domenica 27 gennaio 2013

Auschwitz


Ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere quest'offesa, la 
demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è
rivelata: siamo arrivati in fondo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c'è, e non è pensabile. Nulla è più nostro: ci
hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci
ascoltassero, non ci capirebbero.

Primo Levi

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