martedì 5 aprile 2011



Nulla di nuovo tranne la solita vecchia politica


Non credo di svelare nulla di nuovo, se sostengo che l’attuale  politica  estera italiana, è ormai arrivata al capolinea ( di quella interna ormai non si sa più cosa scrivere). A poco ci conforta il fatto di essere in compagnia di altri Stati della fu Unione Europea, la cui politica estera, messa alla prova in queste ore, si può riassumere in una sola parola: fallimento.
A poco serve constatare la cecità nel continuare a trattare l’Africa come il pozzo senza fondo di riserve e materie prime per l’occidente, non ultima, sembra, la scoperta di uranio in Libia e dintorni (viva il nucleare per chi non avesse ancora capito cosa significa), dove qualunque occidentale e, perché no, anche orientale, dopo aver seduto sul trono l’idiota di turno, continua indisturbato a saccheggiare tutto quello che c’è a portata di mano, sopra e sotto terra.  Non si capisce, o non si vuole capire, che le rivolte scoppiate e propagandatesi a macchia d’olio in quei paesi, non sono solo la ribellione contro dittature ripugnanti, ma il sacrosanto diritto di godere dei benefici e delle ricchezze che quelle terre dovrebbero garantire ai loro abitanti. Stati che, come la Francia, si precipitano, assieme all’Inghilterra, per poter essere in prima fila, dopo il cessate il fuoco, per ottenere favori economici da vecchio colonialismo, o come l’Italia, smarrita, che, dalla sera alla mattina, si è vista privata del sultano amico, accolto un anno prima con tutti gli onori, la dicono lunga sulle reali capacità politiche di questi statisti dell’ultim’ora. Invece di litigare in Italia, tra italiani, in Europa tra Francesi, Inglesi, Tedeschi e ancora Italiani, a chi tocca tenere i profughi: se sono tali, o clandestini; invece di fare a gara a chi li prende a calci in culo di nascosto, sventolando la bandiera dell’umanità che non paga politicamente, lo sanno tutti egoisticamente il rischio che si corre, siamo onesti almeno una volta; cominciamo ad aiutare veramente quella gente. Andiamo a firmare trattati di cooperazione, in cui i vantaggi siano equamente distribuiti tra la popolazione, costruiamo scuole aiutandoli a istruirsi, aiutiamoli a combattere le malattie costruendo ospedali, a cercare l’acqua, bene più prezioso dell’oro, a fare in modo che riescano a procurarsi il vivere quotidiano autonomamente, soprattutto smettiamo di vendere armi, che ingrassano solo i maiali. Vedrete  che, sicuramente ci vorrà del tempo ma alla fine il problema delle grandi invasioni barbariche, sarà risolto alla radice.




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