Si preannunciava una bella giornata, l’aria fresca del mattino la caricava di entusiasmo; Libertà camminava veloce per le strade quasi deserte, si stava affrettando, finalmente aveva trovato lavoro, era da tanto tempo che lo cercava e voleva fare bella figura, essere puntuale, per questo era andata a letto presto la sera prima.
Aveva la testa piena di idee, tante erano le cose che voleva fare, dire, spiegare. Arrivò in piazza ma trovò chiuso; controllò l’indirizzo: Piazza di Monte Citorio, Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Un usciere, gentile, le disse che era troppo presto, non aprivano mai prima di mezzogiorno.
“Ma io ho dei progetti da presentare, discutere.”
“Lei è nuova, immagino. Non si agiti, di solito qui non discutono di nulla. Ma se proprio ci tiene a far approvare qualche sua proposta, basta parlare con il Presidente. Se la cosa lo riguarda ne fa un caso personale e con un ordinanza firmata di suo pugno la trasforma immediatamente in legge, con buona pace di tutti.”
Libertà rimase perplessa, non erano questi i sani principi che le erano stati insegnati fin da piccola ma visto che, malgrado le proteste di qualche esagitato, tutto procedeva secondo quella logica infernale, si adeguò e imparò in fretta, tanto che cambiò nome: adesso si fa chiamare “Dittatura”.
Bella
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