giovedì 31 dicembre 2015

Un vero salto nel tempo, un paesaggio meravigliosamente naturale e una grande testimonianza di tenacia da parte delle popolazioni passate. Una tra le località di…
venipedia.it
· Una piccola raccolta per voi! E ricordate che, ogni tanto, stare qualche giorno senza glutine fa bene a tutti. E la pancia se ne va! Zenzero e Limone
http://blog.giallozafferano.it/paola67/ricette-glutine/

Passeggiando per le strade di Venezia.

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Passeggiando per le strade di Venezia.

prodotti raffinati

prodotti raffinati causano varie malattie, tra cui il diabete “La farina 00 è il più grande veleno della storia, anche se biologica“, così il professor Franco Berrino definiva…
verdeazzurronotizie.it

se vuoi puoi

STORIE IMPOSSIBILI (Storia n. 98)
Questa è la storia di Paolo Anibaldi.
Paolo Anibaldi ha solo 17 anni quando il 2 maggio del 1983, la rottura di un angioma midollare gli provoca una paraplegia.
Sognava di diventare un pilota di caccia oppure di fare il chirurgo. Quando ha capito che il suo avvenire sarebbe stato su una sedia a rotelle, si è preso un anno per riflettere, poi si è iscritto a medicina e poi si è organizzato e realizzato.
In un’intervista racconta: “La disabilità non ha in alcun modo inciso sulla mia vita professionale: ho scelto una professione in cui mi confronto ogni giorno con i pazienti, concentrati sul proprio problema e sulla necessità di risolverlo. Poco importa che il chirurgo sia disabile: ciò che conta è solo la guarigione. Ed è giusto così».
Fino al 1996 ha operato i suoi pazienti seduto sulla sua carrozzina, poi un amico ha realizzato per lui un ausilio che gli consente oggi di operare in piedi.
Anibaldi è stato uno dei primi chirurghi italiani disabile e grazie al suo esempio altri ne sono venuti e come lui sono riusciti a realizzarsi sfidando sé stessi e le proprie paure.
Paolo non ha trovato la sua realizzazione soltanto nel lavoro, diventando chirurgo e responsabile dell’Ospedale di Rieti, è anche sindaco di Castel Sant’Angelo, Presidente della squadra di basket in carrozzina A Ruota Libera Solsonica, Coordinatore nazionale Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) per le poltiche dell’handicap e da sempre è uno sportivo che pratica sci, vela, automobilismo ed è stato anche Campione Italiano nel trofeo Fiat 600 autonomy.

A tutti quelli che si trovano nella sua stessa condizione lancia questo bellissimo messaggio:
“La disabilità rende certamente la vita più faticosa, ma non deve impedirci di realizzare i nostri sogni. Credo che tutti, con determinazione, impegno e sacrificio, possano raggiungere i propri obiettivi, a prescindere dallo stato fisico. La carrozzina non è il mezzo di trasporto del cervello. La carrozzina trasporta un corpo. Meglio se il cervello resta sì attaccato al corpo ma non smette di restare libero.”
‪#‎sevuoipuoi‬

ci sarà sempre

lunedì 28 dicembre 2015

il capodanno di Gramsci

Odio il capodanno di Antonio Gramsci: una riflessione intorno alla fine dell'anno


