giovedì 30 aprile 2015
mercoledì 29 aprile 2015
lunedì 27 aprile 2015
domenica 26 aprile 2015
i 5 libri per capire la resistenza
Per
celebrare i 70 anni della Liberazione dell'Italia dall'occupazione
nazifascista, ricordiamo alcune opere che riportano le sofferenze e le
speranze di quei giovani...
huffingtonpost.it
Eva Joly europa e colonialismo
Eva
Joly: «L'Europa metta fine al colonialismo» - L'Ue perpetra il suo
business in Africa. Senza curarsi degli abitanti. I barconi? «Un effetto
collaterale». La Verde...
lettera43.it
Insulina, alleata e nemica
Il
ruolo di questo ormone nella formazione del grasso corporeo, cosa
accade quando non ce n’è abbastanza o quando il fisico resiste. Le
complicanze del diabete. E chi pensa sia un problema degli anziani,
sbaglia di...
rainews.it
S. Lazzaro degli Armeni
Ogni anno il 24 aprile viene ricordato il massacro degli armeni. Lorenzo di Las Plassas è andato nella...
diabete consulenza
All’interno
del servizio, troverete pubblicata anche una ricca raccolta delle
risposte alle vostre domande più frequenti e di maggiore interesse.
Clicca qui per accedere e verificare se c’è quella che cerchi.
diabete.com
autostima e diabete
La
preoccupazione di tante persone affette da diabete è quella di non
poter condurre una vita piena e di essere costretti a rinunce
importanti.
diabete.com
i valori della glicemia
IL TEST ORALE DI TOLLERANZA AL GLUCOSIO (LA PROVA DA CARICO) – Quando viene richiesto, come ci si prepara, come viene eseguito
http://www.diabete.com/…/co…/test-da-carico-di-glucosio.html
http://www.diabete.com/…/co…/test-da-carico-di-glucosio.html
venipedia battitura baccalà
Oggi
continuo la pubblicazione di cartoline della tematica “Vecchi mestieri
scomparsi” e vi propongo, dell’Editore Brunner, “I bati bacalà a S.
Zanipolo” (I battitori di baccalà ai SS. Giovanni e Paolo).
La battitura del baccalà essiccato (stoccafisso, portato a Venezia nell'anno 1432 dal mercante Pietro Querini) si eseguiva in pubblico e all'aperto (oltre a SS. Giovanni e Paolo, anche al ponte delle Guglie), con un martello preferibilmente di legno (come nell'immagine), partendo dalla testa e procedendo verso la coda, poi dall'altro lato dalla coda verso la testa.
E’ una operazione faticosa della durata di circa un’ora che si esegue ancora oggi, necessaria per sfibrare il baccalà. In commercio esistono baccalà già battuti (con l’utilizzo di rulli), ma la battitura meccanica non è come quella manuale e il baccalà è più buono se preso a martellate (questo diceva la mia nonna!).
La cartolina, non viaggiata, è degli anni 1905-10
Grazie e continuate a visitare Venipedia e, anche, il Museo virtuale della Cartolina storica veneziana.
http://venipedia.it/museo-virtuale-della-cartolina-storica-…
La battitura del baccalà essiccato (stoccafisso, portato a Venezia nell'anno 1432 dal mercante Pietro Querini) si eseguiva in pubblico e all'aperto (oltre a SS. Giovanni e Paolo, anche al ponte delle Guglie), con un martello preferibilmente di legno (come nell'immagine), partendo dalla testa e procedendo verso la coda, poi dall'altro lato dalla coda verso la testa.
E’ una operazione faticosa della durata di circa un’ora che si esegue ancora oggi, necessaria per sfibrare il baccalà. In commercio esistono baccalà già battuti (con l’utilizzo di rulli), ma la battitura meccanica non è come quella manuale e il baccalà è più buono se preso a martellate (questo diceva la mia nonna!).
La cartolina, non viaggiata, è degli anni 1905-10
Grazie e continuate a visitare Venipedia e, anche, il Museo virtuale della Cartolina storica veneziana.
http://venipedia.it/museo-virtuale-della-cartolina-storica-…
sabato 25 aprile 2015
25 Aprile di ogni anno
Un'unica
domanda: "Perché ce ne ricordiamo solo e sempre ogni 12 mesi? Il
fascismo c'è ancora anche adesso, magari sotto altre forme, senza
scomodare dittature di antica memoria perché la violenza è fascismo,
senza se e senza ma. Forse fare capire tutto questo ai giovani che di
Mussolini e Hitler non hanno nessuna cognizione storica anzi ignoranza
assoluta, unita a indifferenza, visto che sono cose giudicate distanti,
lontane e prive di significato per loro, sarebbe già un notevole passo
avanti; capirebbero che i valori di 70 anni fa possono essere
tranquillamente riproposti in un'altra chiave di lettura, magari più
attuale e comprensibile anche per loro...
Liberazione
2015, quei valori traditi 70 anni dopo - Equità sociale. Libertà.
