22 ottobre 2018
Caro Beppe Grillo, lasci perdere gli autistici
Lei denigra e prende in giro persone come mio figlio Luca, tra le più vulnerabili sulla faccia della terra. Ma ormai non mi stupisco più. E questa sì è una malattia nevrotica.
Carissimo signor Beppe Grillo,
ormai, quasi, non mi stupisco più. Ed è questa è la vera malattia nevrotica di cui dovrei preoccuparmi. Non mi stupisco che si usino persone come mio figlio, di professione autistico a basso funzionamento, per denigrare, per offendere, per denunciare un male sociale. Non mi stupisco, ma dovrei, perché le persone come Luca, che spesso non hanno gli strumenti per controbattere, sono tra quelle più vulnerabili sulla faccia della Terra. È come se, invece di autistici per descrivere dei coglioni, si usassero le parole, che ne so, terroni, froci, negri, mongoloidi. Negli Anni 50, prima di un certo risveglio di alcune sensibilità sociali e, (scusi il parolone) morali, sarebbero tutte passate lisce. Prendere di mira gli autistici, purtroppo, non ha ancora raggiunto il livello di sdegno che le altre diversità si sono conquistate a botte di manifestazioni, litigate, lotte per diritti civili.
ormai, quasi, non mi stupisco più. Ed è questa è la vera malattia nevrotica di cui dovrei preoccuparmi. Non mi stupisco che si usino persone come mio figlio, di professione autistico a basso funzionamento, per denigrare, per offendere, per denunciare un male sociale. Non mi stupisco, ma dovrei, perché le persone come Luca, che spesso non hanno gli strumenti per controbattere, sono tra quelle più vulnerabili sulla faccia della Terra. È come se, invece di autistici per descrivere dei coglioni, si usassero le parole, che ne so, terroni, froci, negri, mongoloidi. Negli Anni 50, prima di un certo risveglio di alcune sensibilità sociali e, (scusi il parolone) morali, sarebbero tutte passate lisce. Prendere di mira gli autistici, purtroppo, non ha ancora raggiunto il livello di sdegno che le altre diversità si sono conquistate a botte di manifestazioni, litigate, lotte per diritti civili.
RACCONTATE LE VOSTRE BALLE, MA ALMENO LASCIATECI IN PACE
Non so se lei conosce una famiglia con una persona autistica, ma le assicuro che passiamo tutto il nostro tempo a cercare anche un piccolo angolo di serenità là dove politici come lei ci usano come esempio di coglioni. Gridiamo a squarciagola, ma in un silenzio quasi assordante, la nostra presenza; cerchiamo disperatamente di spiegare il nostro diritto alla dignità: pensi lei che ci sono ancora grandi gruppi che non hanno ancora raggiunto il privilegio della dignità! Le persone autistiche che, diversamente da mio figlio, hanno la fortuna di parlare sono arrivate a questa conclusione: almeno lasciateci in pace. Fate le vostre politiche, i vostri sermoni, dite le cose che chi vi vota vuole sentirsi dire per acchiappare più consenso possibile, dite le balle che vi sentite di dire, ma almeno lasciateci fuori da questo circo.UNA QUESTIONE DI ANALFABETISMO
Le persone autistiche (Asperger è ormai una diagnosi obsoleta, in caso volesse davvero saperlo, ma non credo interessi) hanno una qualità sopra tutte le altre, che se vuole posso elencarle: non rompono i coglioni a nessuno. Sono troppo presi a cercare di capire il mondo concreto, quello che permette loro di passare più inosservati possibili per non essere bullizzati, pensi un po’ lei. Non mi sembra di aver visto molte persone come mio figlio fare dibattiti in tivù, non mi sembra che la politica italiana sia stata particolarmente scalfita da loro. È stata scalfita permanentemente, quello sì, da persone disoneste, pronte a sparare su tutto e su tutti pur di avere un applauso e tre voti in più da persone che ridono e non si indignano davanti agli insulti. Il problema, a proposito di analfabetismo, come dice lei, è che ormai esiste un’enorme parte della popolazione affetta dall’autismo, che tra l’altro non è un disturbo nevrotico, non c’entra nulla con la nevrosi. Pare sia un disturbo genetico, che di nevrotico non ha proprio nulla. È quasi buffo che una persona che, come lei, denuncia l’ignoranza in Italia parli poi di autismo in questi termini. Ma anche questo è un classico di chi insulta: si fa di tutta un’erba un fascio, tanto la gente che ne sa?SIGNOR GRILLO, LASCI PERDERE
Come dicevo, non mi stupisco neanche più. A volte si dicono cose senza pensare, si sparano parole alla leggera, senza ponderare troppo le ripercussioni. Capita, capita sempre. Ma i politici, quelli che ci rappresentano, quelli che noi scegliamo per darci un esempio, quelli che in teoria dovrebbero in qualche modo migliorare la nostra vita non se lo possono permettere. Mai. Perché le parole, lo dicono in tanti, pesano come il piombo. Civiltà significa anche saperle usare in modo schietto, cercando di non ferire, di spiegare le nostre idee senza lasciarci dietro cadaveri. Abbiamo già una vita estremamente complessa, noi famiglie con persone autistiche, ci manca anche il politico che ci prende per il culo. Non sono nessuno per dirle come fare il suo lavoro, signor Grillo, ma se mi permette le do un consiglio: ci lasci perdere, piuttosto. Fa più bella figura.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nessun commento:
Posta un commento