Massimo Cacciari: "In primavera sarà una resa dei conti tra sovranisti e progressisti: la sinistra si svegli o saremo tutti servi"
Il filosofo all'HuffPost: "Se alle elezioni europee vincerà la destra non ci sarà più uno straccio di Ue"
Le elezioni europee che si terranno nella
prossima primavera sono "una resa dei conti tra europeisti e
sovranisti" e "tra meno di un anno il rischio è che non ci sia più
nemmeno uno straccio di Unione Europea, sarebbe una catastrofe
spaventosa". Ne è convinto il filosofo Massimo Cacciari che all'HuffPost
parla della prossima scadenza elettorale, il voto per il rinnovo del
Parlamento Europeo: un redde rationem, per l'ex sindaco di
Venezia, da cui dipendono la coesione e la tenuta dell'Unione Europea. A
inizio agosto ha lanciato un appello pubblico per risvegliare le
opposizioni dal torpore in cui sono cadute. Di questi temi, tra le altre
cose, si parlerà anche al Festival della Politica iniziato ieri a
Mestre e che durerà fino a domenica.
Professore, partiamo dagli ultimi fatti politici. Di Maio ottiene un accordo migliorativo sull'Ilva e chiude la vertenza con l'ok di azienda e sindacati; Salvini rassicura mercati e industriali riscuotendo apprezzamenti anche a Bruxelles. Come valuta questa svolta responsabile del governo "populista"?
Guardi, non mi auguro certo di andare completamente in merda. Se riescono a razionalizzare i loro discorsi e uscire dal clima elettorale, passando dalle chiacchiere a qualche risultato, sono la persona più contenta del mondo. Di certo non tifo per il tanto peggio tanto meglio. Ma dubito che sia questione di rassicurazioni, perché i conti sono quelli che sono e la situazione del Paese nei suoi fondamentali non è migliorata. Bisogna aspettare questo mese per tirare qualche prima somma, con la legge di Bilancio.
Però fa un certo effetto vedere i "populisti" utilizzare il linguaggio che piace all'establishment, no?
Ma per forza dovevano utilizzarlo. A meno che non fossero pazzi catastrofisti, non potevano non iniziare a soppesare le parole, a meditare di più su quello che si dice. Ma, ripeto, è prestissimo per tirare somme.
Lei a inizio agosto su Repubblica ha lanciato un appello pubblico per salvare l'Europa. Di che si tratta?
Tra meno di anno potrebbe non esserci più uno straccio di Unione Europea. E tutti devono essere consapevoli del pericolo che stiamo correndo. Sarebbe una sciagura per i nostri figli, gli Staterelli singoli da soli sarebbero rovinati. Occorre ripensare l'Ue a partire dalle sue istituzioni, non certamente ripetere quanto di sbagliato è stato fatto a Bruxelles in questi anni. L'appello è quindi rivolto a tutti, affinché facciano la loro parte nei loro rispettivi ambiti, territoriali e culturali, sindacali e politici. Ognuno deve rendersi conto che le diverse nazionalità hanno un futuro solo se si collocano in termini federali nell'ambito dell'Unione Europea. Nel nostro Paese, ma non solo, questo discorso è poco compreso.
Nel suo appello si rivolgeva anche alle opposizioni, in particolare ai partiti di centrosinistra, che in questa fase sembrano essere in affanno, incapaci di incidere e di apparire come credibile alternativa alle forze cosiddette populiste.
Quelle che adesso sono le opposizioni le hanno sbagliate tutte, dalla prima all'ultima. Cosa vuole fare? Il discorso sarebbe lungo, noioso, fatto e rifatto. Solo che ancora non c'è consapevolezza della straordinaria mole di errori fatti. Si tratta di capire se le forze di centrosinistra europee faranno tesoro della storia recente. Se vorranno programmare il loro destino, bene, altrimenti alle prossime elezioni europee sarà la loro fine. Gli altri, i sovranisti, non è che se la passino meglio, con tutte le loro contraddizioni. Com'è noto, è più facile fare l'opposizione che governare...
Però pare, almeno qui in Italia e in questa fase politica, che sia più facile governare che essere l'opposizione...
Eh insomma, sono anni che chi governa va alle elezioni e perde...
Lei quindi come se lo spiega questo exploit del consenso del Governo, e in particolare della Lega che ha sorpassato l'alleato 5 Stelle?
Corrisponde a delle domande precise del Paese. Non vi è dubbio che ci sia una corrispondenza ma ha i mesi contati: Salvini non potrà raccogliere consensi con una nave alla settimana. Anche lui dovrà affrontare altri argomenti. Come ho detto, si vedrà entro l'anno se riescono ad assumere credibilità.
Il "sovranismo", come viene chiamato, è destinato a durare o è un fenomeno politico effimero?
Il sovranismo è l'effetto delle politiche europee dall'euro in poi. Una Ue senza solidarietà, senza politiche sociali, senza governo della moneta unica doveva produrre per forza reazioni del genere. Non è l'Europa che volevamo, o che almeno io speravo. Ora però bisogna rimontare tutto sapendo bene che i sovranismi entreranno ovviamente e per loro natura in contraddizione tra loro distruggendo ogni barlume di unione. E questo è un disastro spaventoso economico, politico e sociale. Le cause di questi sovranismi sono fin troppo chiare.