GRAMSCI
Questa lunga riflessione di Antonio Gramsci è molto più che un pensiero intorno al Capodanno. È un inno alla ricchezza della vita, alla sua poliedricità, all'importanza fondamentale che ogni giorno rappresenti nella vita di un uomo una deadline con cui confrontarsi: perché ognuno di noi renda conto a se stesso in ogni attimo e non solo nei buoni propositi di fine e inizio anno. Vi proponiamo il testo integralmente:
Ogni mattino, quando mi risveglio ancora sotto la cappa del cielo, sento che per me è capodanno.
Perciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella istoria, e si fanno propositi e ci si pente degli spropositi, ecc. ecc. È un torto in genere delle date.
Dicono che la cronologia è l’ossatura della storia; e si può ammettere. Ma bisogna anche ammettere che ci sono quattro o cinque date fondamentali, che ogni persona per bene conserva conficcate nel cervello, che hanno giocato dei brutti tiri alla storia. Sono anch’essi capodanni. Il capodanno della storia romana, o del Medioevo, o dell’età moderna.
E sono diventati così invadenti e così fossilizzanti che ci sorprendiamo noi stessi a pensare talvolta che la vita in Italia sia incominciata nel 752, e che il 1490 0 il 1492 siano come montagne che l’umanità ha valicato di colpo ritrovandosi in un nuovo mondo, entrando in una nuova vita. Così la data diventa un ingombro, un parapetto che impedisce di vedere che la storia continua a svolgersi con la stessa linea fondamentale immutata, senza bruschi arresti, come quando al cinematografo si strappa il film e si ha un intervallo di luce abbarbagliante.
Perciò odio il capodanno. Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno. Nessun giorno preventivato per il riposo. Le soste me le scelgo da me, quando mi sento ubriaco di vita intensa e voglio fare un tuffo nell’animalità per ritrarne nuovo vigore.
Nessun travettismo spirituale. Ogni ora della mia vita vorrei fosse nuova, pur riallacciandosi a quelle trascorse. Nessun giorno di tripudio a rime obbligate collettive, da spartire con tutti gli estranei che non mi interessano. Perché hanno tripudiato i nonni dei nostri nonni ecc., dovremmo anche noi sentire il bisogno del tripudio. Tutto ciò stomaca.
Aspetto il socialismo anche per questa ragione. Perché scaraventerà nell’immondezzaio tutte queste date che ormai non hanno più nessuna risonanza nel nostro spirito e, se ne creerà delle altre, saranno almeno le nostre, e non quelle che dobbiamo accettare senza beneficio d’inventario dai nostri sciocchissimi antenati.
Antonio Gramsci, 1 gennaio 1916, Avanti!, edizione torinese, rubrica Sotto la Mole.

giovedì 24 dicembre 2015

L'appoggio russo ai curdi fa infuriare la Turchia

L'appoggio russo ai curdi fa infuriare la Turchia

Conto corrente, ecco i consigli per risparmiare

Conto corrente, ecco i consigli per risparmiare
Subito oltre la "volta di canal", compare maestosa questa residenza situata vicino al prestigioso Palazzo Grassi e definita “la Ca’ Granda de’ San Samuel” per la vicinanza…
venipedia.it


Il termine pseudo-cereali comprende un gruppo di piante i cui frutti sono dei chicchi simili a quelli prodotti dalle graminacee con una grande somiglianza nutrizionale.
diabete.com
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E' in individui naturalmente "immuni" al diabete che si potrebbe nascondere una soluzione alla malattia: ricercatori dell'Università Cattolica di Roma hanno visto che in…
www.ansa.it

solstizio d'inverno

Il 22 dicembre cade il solstizio d'inverno, ovvero il giorno in cui inizia l’inverno e corrisponde ad un fenomeno astronomico ben preciso: è il momento in cui l’asse della…
lifestyle.blogosfere.it

Baudelaire "La natura"

· La Natura è un tempio ove pilastri viventi
lasciano fuggire a tratti confuse parole;
l'uomo vi attraversa foreste di simboli,
che l'osservano con sguardi familiari.
Come lunghi echi che da lungi si confondono
in una tenebrosa e profonda unità,
vasta come la notte e il chiarore del giorno,
i profumi, i colori e i suoni si rispondono.
Vi sono profumi freschi come carni di bimbo,
dolci come oboi, verdi come prati -
altri, corrotti, ricchi e trionfanti,
che posseggono il respiro delle cose infinite,
come l'ambra, il muschio, il benzoino e l'incenso;
e cantano i moti dell'anima e dei sensi.
Charles Baudelaire
‪#‎baudelaire‬

Natale in democrazia

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La democrazia è solo un sogno:
dovrebbe essere posta nella stessa categoria dell'Arcadia,
di Babbo Natale e del Paradiso.
(Henry Louis Mencken) - GalactiCat

guggenheim persone

Cosmopolita, affascinante, illuminata: Peggy Guggenheim ha dedicato la propria vita all'arte. Brillante collezionista e conoscitrice di arte ed artisti, ha dato vita ad una delle…
venipedia.it
In questi giorni, potrebbe capitare realmente... http://bit.ly/1YBhC0F
Probabilmente la radice di questo modo di dire deriva dall'orientamento in laguna nei momenti di nebbia fitta, che a Venezia si chiama całìgo, dove tale orientamento viene…
venipedia.it

sabato 12 dicembre 2015

Kafka

Libri antichi online - Studio bibliografico Apuleio "Di una cosa sono convinto: un libro dev'essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi" FRANZ KAFKA (1883-1924)

giovedì 10 dicembre 2015

Quattro mezze giornate di convegno e una visita guidata per conoscere da vicino la Basilica di San Pietro di Castello, sede del Patriarcato veneziano fino al 1807. 
venipedia.it
La glicemia è la concentrazione di zucchero (glucosio) nel sangue.
diabete.com
Diabulimia: disturbo del comportamento alimentare. Persone con diabete di tipo 1 per dimagrire riducono o evitano di somministrarsi dosi insulina giornaliere.
diabete.com
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alessandrocecconi17.blogspot.com|Di Alessandro Cecconi

