dalla bellezza della barena, delle isole e delle numerose specie di uccelli che si sono adattati a vivere in questo ambiente ricco di magia e di misteri, come pure agli amanti delle aree naturali incontaminate il cui silenzio è rotto dal battito delle ali di una coppia di cigni o di uno stormo di fenicotteri rosa.
Tutto questo, e molto di più, accadde e accade vicino a Venezia.

UNA MINI GUIDA DI 40 PAGINE, CON FOTO, PER CONOSCERE LE ORIGINI, LA STORIA E LO STATO ATTUALE DELLE ISOLE ABITATE DELLA LAGUNA NORD DI VENEZIA.
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Neuropatia Diabetica:

Nel gennaio 2017, l’American Diabetes Association (ADA) ha pubblicato su “Diabetes Care”, un Position Statement sulla neuropatia diabetica.
diabete.com

Io me la ricordo la felicità

Io me la ricordo la felicità, era fatta di operai che andavano al mare quel giorno di agosto, tutti.
Con le macchine senza aria condizionata, con i portapacchi pieni di valigie e le autostrade senza bollini neri. Erano gli anni dove i pensionati potevamo permettersi la giusta ricompensa dopo una vita di sacrifici, erano gli anni delle spiagge con i tavolini e le paste al forno, e quei contenitori frigo, più forniti dei supermercati.
La felicità, con quelle sedie pieghevoli e quei caffè nei termos a fine pranzo, le foto con i rullini, i discorsi tutti insieme a fine pranzo, i bambini che facevano i bambini.
Le città deserte, per il pane dovevi andare al centro perché tutti sapevano che (forse) lì c’era un supermercato sempre aperto.
Aveva un altro sapore la felicità, le discoteche in spiaggia, fatte di legno con le lampadine colorate, le ragazze sedute che aspettavano l’invito per ballare quei lenti e conoscersi meglio, e i ragazzi che sbirciavano con timidezza: eravamo più estranei e molto più intimi senza sapere ancora il nome. Noi, con una chitarra e un fuoco in spiaggia, avevamo il paradiso, noi in cerchio e una bottiglia che girava trovavamo un bacio, e porca puttana ti capitava sempre quella che non ti piaceva.
Noi, figli dei francobolli e delle cartoline “tanti saluti dal mare” che li spedivamo sempre l’ultimo giorno, forse per questo avevano il sapore amaro quei francobolli quando li leccavi, perché le vacanze finivano, ma si tornava a casa felici, senza bollette arretrate nei cassetti, con le cartoline che arrivavano in autunno, con la serenità nella testa e la speranza sempre a portata di mano.
Invece oggi il 15 agosto i centri commerciali sono sempre aperti, le città sempre più popolate, i pensionati li vedi lì, sotto qualche albero per un po’ di fresco.
Ci facciamo sempre più foto (una montagna di foto) senza il bisogno di andarle a sviluppare, e qui, ci hanno fregato l’attesa, andiamo in spiagge organizzate e devi rispettare i limiti, e qui, ci hanno fregato gli spazi.
Abbiamo voluto di più ma abbiamo ottenuto di meno.
Abbiamo ottenuto uno smartphone per parlare con il mondo, e qui, ci hanno fregato la voglia di stare insieme.
Io me la ricordo la felicità, rimaneva a te, sulla pelle, e non aveva nessuna password..

dal web

mercoledì 16 agosto 2017

40 anni senza Elvis Presley:

 
 Si potrà amarlo, odiarlo ma non ignorarlo. con lui è cambiata tutta la musica moderna anche i rochettari di ultima generazione riconoscono di trarre ispirazione da come ha creato e plasmato la musica dal blues al country al rock...
 
