lunedì 19 marzo 2012

TAV LETTERE ALLA NUOVA VENEZIA


TAV

La devastazione di un territorio non fa mai piacere a nessuno, soprattutto se è imposta dall’alto e se, chi, in quel territorio, ci deve vivere. Sto parlando della TAV, che tanto fa discutere la Val di Susa, il Piemonte e l’Italia intera. La cosa, vista da 600 Km. di distanza può anche sembrare incomprensibile, visto che si parla di una linea ferroviaria, mezzo di comunicazione, nei cui confronti, anni addietro si spingeva molto, contestando al contrario, la massiccia costruzione di autostrade, tangenziali e superstrade, rigorosamente a pagamento, cosa che succede tutt’ora, del resto. Non entro quindi nel merito, caso mai sono perplesso nel leggere che c’è pure un comitato no TAV della Calabria, con tutti i problemi idrogeologici e le frane che hanno… sicuramente un eccesso di solidarietà. La cosa che, magari da fastidio, è la strumentalizzazione che ne viene fatta, a man bassa , dai cosiddetti, No Global, Black-Block , ragazzi che sono diventati dei professionisti della guerriglia e che danneggiano la popolazione, quella che protesta civilmente perché lì ci deve vivere. I politici naturalmente si sono gettati a corpo morto nell’argomento, ormai siamo alla caduta degli “Dei”, chiamiamoli ancora così, visto che sparano contro il progetto, dimenticando quanto detto e fatto anni prima. Ma, voglio tornare a noi Veneti e in particolare al nostro territorio. Se per una ferrovia è successo tutto questo finimondo, qui da noi cosa succederà, con tutto quello che ci è stato “imposto” dall’alto, ossia Mose in via di ultimazione, fra qualche decina d’anni; prossima sub-lagunare, in modo che i turisti anziché una giornata intera si fermino a Venezia solo qualche ora, raddoppiando il flusso; camionabile e Romea commerciale, in dirittura d’arrivo e, ciliegina sulla torta quella grandissima speculazione immobiliare a nome Veneto City, buona solo a distruggere la “Riviera del Brenta. Andremo a la guere, comme a la guere? Un mio amico, tempo addietro ha scritto un sonetto ironico su quest’ultima opera, “Veneto… siti”, che è lo stile con cui ci distinguiamo ormai da anni per accettare tutto quello che i politici si sognano di notte, per realizzare poi il giorno dopo e con una celerità da record oltre tutto.   A proposito, un’ultim’ora ci informa che l’attuale Premier vorrebbe procedere, d’ora in poi e, prima dell’esecuzione delle grandi opere, come si usa in Francia, ovvero un “Debat pubblic”, una consultazione preventiva della popolazione che, in quei posti ci deve vivere. Mi sembra giusto, se non altro per evitare di arrivare a atti estremi come quelli che si vedono in questi giorni. E se fossimo proprio noi veneti a inaugurare queste nuove iniziative? Abbiamo già raccolto 11.000 firme in Riviera, snobbate dai sindaci favorevoli all’opera. Adesso s’intravede la possibilità di fare, non un referendum ma una consultazione preventiva degli abitanti, fatta in modo serio e responsabile, per far valere le ragioni di una cittadinanza, ormai quasi rassegnata, ai potenti di turno che, come al solito, fanno il bello e cattivo tempo sopra le loro teste. Fino adesso i “costruttori” ci hanno detto di aver fatto le cose in regola, facciamole fino in fondo, vediamo cosa succede. Oppure preferiscono le barricate come sta succedendo in Piemonte?

CHECCUSWRITER PUBBLICATA SULLA NUOVA VENEZIA

Marzo 2012  

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