venerdì 15 giugno 2018

Aston Martin, va all'asta il mito di James Bond

Aston Martin, va all'asta il mito di James Bond
Atteso un nuovo record rispetto ai 4 milioni della precedente vendita. Tutti i trucchi sono ancora funzionanti - Foto


Il mito è in vendita: l'auto più famosa del mondo, l'Aston Martin DB5 usata nei film di James Bond, da Goldfinger in poi, va all'asta. Anzi, ri-va all'asta perché un primo passaggio all'incanto fu già fatto nel 2001, quando la DB5 fu venduta per 200 mila dollari, poi nel 2010 per circa 4 milioni di dollari. Ora però ci si aspetta un nuovo record. Appuntamento quindi il 13 luglio al Goodwood Festival of Speed... Ma cosa ha di tanto speciale questa DB5? L'elenco è lungo: parabrezza antiproiettile, targhe ruotanti, mitra estraibili, mozzi trancia-gomme, sistema lancia olio o fumo. La vettura fu acquistata nel 1969 dall'ex Dj americano Jerry Lee, che l'acquistò nel 1969 per 12 mila dollari direttamente dall'Aston Martin. Che gliela diede solo a condizione di poter usare la vettura a scopi promozionali ogni qual volta lo avesse ritenuto necessario. La Db5 delle meraviglie apparve però in pubblico per l'ultima volta negli anni Settanta: poi Lee la chiuse in un garage a tema James Bond. Poi le due aste di cui parlavamo
Aston Martin, va all'asta il mito di James Bond
L'Aston Martin DB5 di 007 d'altra parte è davvero una pietra miliare non solo nel mondo dei motori e del cinema: tutti i suoi trucchi hanno fatto scuola e sono stati trasformati nel tempo in realtà da Cia e Kgb: le sue auto erano esemplari unici per esigenze cinematografiche, ma molti dei sistemi lanciati dal personaggio di Jan Fleming sono diventati realtà sulle auto "normali". Si va dai pneumatici che non bucano alle blindature anti razzo, ma non mancano nemmeno i mitra che compaiono dal nulla dal cofano, usati ora sui veicoli americani. Anche l'auto anfibia oggi esiste, e lo stesso vale per il radar che guida la macchina nella nebbia o per il localizzatore satellitare.

Perfino i trucchi più folli ora sono realtà: ricordate il famoso "Thunderball-Operazione Tuono" del 1965, che mostrò al pubblico lo spettacolare seggiolino volante? Bond lo mise in azione per oltrepassare un muro altissimo e raggiungere così la sua amata Aston Martin, alla guida della quale è riuscito a fuggire. Un trucco, per gli spettatori di 40 anni fa, ma che in realtà è stato messo a punto dai Laboratori Bell Textron per l'esercito americano. Funziona con un gas ad alta pressione che fa da propellente e può portare una persona al di là di un ostacolo alto nove metri, ad una velocità di 11-16 chilometri all'ora e in 30 secondi di "volo". Qualcosa di molto simile è stato anche usato sotto gli occhi di tutti 20 anni dopo l'uscita del film, nella cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Los Angeles del 1984.

Tra i trucchi che mister 'Q' dell'M15 metteva a disposizione dei suoi agenti, nei film tratti dalle storie narrate da Ian Fleming, anche delle impronte digitali false. In 'Una cascata di diamanti', il film uscito nel 1971, Bond indossa quelle di un altro, fatte in latex dai laboratori dell'intelligence di Londra, e riesce a imbrogliare gli avversari. In effetti le impronte digitali false, create con materiali plastici di facile reperibilità, possono mettere in crisi i sistemi di sicurezza che utilizzano i dati biometrici. E non molto tempo fa ricercatori giapponesi sono riusciti a ingannare un sistema usando proprio delle impronte false, create con un calco di gelatina.
Aston Martin, va all'asta il mito di James Bond
Ma non è finita. Pochi sanno che i "trucchi" di Bond erano attentamente studiati alla Lubjanka, dove i vertici del Kgb trascorrevano notti insonni davanti alle spettacolari imprese e le ingegnose diavolerie dell'agente segreto di Sua Maestà. Il servizio segreto sovietico era infatti convinto che le armi di 007 non erano frutto della fantasia, ma che riflettessero la ricerca militare più all'avanguardia dell'odiato Occidente. Al punto che, non appena un film finiva in sala, una copia approdava alla Lubjanka e gli scienziati al servizio del Cremlino realizzavano prototipi di quelle armi. A rivelarlo era stato nel 1995 un alto funzionario del Kgb che ha fatto la storia dello spionaggio, l'ex capo della 'rezidenturà di Londra, Oleg Gordievsky, la cui defezione segnò uno dei più clamorosi casi di tradimento della Guerra Fredda.

"Si pensava che, sebbene si trattasse di fantasia, ci dovesse essere una base fattuale. La tecnologia occidentale è così avanzata, si diceva, che certe armi dovevano esistere per forza". Insomma, Gordievsky ammise che i film di James Bond, vietati in Urss, erano obbligatori per gli agenti del Kgb e rivelò che il servizio segreto russo istituì quattro sezioni speciali- armi, veleni, sorveglianza, codici speciali- che avevano il compito di copiare e sviluppare le diavolerie che 'Q' forniva a James Bond. E proprio 'Q', o meglio l'attore Desmond Llewellyn, ammise in seguito che per realizzare le diavolerie dell'Aston furono consultati l'esercito americano e le grandi multinazionali dell'epoca, quali la Philips...

 

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