40 anni senza Elvis Presley: Il 16 agosto 1977 moriva 'The King' Il re del rock&roll scomparve a Memphis all'età di 42 anni Tweet 15 agosto 2017 Il 16 agosto del 1977 moriva nella sua casa di Memphis, la Graceland Mansion, il re del rock and roll Elvis Presley. Con oltre 400 milioni di dischi venduti, fan in tutto il mondo, Elvis è stato uno dei più importanti artisti pop del ventesimo secolo. Iniziò la sua carriera musicale nel 1954, contaminando ritmi pop e country con sonorità gospel. In breve tempo raggiunge un successo planetario. Vendette oltre un miliardo di dischi e fu candidato per ben 14 volte al Grammy Award, che gli verrà attribuito tre volte. Protagonista di trentatré film, celebri sono le sue apparizioni televisive e i suoi concerti dal vivo a Las Vegas. Ancora oggi Graceland è la seconda attrazione turistica dopo la Casa Bianca. Di lui John Lennon disse: "Prima di Elvis non c'era nulla". - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/media/40-anni-senza-Elvis-Presley-Il-16-agosto-1977-moriva-The-King-4fbd660c-8df0-4a0c-8751-07d7a4d52643.html

Elvis Presley Best Movie Scene Ever (Mean Woman Blues)..wmv

martedì 8 agosto 2017

"Non possono esistere due Italie

 "Non possono esistere due Italie: quella che sta con gli italiani e un’altra che sta con gli scafisti.  I diritti degli uomini e le regole che li governano devono stare assieme"


UN’ONDA melmosa, composta di false percezioni, di paure e di sconsiderata propaganda, sta sommergendo il nostro dibattito pubblico, rendendolo sterile e spaventoso. La razionalità è scomparsa da un pezzo, sostituita da emozioni, immagini forti e pericolose semplificazioni. È diventato molto complicato riuscire a ragionare chiamando le cose con il loro nome, rispettando la realtà e le sue sfumature.

Si sono persi di vista numeri e contesti: nessuno ha più il coraggio di far notare che 100mila persone che arrivano dalle coste africane sono certo tantissime e destano allarme (una richiesta di sicurezza che le Istituzioni troppo a lungo hanno sottovalutato) ma sono pur sempre quanto i tifosi di due partite della Roma o del Milan. Li si può contenere in uno stadio e mezzo di un Paese che di abitanti ne ha sessanta milioni. Questo non significa non condividere la necessità di provare a controllare e gestire i flussi migratori e il dovere di combattere i trafficanti di esseri umani, ma significa chiamare le cose con il loro nome e non accendere allarmi sociali che rischiano di devastare la nostra società. Che il senso della realtà sia smarrito lo racconta la percezione dei numeri: gli italiani sono convinti che ormai un quinto della popolazione sia di religione islamica, quando lo è meno di un trentesimo.

L'onda melmosa chiude gli occhi e rende tutto dello stesso colore, impedisce di cogliere differenze fondamentali, così un immigrato che spaccia cancella tutti quelli che riempiono le cucine dei ristoranti, scaricano le cassette ai mercati generali, fanno il pane la notte, tengono vivi i pascoli, vendemmiano o si prendono cura dei nostri vecchi.

Allo stesso modo la legge che viene definita Ius Soli è stata criminalizzata, snaturandone completamente senso e finalità. Non c’entra nulla con sbarchi e accoglienza e serve a integrare chi è nato in Italia, ma questo poco interessa a chi gioca con le paure e subdolamente insinua che i compagni di classe dei nostri figli potrebbero essere terroristi in erba.

Questa propaganda e questo imbarbarimento del discorso hanno fatto breccia e, come ci ha raccontato domenica Ilvo Diamanti, stanno vincendo.

L’ultima vittima sono le Ong, le associazioni di volontariato e quella parte della Chiesa che è più impegnata nell’assistenza. Colpevoli di non sottomettersi al nuovo politicamente corretto, che è l’esatto ribaltamento di quello vecchio e proclama a gran voce che ci siamo rotti le scatole dei bisogni e delle sofferenze degli altri. Lo slogan berlusconiano “padroni a casa propria”, coniato per favorire le ristrutturazioni, ora è diventato una filosofia e un modo di essere che giustifica qualunque comportamento e assolve da ogni responsabilità. Ammette addirittura la rinuncia al pensiero razionale. Non possono esistere due Italie: quella che sta con gli italiani e un’altra che sta con gli scafisti. È il senso profondo che si può cogliere anche nel messaggio di Mattarella: i diritti degli uomini e le regole che li governano devono stare assieme.

