Notti e notti nell’oscurità,
le trascorro osservando
gli astri.
Ho ridotto il mio corpo
a prato dolorante,
un fiore violaceo
cerca la sua preda,
vuole la tua bocca
dolce e profumata,
è stanco di inghiottire aria.
E’ un agonia che spezza la carne,
frammenta il desiderio,
fa parlare in modo osceno
la mia lingua,
cancella le note di un pianoforte.
Osservo da lontano Venere
accarezzare quel fiore
con mano calda,
masticarne i petali,
chiudere la porta ai ricordi.
CheccusWriter
CheccusWriter
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