lunedì 2 aprile 2012

PREMIO LETTERARIO ALBEROANDRONICO ROMA 30 MARZO 2012 CAMPIDOGLIO SALA PROTOMOTECA







Con queste poesie ho partecipato al  V° premio nazionale di poesia e narrativa: AlberoAndronico - Roma, classificandomi al sesto posto, con il riconoscimento di un Diploma di Merito e una Targa premio, nel settore B: Silloge . Titolo dell'opera: 
"La follia dell'uomo" 


Indice

Maschere ubriache
Nuovo giorno
Parole
Vorrei fermare il tempo
Il colore del cielo
Rosa appassita
Sogni impossibili
Assenza



Maschere ubriache

Corri nella notte
assieme a donne
consacrate alla follia;
i loro veli da sposa
sporchi, laceri,
il miele che ricopriva la carne
spazzato via da api inferocite.
Guardi un sogno irreale
diventare realtà,
sorridi ad angeli privi di ali,
corpi fatti a pezzi
distesi sopra pietre acuminate.
Ritorni a casa,
esci da un girone infernale
calpestando maschere ubriache,
lontano da inutili finzioni.



Nuovo giorno

Rileggo le poche parole,
contorte, scritte con fatica,
la lingua blocca il mio respiro,
mi chiude la gola,
getto lontano la penna;
corro in strada,
mi trascino in mezzo alla folla;
vedo un albero cadermi addosso,
le stelle bruciarlo;
la nebbia avanzare,
coprire con arroganza
una tomba vuota in mezzo a un prato.
Sento un lupo urlare alla luna
suoni nel vento.
Inizia un nuovo giorno,
ho chiuso gli occhi,
nella mia mente c’è una luce,
sei tu che sorridi,
mi prendi per mano,
mi porti tra le nuvole,
non mi lasci più.



Parole

 Una lunga vita
 che evoca ricordi tristi;
 sono caduto nella polvere,
 ne ho assaporato il gusto amaro,
 sono stato un bersaglio perfetto:
 un uccello in volo.
 Ho guardato da lontano
 baci e dolcezze per lungo tempo proibite.
 Ma, adesso, eccomi a te, cara amica,
 se ho perso qualcosa nel terreno, non cercarla,
 io sono l’erba, gli alberi, il mare:
 la mia tristezza lava le pietre.
 Scrivo queste parole al vento
 perché possa trasportarle lontano,
 perché nessuno possa più ascoltarle.



Vorrei fermare il tempo

Osservo la resina gocciolare dagli alberi,
lacrime che scavano la corteccia,
creano solchi nelle mie guance,
bagnano la mia bocca,
la deformano in una smorfia.
Provo a balbettare alcune parole,
deboli richiami,
cancellati da rumori che scorrono ai miei piedi.
Vorrei fermare il tempo,
ritornare tra le tue braccia ma il giorno finisce,
la notte si impadronisce dei miei pensieri,
cancella dal mio viso la sofferenza,
mi addormento esausto. 



Rosa appassita

Il lento scorrere del tempo,
disegna rughe profonde sul tuo volto.
Osservi un fantasma attraversare la tua pelle;
cammina sull’acqua gelida di un ruscello;
cento brividi percorrono il tuo corpo;
ti adagi sull’erba, sei stanca, sfinita,
la luna sorge improvvisa, impietosa,
illumina una rosa appassita,
cento petali dispersi nel vento.



Sogni impossibili

Prima che il mondo bruci,
accarezza il mio corpo,
ricoprilo di baci,
fissalo nei tuoi occhi.
Sfida l’amore impossibile,
salta sopra le stelle,
come in un ballo imperiale.
Stendimi nel ventre molle della luna,
strofina di cenere la mia pelle,
penetra i miei sogni, da sempre desiderati.
Voglio annegare in una carrozza
che corre sull’acqua,
aggrapparmi a cavalli
bianchi esausti,
sfidare la vita:
quella che si prende gioco di noi,
ubriachi di felicità.



Assenza

La tua assenza si percepisce nell’aria,
muove note invisibili,
mi segue metodica,
non posso sfuggirle,
non appartiene al tempo,
alla strada buia.
E’ un’ombra che gioca tra noi, con noi;
ci aiuta a cercarci, con indifferenza, con ansia,
si consuma quando i tuoi occhi brillano,
le tue labbra tremano:
diventa presenza, nuove note invisibili.


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