Per Di Maio il testo sulla pace fiscale è stato manipolato
L'accusa del vicepremier: «Nel testo che è arrivato al Quirinale c'è lo scudo per i capitali all'estero. Io non lo firmo e denuncio». Ma il Colle precisa di non aver ricevuto alcun documento. Conte: «L'ho bloccato».
Diventa un caso il via libera alla pace fiscale da parte del governo. La denuncia è opera del vicepremier Luigi Di Maio, perentoriamente smentito dalla presidenza della Repubblica. «Nel testo che è arrivato al Quirinale c'è lo scudo fiscale per i capitali all'estero. E c'è la non punibilità per chi evade. Noi non scudiamo capitali di corrotti e di mafiosi. E non era questo il testo uscito dal Cdm», ha detto Di Maio durante la registrazione di Porta a Porta. «Io questo testo non lo firmo e non andrà al parlamento. Domani andrò in procura a denunciare», ha aggiunto.«Questo è un condono come quelli che faceva Renzi, io non lo faccio votare». A stretto giro è, però, arrivata la precisazione del Colle, per il quale il documento del governo non è ancora arrivato a destinazione. L'ufficio stampa del Quirinale ha precisato che «il testo del decreto legge in materia fiscale per la firma del presidente della Repubblica non è ancora pervenuto». Fonti di Palazzo Chigi hanno riferito che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha in seguito bloccato l'invio del decreto fiscale al Quirinale e che rivedrà personalmente il dl articolo per articolo. Il decreto fiscale, si apprende ancora, è stato anticipato al Colle in via meramente informale come è consuetudine fare in questi casi.«NON HO RAGIONI DI DUBITARE DELLA LEGA»
«Io non ho ragione di dubitare della Lega perché ci siamo stretti la mano», ha spiegato nella sua denuncia Di Maio, rispondendo a Bruno Vespa che gli chiedeva se avesse qualche dubbio sulla "manina" che avrebbe apportato le variazioni sul testo del decreto fiscale. «Tendo a escludere responsabilità politiche perché abbiamo raggiunto un accordo politico e perché mi fido delle persone che sono al governo», ha poi aggiunto in un altro passaggio. La Lega, da parte sua, ha risposto con freddezza: «Noi siamo gente seria e non sappiamo niente di decreti truccati, stiamo lavorando giorno e notte sulla riduzione delle tasse, sulla legge Fornero e sulla chiusura delle liti tra cittadini ed Equitalia».
«È accaduto un fatto gravissimo!», ha rincarato la dose Di Maio sui social. «Il testo sulla pace fiscale che è arrivato al Quirinale è stato manipolato. Nel testo trasmesso alla presidenza della Repubblica,
ma non accordato dal Consiglio dei ministri, c'è sia lo scudo fiscale
sia la non punibilità per chi evade. Non so se una manina politica o una
manina tecnica, in ogni caso domattina si deposita
subito una denuncia alla procura della Repubblica perché non è possibile
che vada al Quirinale un testo manipolato!».
SULLA REPLICA DEL QUIRINALE: «SE È COSÌ BASTA LO STRALCIO»
E in merito alla replica del Quirinale: «Se non è così», ha osservato, «allora basta lo stralcio». Le opposizioni intanto sono passate allo sberleffo: Di Maio, per Pd e Fi, è perseguitato dalla teoria del complotto. Nel mirino del leader M5S è finito in particolare «lo scudo fiscale per i capitali all'estero» che nel testo non appare tale in realtà perché permette di sanare due specifiche imposte su proprietà e attività fiscali all'estero già dichiarate anche se in maniera non completa. Ma a non andare giù a Di Maio, «c'è anche la non punibilità per chi evade». È la prima volta che la cosiddetta pace fiscale viene messa nero su bianco e nell'ultima bozza del decreto fiscale, successiva all'approvazione del testo da parte del Consiglio dei ministri, la soglia di 100 mila euro all'anno - si legge nel testo - è relativa alla «singola imposta». E riguarda anche l'Iva. Per il momento l'articolo 9, oggetto dell'invettiva M5s, esclude la punibilità per «dichiarazione infedele, omesso versamento di ritenute e omesso versamento di Iva: i tre reati non sono punibili, fino al 30 settembre 2019, anche nel caso di riciclaggio o impiego di proventi illeciti». Resta da decidere se escludere la punibilità della dichiarazione fraudolenta.
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