Certo, c’è chi ha sbagliato, ma di fronte a singoli e circoscritti episodi di presunto favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, mai — secondo gli stessi magistrati che hanno mosso l’accusa — per motivi di lucro, si criminalizza un mondo di cui invece dovremmo andare orgogliosi.

Non importa che esistano Organizzazioni non governative che agiscono su scala globale e piccole associazioni nazionali, che ci siano organizzazioni umanitarie che si dedicano all’emergenza e altre che fanno assistenza, prevenzione, non contano le storie di ognuna di loro, la competenza e la trasparenza, non hanno valore le biografie di medici, ingegneri, agronomi, sacerdoti, insegnanti, cooperanti, conta solo colpire nel mucchio per poter rafforzare il nuovo paradigma.

Perché funzioni, il discredito va diffuso ad ampio raggio, va usato come un’accetta e nessuna distinzione è possibile. Se poi si condisce il tutto con una buona dose di volgarità e di insinuazione, allora si arriva al risultato di gettare il sospetto su un intero mondo.

Un mondo che è tanto italiano, perché siamo un Paese che si è sempre speso in silenzio, dando esempi di impegno e di volontariato incredibili. Se gli si può rimproverare qualcosa è proprio di essere stati troppo silenziosi, loro che potevano spiegare a tutti noi cosa succede dall’altra parte del Mediterraneo, aprendoci gli occhi sulle situazioni di crisi e le possibili ricette. Finora ci siamo accorti di quel mondo solo quando arrivava la notizia di una morte, penso a persone come Maria Bonino, pediatra piemontese morta in Angola mentre cercava di contenere un’epidemia di febbre emorragica.

Di fronte all’onda melmosa, un giornale ha una sola possibilità: restituire ai fatti e alle parole il loro significato e cercare di ripulire il dibattito dalle scorie e dai veleni.

Lo dobbiamo fare ogni giorno e per questo da oggi vi raccontiamo cosa sono davvero le Ong e chi sono le donne e gli uomini che ci lavorano.

mercoledì 2 agosto 2017

tenetevi la Raggi e Grillo



MAMBO 01 agosto 2017

Cari italiani senza memoria né cultura politica, tenetevi la Raggi e Grillo

La cultura “vaffanculista” del M5s ha strada libera nel nostro Paese. Così, pur avendo il peggior sindaco possibile nella Capitale, nei sondaggi nazionali continua a crescere. E la responsabilità è anche dell'ingavia della sinistra.




Quando guardiamo alla tragedia di Roma, la città peggio amministrata del mondo, capiamo due cose: la prima è il danno che la cattiva politica fa ai cittadini e la seconda è che l’antipolitica ormai è più forte della realtà. La cattiva politica a cui facevo riferimento è quella delle amministrazioni romane che hanno immediatamente preceduto quella della Raggi. Non solo. La cattiva politica è quella che da decenni ci fa assistere a risse verbali indecenti mentre il Paese è malgovernato. Aggiungo, tanto per dire alla sinistra quanta responsabilità porta della situazione, che questa area politica è riuscita a demolire o a non difendere alcuna delle sue casematte.
Faccio ancora l’esempio di Roma. Non v’è stato uno, dei politici attuali che, di fronte alla propaganda grillina, abbia rivendicato il ruolo che hanno svolto i sindaci di centro-sinistra come Veltroni e Rutelli, o di sinistra come Argan, Petroselli e Vetere. Tutto nell’immondizzaio. Il veleno “rottamatore”, che precede Renzi ma che lui ha sparso a grandi mani, ha trasformato tutta la città di Roma e tutta l’Italia in un posto terribile e mefitico che solo un sussulto giustizialista guidato da una banda di incompetenti, ma effettivamente nuovi alla politica, avrebbe potuto sanare. Nessuno ha reagito. I più buffi sono stati i miei amici Rutelli e Veltroni che si sono fatti diffamare come cattivi sindaci senza reagire di fronte questa incredibile bugia.
DIBATITTO ORMAI STERILE. L’antipolitica ha fatto il resto. In questo Paese sono spariti i ricchi, i cattivi amministratori, i parassiti, gli evasori, quelli che aprono fabbriche per avere sussidi e poi scappano in Romania per pagare meno gli operai. Niente di tutto questo viene portato al dibattuto pubblico e allo scontro politico e civile. Il tema sono i privilegi. Si comincia dai parlamentari. Poi si arriva agli altri. C’è una categoria di economisti e tecnici di sinistra che ha in testa lo smantellamento dello stato sociale, considerando insopportabili le spese per il welfare, per l’assistenza, per la previdenza (che gli italiani in grandissima maggioranza si pagano). Tutti contro tutti in una zona sottostante quel famoso 1% che vive bene.
In un unico mazzo sono finite la Resistenza, la buona educazione, tutte le lotte del passato, tutti i diritti, tutti i leader che hanno fatto la nostra storia. Siamo diventati un Paese nato ieri ma nato brutto, sporco e cattivo

