L’altra sera ho incontrato la morte,
mi salutò e le risposi gentilmente.
Non ero stupito e se ne accorse sorpresa:
“Cosa devo fare perché tu mi consideri
un essere ripugnante,
privo di sensibilità,
caparbiamente attratto dalle disgrazie altrui?” Mi chiese.
“Nulla, fai il tuo mestiere;
da sempre terrorizzi l’uomo,
lo prendi per mano fin dalla nascita,
lo guidi senza appello nella tua dimora,
lo lasci cadere all’improvviso ai tuoi piedi;
tu non mi crei angosce,
sei solo un ombra che vola bassa,
come gli avvoltoi;
nessuno potrà mai aver paura
di ciò che è già morto,
per questo non ti temo,
non ti darò mai soddisfazione.”
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