il visconte dimezzato

Ero intero e tutte le cose erano per me naturali e confuse‚ stupide come l’aria; credevo di veder tutto e non era che la scorza. Se mai tu diventerai metà di te stesso‚ e te l’auguro‚ ragazzo‚ capirai cose al di là della comune intelligenza dei cervelli interi. Avrai perso metà di te e del mondo‚ ma la metà rimasta sarà mille volte più profonda e preziosa. E tu pure vorrai che tutto sia dimezzato e straziato a tua immagine‚ perché bellezza e sapienza e giustizia ci sono solo in ciò che è fatto a brani.”
Italo Calvino
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La prima chiesa di Venezia dedicata al culto di Maria e pare tra le prime otto sorte in laguna. Frutto di un'apparizione: la Vergine Maria si manifestò a San Magno in…
venipedia.it

Tracce di Dolo...

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Tracce di Dolo custodite nei musei inglesi a Londra. Per maggiori informazioni è uscito il volume quinto de "Luoghi e itinerari della Riviera del Brenta e del Miranese".
Un bel presente per Natale. Li potete trovare a Dolo nella edicola dell'amico Bruno, in via Cairoli, e poi presso:
- Libreria Mondadori di Mirano, in piazza;
- Cartoleria Rigadritto a Malcontenta;
- Tabaccheria Conte Andrea in Riviera San Pietro, Oriago.
Vi troverete anche alcune copie dei volumi precedenti.

lunedì 7 dicembre 2015

Don Milani e crocifisso

Marco Foti
Nel 1953 nel 1° giorno di scuola popolare, don Lorenzo Milani, tolse il crocifisso dalla parete della sala parrocchiale dove si teneva la lezione (non era neppure un locale pubblico, ma con un grande senso civico e pieno rispetto della Costituzione, ce lo fece diventare) «perché non doveva esserci neppure un simbolo che facesse pensare che quella fosse una scuola confessionale», spiegando: «se uno mi vede eliminare un crocifisso non mi darà dell'eretico, ma si porrà piuttosto la domanda affettuosa del come questo atto debba essere cattolicissimamente interpretato perché da un cattolico è posto».
Quanto si sarebbe stupito Don Milani nel vedere che, una “non Nazione” dove si idolatrava il Dio Po' con tanto di riti pagani sul Mon Viso, si bruciava il tricolore e si inneggiava alla divisione con un sud ritenuto arretrato e connivente con la mafia. Un Paese dove le chiese si sono andate via via svuotando e il Natale è diventato solamente terreno per
facile consumismo. Un Paese dove non c'è politico che si professi grande difensore dei valori cristiani e della famiglia, al punto tale da crearne tre o quattro a testa, fra amanti, veline ed ex mogli.
Questa Italia che il Presepe proprio non se lo filava, si ritrova finalmente unito a difendere la tradizione ed il “vero” Natale, non certo dall'attacco andato a segno 50 anni fa dalla Coca-Cola (Babbo ed albero è roba loro), ma dal ben più pericoloso (mai esistito) editto, di un dirigente scolastico milanese.
Certo i professionisti dell'odio hanno dovuto soffiare un po' sul pregiudizio, evocando la classica paura del diverso (in questo caso musulmano) argomento molto in voga, per costruire il solito teatrino alimentato da certa stampa, per vedere ex padani ed affini, trasformarsi nei nuovi crociati, alla faccia del vangelo tanto sventolato.
“Ama il prossimo tuo come te stesso” ma se parliamo di extracomunitari, solo prostitute e possibilmente minorenni please..
Don Milani aveva perfettamente inteso che la “laicità dello Stato” diventa uno strumento di forza anche per chi ha il dono della fede, perchè ogni giorno deve confermare la sua scelta con piena consapevolezza, rigettando le imposizioni o peggio la scorciatoia della consuetudine, alimentata spesso solo da una routine banalmente iconografica. Don Milani aveva capito la forza della Costituzione, un po' meno la qualità ideale dei futuri italiani.

etna

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Marine più grillo che...


