giovedì 3 gennaio 2013

Kundera


Tutti abbiamo bisogno che qualcuno ci guardi. A seconda del tipo di sguardo sotto il quale 

vogliamo vivere potremmo esser suddivisi in 

quattro categorie.

La prima categoria desidera lo sguardo di un numero infinito di occhi anonimi: in altr

termini, desidera lo sguardo di un pubblico.

La seconda categoria è composta da quelli che per vivere hanno bisogno dello sguardo di 

molti occhi a loro conosciuti. Essi sono più 

felici delle persone della prima categoria le quali, quando perdono il pubblico, hanno la 

sensazione che nella sala della loro vita si siano 

spente le luci. Succede, una volta o l’altra, quasi a tutti. Le persone della seconda 

categoria, invece, quegli sguardi riescono a 

procurarseli sempre.

C’è poi la terza categoria, la categoria di quelli che hanno bisogno di essere davanti agli 

occhi della persona amata. La loro condizione 

è pericolosa quanto quella degli appartenenti alla prima categoria. Una volta o l’altra gli 

occhi della persona amata si chiuderanno e 

nella sala ci sarà il buio.

E c’è infine una quarta categoria, la più rara, quella di coloro che vivono sotto lo sguardo 

immaginario di persone assenti. Sono i 

sognatori.



(Milan Kundera, L'insostenibile leggerezza dell'essere)

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