Prostituta
Dovevo essere proprio ubriaco quella sera, tanto da infilarmi in un letto con una squallida prostituta; quello che volevo lei lo sapeva bene e i suoi gesti meccanici avevano soddisfatto abilmente il mio desiderio, questione di pochi attimi ed era tutto finito.
Distesi nel letto sembravamo due cadaveri, ognuno con i suoi problemi irrisolti; l’osservavo accendersi una sigaretta mentre riponeva i soldi nella sua capace borsa. Fantasticavo su quel corpo venduto più volte e ormai sfatto, buono solo per appagare con misera moneta, pruriti indecenti.
La immaginai giovane, come sicuramente un tempo lei era stata.
I suoi capelli curati e profumati, la sua pelle morbida e vellutata, la sua bellezza arrogante e sicura; la tristezza nel vederla sparire giorno dopo giorno, davanti a uno specchio. Lo splendore dei suoi occhi invecchiati, ormai freddi: rare volte velati di lacrime.
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