La storia dell’antipolitica ha molti padri. Tutto è cominciato quando la giustizia penale ha preso il posto della lotta sociale. Da Di Vittorio a Travaglio. E ho detto tutto. Accade così che il peggior sindaco di Roma, la persona più strafottente che ci sia, totalmente inadeguata ai suoi compiti, possa governare Roma senza badare a quel che le accade intorno. Avrà anche ereditato una situazione disastrosa ma la diga l’ha fatta crollare lei. Tutto questo non ha spostato di un punto i sondaggi a favore di Grillo. Fanno, per tanti italiani, talmente schifo i predecessori che moltissimi cittadini daranno il voto a Di Maio pur sapendo che farà ridere il mondo e ridurrà questo Paese «come una pezza da piede».
LA CULTURA 'VAFFANCULISTA' HA VINTO. Torna qui il tema del varco lasciato aperto alla cultura “vaffanculista” dei grillini. Per anni abbiamo accettato a destra e a sinistra (a destra con Salvini e Meloni) che fosse raccontata un'Italia senza memoria. Per anni abbiamo accettato linguaggi indecenti e minacciosi senza una replica, senza un sussulto, per anni, lo dico ai miei compagni, ci siamo preoccupati più delle “bimbe” di Berlusconi che del degrado verbale e morale del Paese, da lui, ma non solo da lui, provocato.
GRILLO, FENOMENO POLITICO PEGGIORE DI SEMPRE. In un unico mazzo sono finite la Resistenza, la buona educazione, tutte le lotte del passato, tutti i diritti, tutti i leader che hanno fatto la nostra storia. Siamo diventati un Paese nato ieri ma nato brutto, sporco e cattivo. Ecco Grillo, il fenomeno politico peggiore di tutta la storia italiana. Il suo successo è sospinto anche da una classe dirigente nuovista del centro-sinistra che ne imita le parole, i comportamenti, fa suoi i suoi nemici, demolisce le barriere che la memoria offre come baluardo culturale, quel baluardo che generalmente tiene insieme una nazione.


Stiamo facendo passare sotto silenzio il fatto che la regione Puglia, governata da Michele Emiliano, ha accettato di istituire la giornata della memoria dei Borbone e dei briganti contro il Risorgimento dopo anni e anni di propaganda contro l’Unità d’Italia. Senza un sussulto, senza una protesta. In una frase, senza vergogna. Non credo che continuerà così. Andrà molto peggio. La “nuttata” non passerà facilmente e dovremo inoltrarci in un tunnel pericolosissimo. Mi preoccupa una sinistra che non riesce a mettersi assieme ma, soprattutto, una sinistra che non si prepara al combattimento dall’opposizione. I buoni generali preparano la strategia dell’avanzata ma hanno piani precisi se l’avversario dovesse prevalere per fargli pagare il prezzo più alto e batterlo in modo definitivo.