Silya contro il re la cantante berbera simbolo della rivolta del suo popolo
RISCHIA di spezzarsi, perché una donna di ventitré anni che soffre di claustrofobia non può essere chiusa in cella, minacciata di stupro e forse filmata nuda dai carcerieri contro la sua volontà. Ma Salima Ziani, più conosciuta nel mondo della musica marocchina con il nome berbero di Silya, non si piega. La cantante, rinchiusa nella prigione Oukacha di Casablanca, ha deciso di contestare l'arresto nel modo più radicale possibile, rifiutando il cibo. Attivista della causa del Rif, la regione montuosa sulla costa nord del paese, nelle settimane prima dell'arresto è diventata il simbolo della rivolta. Poi le autorità marocchine hanno valutato che la giovane stava diventando pericolosa, e l'hanno arrestata assieme a Nabil Ahamjik, l'erede di Nasser Zafzafi alla guida del movimento autonomista.Quest'ultimo è in prigione dal 29 maggio con l'accusa di aver attentato alla sicurezza dello Stato e oltraggio al re, e rischia l'ergastolo. Ma per la ragazza il carcere di Casablanca è un incubo, tanto che la giovane ha cominciato lo sciopero della fame il 17, seguita due giorni dopo dagli altri detenuti autonomisti dell'Hirak, il "movimento". In tutto sono almeno 150 gli arrestati del Rif.
«La nostra è una battaglia di principi, anche se arrestano i capi del movimento, andremo avanti con la lotta. Il Rif intero crede nella libertà, nell'umanità e nella giustizia sociale», aveva detto prima del momento dell'arresto la giovane.
Studentessa di cultura berbera all'università di Oujda, ha abbandonato gli studi dopo la morte del giovane pescivendolo Mohcine Fikri, ucciso il 28 ottobre scorso da un camion compattatore di immondizia mentre cercava di riprendersi il pesce spada che gli era stato sequestrato, nella città di Al Hoceïma. L'incidente era stato ripreso con i telefoni cellulari, e la diffusione delle sconvolgenti immagini su Internet ha suscitato un'ondata di rabbia generale. Allo sfortunato venditore la giovane ha dedicato una canzone in lingua amazigh, mentre decine di migliaia di persone sono scese in piazza per protestare, al punto che le autorità hanno preso le distanze dall'accaduto e lo stesso re Mohammed VI ha chiesto un'inchiesta immediata.
L'episodio ricorda in parte la vicenda di Mohamed Bouazizi, il venditore ambulante tunisino che si era dato fuoco per protestare contro il sequestro della sua frutta da parte della polizia, aprendo la strada alle proteste che avrebbero provocato la caduta del dittatore Ben Ali. Come Silya Ziani, decine di migliaia di persone hanno deciso di mostrare la propria rabbia scendendo in piazza, prima nella regione del Rif, poi anche a Rabat. Gli slogan erano riferiti all'arresto di Zafzafi: «Siamo tutti Nasser», oppure: «Libertà per i prigionieri politici», o più semplicemente: «Non ci arrendiamo». La cantante partecipava alle manifestazioni sempre avvolta nella bandiera Amazigh: è un tricolore a strisce orizzontali azzurro, verde e giallo con una figura dell'alfabeto berbero che rappresenta "l'uomo libero", illegale in Marocco.
La Ziani è l'unica donna arrestata, assieme ad almeno 85 uomini finiti in manette per aver reclamato maggiore autonomia e più servizi nel Rif. «Mia figlia è finita in carcere per aver chiesto un'università, un ospedale, più strade per la nostra regione», ha dichiarato il padre di Silya alla stampa spagnola, attenta agli avvenimenti marocchini anche perché gli attivisti del Rif continuano a guardare verso Madrid, a cui la regione faceva riferimento fino al 1956.
Ma mentre la giovane resta in carcere, il braccio di ferro nella regione del Rif va avanti. La grande manifestazione di Al Hoceima — indetta per giovedì scorso nonostante il divieto delle autorità centrali marocchine — è stata dispersa a forza di manganelli e lacrimogeni dalla polizia. Un dimostrante è finito in coma, diversi altri sono rimasti feriti: secondo il bilancio della autorità, una dozzina di manifestanti e una settantina di poliziotti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L'artista 23enne in una cella a Casablanca ha cominciato lo sciopero della fame
Una manifestante del Rif in piazza con l'immagine del volto della cantante berbera Silya
Giampaolo Cadalanu
Nessun commento:
Posta un commento