“Assolutamente no, il successo della Le Pen non si spiega solo con la paura e come reazione al 13 novembre. E non si può liquidare come estremista o populista. È qualcosa di pi&ugr
huffingtonpost.it

persone disordinate

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Le persone dovrebbero apprendere ad abbracciare il caos, perché nulla rimane pulito e in ordine per sempre. Tutto torna inesorabilmente al disordine originale.…
huffingtonpost.it

sculture legno

L'artista italiano Peter Demetz ha un dono naturale che gli permette di dare vita al legno, un materiale che a molti può apparire duro e senza vita.
incredibilia.it

Siria, la Russia accusata di usare bombe al fosforo: cosa sono

Siria, la Russia accusata di usare bombe al fosforo: cosa sono

martedì 1 dicembre 2015

La scuola italiana è laica e plurale, le destre italiane se ne facciano una ragione

GELMINI
L'abbiamo capito da quando la canea mediatica ha puntato i riflettori sulla scuola di Rozzano e sul suo dirigente Marco Parma che la "questione presepe" sarebbe stata usata strumentalmente da tutte le destre. Non ci aspettavamo, però, che anche esponenti importanti del Pd e lo stesso Matteo Renzi si esprimessero sulla stessa falsariga.
La verità è che il Natale è stato trasformato in una vistosa clava per una becera propaganda contro le persone immigrate, esattamente il contrario di quel che avrebbe dovuto esserne il suo spirito di pace universale e fraternità tra popoli diversi, portatori di culture diverse. Il premier Renzi ha dichiarato che non si può sacrificare il Natale per decisioni "politicamente corrette", intendendo con queste la capacità di integrazione della scuola di Rozzano. Tuttavia, si può tranquillamente replicare che non si può usare il Natale a piacimento e come strumento di costruzione di una presunta identità cristiana, da usare come una pistola puntata contro chi non ci crede.
Ogni identità crea le differenze, è diseducativa perché allarga il solco tra l'identico e il diverso, e soprattutto afferma una mostruosità culturale che Salvini e i suoi sodali cercano di rilanciare mediaticamente, per la quale esisterebbe un'identità cristiana, o una civiltà, che sia superiore a qualsiasi altra.
Samuel Huntington ha cercato di sostenere questa tesi fomentando il conflitto tra civiltà, e abbiamo ottenuto 11 anni di guerre, decise da Bush e Blair (che però ha avuto un pentimento postumo) tra il 2003 e il 2014 in Medio Oriente. Oggi, in Italia, le destre pensano di trasferire la teoria del conflitto tra civiltà nelle nostre scuole primarie, pensano di fare campagna elettorale sulla pelle dei piccoli migranti, dei nostri alunni, e dell'intera comunità scolastica. Pensano di poter trasformare la scuola pubblica di primo grado in un campo di battaglia ideologico, dove però a perdere saremmo tutti quanti. Grazie al cielo, ciò non accadrà, perché le nostre scuole primarie sono gestite da dirigenti e insegnanti (e noi del sindacato ne conosciamo moltissimi perché con loro ci confrontiamo quotidianamente) che nei momenti difficili hanno ampiamente dimostrato non solo di essere all'altezza della sfida educativa nell'epoca della multiculturalità, ma hanno capito in quale gioco ideologico sarebbero caduti qualora avessero ceduto alle barbare pretese delle destre. Sono barbare pretese proprio perché sono sbagliate soprattutto sul piano religioso e teologico, con la riduzione del Natale, evento eminentemente religioso del Dio che si fa uomo, a banale tradizione "occidentale" con effetti da Mulino Bianco. Ciò vale non solo a proposito della vicenda di Rozzano, ma anche per quella di Sassari, dove sta montando un'analoga canea mediatica con tanto di richiesta di intervento del ministro Giannini. A Sassari, nella scuola modello sul piano della didattica dell'integrazione è stato semplicemente chiesto al vescovo di celebrare in chiesa (e dove altro se no?) i riti sacri del Natale. Il vicepresidente del Senato Gasparri si è addirittura spinto a dichiarare che esiste una intolleranza anticattolica. Ma via, non esageriamo! Questa esasperazione del conflitto è ideologica, dannosa per la scuola, che è pubblica, e non confessionale, e dunque sorretta da alcuni articoli della Costituzione.
Se la scuola pubblica, laica, plurale, che può contare su dirigenti e insegnanti che seguono la Costituzione e gli ideali repubblicani di tolleranza e democrazia, non piace alle destre, se ne facciano una ragione, non prevarranno. Confidiamo che anche il ministro Giannini, nonostante la pessima legge di riforma della scuola, voglia replicare alle assurdità delle destre, voglia difendere la dignità della scuola pubblica italiana da attacchi pretestuosi e maldestri, e soprattutto voglia tutelare l'intera comunità scolastica da chiunque intenda sfruttarla per ragioni esclusivamente ideologiche.

Olio extravergine, cinque cose da sapere sul dossier

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