Analisi politica
Da tempo sostengo che questo Governo è composto da due differenti modi di fare politica, anche se, vorrebbero far credere di agire con una sostanziale unità di comportamenti. Da una parte la componente Berlusconiana, il cui unico scopo, anziché risolvere i problemi del Paese, è tutelare gli interessi personali del Presidente del Consiglio, dall’altro la lega, ormai passata dall’antico slogan contro “Roma ladrona”, all’occupazione sistematica di tutti i posti economici chiave, nella Padania e nel resto del Paese. Il punto in comune, casomai, sta nel non sapere governare; i primi perché in altre faccende affaccendati, i secondi perché, finiti gli slogan, serviti per ottenere i voti, non solo non riescono a gestire l’ordinarietà delle cose e, questo si badi bene, vale per il governo centrale e per quello periferico ma di fronte alla prima vera crisi internazionale, calano le braghe in preda al panico. I poveri illusi che li hanno votati, credendo ai loro slogan, sicuramente di grande impatto psicologico ma volatilizzatisi nel giro di poche settimane, ora sono in affanno. Convinti che questi personaggi, glorificati e incensati da sempre, siano in grado di fare vedere la loro caratura, non dico di statisti ma più comunemente di uomini di governo che sanno fare l’interesse della Nazione, ora assistono sgomenti ai tragici silenzi, alla trasformazione dei lavori parlamentari, in occasione di insulti e scontri feroci, sul nulla, quando alle porte di casa nostra ci sono problemi enormi, da risolvere subito, con esperienza e decisione, facendo vedere che l’Italia non è quel paese ridicolo messo in vetrina in Europa e nel resto del mondo. Il problema extracomunitari, del resto, riassume molto bene quanto scritto sopra: O è stato usato a proposito per ingigantire un problema, su cui si è creato il consenso elettorale o non si è stati capaci di risolverlo per inettitudine. Del federalismo si sono perse le tracce e le regole fondamentali; si esulta per la sua approvazione dimenticando che il testo originale à stato stravolto, almeno per i leghisti, e quel che ne rimane, è passato con l’astensione benevola dell’opposizione. Dietro ai clandestini e al federalismo, purtroppo c’è il vuoto e mi dispiace per i seguaci leghisti della prima ora, anche perché ce ne sono di onesti e validi, anche tra di loro, purtroppo sono stati sopraffatti dalla folla di affaristi e qualunquisti, che fanno arrossire anche i vecchi esponenti della fu Democrazia Cristiana. C’è il vuoto politico di proposte, di programmi, di educazione, di rispetto per l’avversario politico, che si cerca di eliminare in tutti i modi, inventandosi scandali inesistenti, buoni solo per lasciare tracce sui giornali scandalistici, rovinando la persona, quando, invece chi compie veramente gli scandali, è osannato come un Dio; c’è l’appropriazione di idee altrui che si portano a conclusione con mezzi e spreco di soldi mai visti più che con bravura e volontà personale. Di Berlusconi ormai, c’è poco da dire, lui ha in mente solo una cosa: salvarsi dalla galera; tutti quelli che lo circondano, sanno che la nave sta affondando e, quindi cercano di arraffare tutto quel che è possibile, disposti a perdere la faccia pur di accedere, anche se per pochi mesi, a ricchezza e potere. Che tristezza vedere cattolici ferventi, tentare di giustificare il puttanaio di Arcore con convinzioni da veri discepoli. Dell’opposizione, che dire, il segretario del maggior partito, fa il suo onesto lavoro da vecchio politico consumato, quando dovrebbe avere il coraggio di fare emergere, sul serio, i giovani che ci sono ma scalpitano, costretti al palo, senza contare le lotte fratricide tra vecchi colonnelli, che in televisione proclamano l’unità del partito, e poi se le danno di santa ragione, creando sconcerto tra gli elettori fedeli. Ad un anno dalle elezioni amministrative, nel Comune in cui abito, c’è il silenzio assoluto da parte dell’opposizione, di qualsiasi tipo; a parte qualche timido “belato”, tutti sperano che la gente si renda conto degli errori e dell’inefficienza di chi ci governa. Ma ci vuole ben altro per convincere gli elettori, che, ormai, sembrano rassegnati alla loro sorte.