Le europee del prossimo anno saranno una resa dei conti tra progressisti e sovranisti?
Sì, lo saranno. Se in primavera ci sarà una maggioranza di destra, l'Europa non ci sarà più. E senza Europa gli staterelli europei sono destinati a essere succubi di tutte le tendenze culturali, economiche e scientifiche che si determineranno nell'ambito dei sovranismi. Se vogliamo vivere tutti da servi al seguito del carro del destino, padroni di esserlo e avanti popolo.
Professore, partiamo dagli ultimi fatti politici. Di Maio ottiene un accordo migliorativo sull'Ilva e chiude la vertenza con l'ok di azienda e sindacati; Salvini rassicura mercati e industriali riscuotendo apprezzamenti anche a Bruxelles. Come valuta questa svolta responsabile del governo "populista"?
Guardi, non mi auguro certo di andare completamente in merda. Se riescono a razionalizzare i loro discorsi e uscire dal clima elettorale, passando dalle chiacchiere a qualche risultato, sono la persona più contenta del mondo. Di certo non tifo per il tanto peggio tanto meglio. Ma dubito che sia questione di rassicurazioni, perché i conti sono quelli che sono e la situazione del Paese nei suoi fondamentali non è migliorata. Bisogna aspettare questo mese per tirare qualche prima somma, con la legge di Bilancio.
Però fa un certo effetto vedere i "populisti" utilizzare il linguaggio che piace all'establishment, no?
Ma per forza dovevano utilizzarlo. A meno che non fossero pazzi catastrofisti, non potevano non iniziare a soppesare le parole, a meditare di più su quello che si dice. Ma, ripeto, è prestissimo per tirare somme.
Lei a inizio agosto su Repubblica ha lanciato un appello pubblico per salvare l'Europa. Di che si tratta?
Tra meno di anno potrebbe non esserci più uno straccio di Unione Europea. E tutti devono essere consapevoli del pericolo che stiamo correndo. Sarebbe una sciagura per i nostri figli, gli Staterelli singoli da soli sarebbero rovinati. Occorre ripensare l'Ue a partire dalle sue istituzioni, non certamente ripetere quanto di sbagliato è stato fatto a Bruxelles in questi anni. L'appello è quindi rivolto a tutti, affinché facciano la loro parte nei loro rispettivi ambiti, territoriali e culturali, sindacali e politici. Ognuno deve rendersi conto che le diverse nazionalità hanno un futuro solo se si collocano in termini federali nell'ambito dell'Unione Europea. Nel nostro Paese, ma non solo, questo discorso è poco compreso.
Nel suo appello si rivolgeva anche alle opposizioni, in particolare ai partiti di centrosinistra, che in questa fase sembrano essere in affanno, incapaci di incidere e di apparire come credibile alternativa alle forze cosiddette populiste.
Quelle che adesso sono le opposizioni le hanno sbagliate tutte, dalla prima all'ultima. Cosa vuole fare? Il discorso sarebbe lungo, noioso, fatto e rifatto. Solo che ancora non c'è consapevolezza della straordinaria mole di errori fatti. Si tratta di capire se le forze di centrosinistra europee faranno tesoro della storia recente. Se vorranno programmare il loro destino, bene, altrimenti alle prossime elezioni europee sarà la loro fine. Gli altri, i sovranisti, non è che se la passino meglio, con tutte le loro contraddizioni. Com'è noto, è più facile fare l'opposizione che governare...
Però pare, almeno qui in Italia e in questa fase politica, che sia più facile governare che essere l'opposizione...
Eh insomma, sono anni che chi governa va alle elezioni e perde...
Lei quindi come se lo spiega questo exploit del consenso del Governo, e in particolare della Lega che ha sorpassato l'alleato 5 Stelle?
Corrisponde a delle domande precise del Paese. Non vi è dubbio che ci sia una corrispondenza ma ha i mesi contati: Salvini non potrà raccogliere consensi con una nave alla settimana. Anche lui dovrà affrontare altri argomenti. Come ho detto, si vedrà entro l'anno se riescono ad assumere credibilità.
Il "sovranismo", come viene chiamato, è destinato a durare o è un fenomeno politico effimero?
Il sovranismo è l'effetto delle politiche europee dall'euro in poi. Una Ue senza solidarietà, senza politiche sociali, senza governo della moneta unica doveva produrre per forza reazioni del genere. Non è l'Europa che volevamo, o che almeno io speravo. Ora però bisogna rimontare tutto sapendo bene che i sovranismi entreranno ovviamente e per loro natura in contraddizione tra loro distruggendo ogni barlume di unione. E questo è un disastro spaventoso economico, politico e sociale. Le cause di questi sovranismi sono fin troppo chiare.
Le europee del prossimo anno saranno una resa dei conti tra progressisti e sovranisti?
Sì, lo saranno. Se in primavera ci sarà una maggioranza di destra, l'Europa non ci sarà più. E senza Europa gli staterelli europei sono destinati a essere succubi di tutte le tendenze culturali, economiche e scientifiche che si determineranno nell'ambito dei sovranismi. Se vogliamo vivere tutti da servi al seguito del carro del destino, padroni di esserlo e avanti popolo.
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