Parità di genere. Ideali del 25 aprile rimasti lettera morta. Basta
leggere Pertini,...
lettera43.it
agevolazioni fiscali per disabili
E’
stato pubblicato l'aggiornamento della Guida alle agevolazioni fiscali
per i disabili. L'aggiornamento è del Gennaio 2015 e sostituisce il
testo del Maggio 2014.
fondazioneserono.org
venerdì 24 aprile 2015
giovedì 23 aprile 2015
carlo pannella Renzi
La prego, Renzi, sui profughi parli come Churchill, non come Andreotti
Racconti agli italiani degli sguardi assenti, delle frasette di circostanza, dei disegnini distratti che accoglievano i suoi tentativi di coinvolgere l'Europa nel dramma del Canale di Sicilia. Non abbia timore di dispiacere ai suoi colleghi premier: in questo momento è più importante parlare alla coscienza degli italiani, spiegare con cruda nettezza sino a qual punto è arrivato il cinismo, che mantenere rapporti cordiali con nazioni che ragionano solo in termine di partita doppia. Faccia filtrare voci anonime a giornalisti abituati alla bisogna, che spieghino che il racket degli scafisti ha avuto e ancora ha appoggi in Turchia - paese Nato - che inquina i governi del Niger, del Sudan e del Ciad che permettono il transito indisturbato delle carovane dei rifugiati. Dica, spieghi, il suo e il vostro dramma personale, di coscienza, in tutti questi mesi, perché sapeva e sa esattamente cosa si può fare per colpire al cuore questo traffico, ma non poteva farlo a causa delle complicità libiche e del cinismo dell'Europa (e degli Usa).
Dica, spieghi, che colpire il racket comporta dare ordini che espongono la vita di donne e uomini della nostra Sicurezza. Non sia trionfalista sull'esito del vertice del 23, sua indubbia vittoria. Chiarisca, spieghi, senza far nomi naturalmente, i dubbi, le ipocrisie, gli "armiamoci e partite" dei nostri partner. che stanno dietro al risultato che ha conseguito.
Parli chiaro, per favore, esca dallo schema, dal lessico della diplomazia che ammorba Bruxelles. La retorica di Churchill, non di Andreotti, sia la sua.
Solo in questo modo potrà mettere in ridicolo, come deve essere, i Salvini e le Santanché. Ma soprattutto solo in questo modo, solo spiegando, sin quando e quanto è possibile, la difficoltà, le contraddizioni, la paludosità del quadro, coinvolgerà gli italiani. Supererà l'idiota contraddizione tra pietismo e solidarismo.
Gli italiani, lo sa bene, quando capiscono, quando vengono messi al corrente, sanno comportarsi come pochi nel mondo. Sanno sopportare sforzi, avversità e anche lutti.
Li faccia capire. Li avrà con sé.
sabato 18 aprile 2015
Parlando di emozioni e poesia tra le mura di un carcere.
Parlando di emozioni e poesia tra le mura di un
carcere.
Diario di una mia personale e gratificante
esperienza con alcuni detenuti del carcere di Treviso.
Quando ho accettato di spiegare cosa significano
per me, poesia e emozioni, sapevo che sicuramente non sarebbe stato come le
altre due volte che l’avevo fatto presso l’Università popolare di Camponogara,
dove mi trovavo di fronte a persone che avevano fatto una loro precisa scelta
di studio, seguendo i corsi di scrittura creativa dell’amica Sabrina Donò; non
avevo praticamente nessun parametro di riferimento anzi ero un po’ emozionato e
in ansia temendo di fare brutta figura o peggio, di affrontare persone ormai
segnate e indifferenti a quello che volevo spiegare, felici solo di poter
passare un’ora diversa, fuori dalla cella di ordinanza. Grande quindi è stata
la mia sorpresa nel trovarmi di fronte a persone normali, fermo restante il
motivo per cui si trovavano in quel posto e attente a ogni mia parola, pronte a
confrontarsi con me sull’argomento con molta curiosità.
Ho parlato e mi sono relazionato, con due classi
distinte che magari a un profano, come ero io all’inizio, sembravano
fantascienza, ovvero i detenuti del “penale”, quelli cioè che scontano una
condanna ormai definita e che aspettano solo il fine pena e quelli del
“giudiziario” ovvero in attesa di processo di primo o altro grado. La lezione
durava un’ora e un quarto circa, in due diverse sezioni del carcere con gli
spostamenti allucinanti tra porte col catenaccio che si aprivano e chiudevano
con rumore infernale e sguardi diffidenti da parte dei secondini. Il primo
giovedì ho dovuto smussare la naturale diffidenza di questi scolari, visto che
anche per loro, a parte l’insegnamento della prof. di letteratura che svolgeva
il suo compito tutti i giorni all’interno del carcere, io ero solo una mosca
bianca, chiaramente non inserita nel sistema. Dopo aver letto alcune mie poesie
e aver distribuito alcuni libri che avrebbero potuto leggere con calma in
seguito, qualcuno ha iniziato a sciogliere la lingua, chiedendomi le cose più
umanamente naturali e che con la poesia poco avevano a che fare: ma lei perché
scrive? E come fa a trovare le parole per farlo? E quanto costa stampare un
libro? Insomma c’era molta curiosità e, pur non essendo entrati pienamente nel
merito del mio essere tra di loro, mi rendevo conto che stavo guadagnandomi la
loro fiducia, forse perché di natura sono molto aperto o forse perché non sono
salito in cattedra per fare lezione considerandoli gente inferiore. Ci sono
state delle differenze sostanziali tra le due classi, ovvero tra il penale,
dove le persone ormai dentro da anni, si sono create una filosofia di vita
tutta personale, quindi con maggiore disponibilità al dialogo con un estraneo e
il giudiziario dove per la maggior parte sono extra-comunitari che approfittano
dell’incombenza carceraria per studiare e, di sicuro molto più “effervescenti”
dei primi; magari con un po’ di più fatica ma sono arrivati anche loro a
sviluppare una certa forma di interesse; parlo del primo giovedì 9 Aprile. La
settimana successiva le cose sono cambiate profondamente, nel penale, mancavano
solo un paio di persone, bisogna anche tenere conto che ci sono i colloqui e
che è sempre più piacevole vedere una persona cara che uno sconosciuto, nel
giudiziario le iniziali 16 persone si erano ridotte a una decina ma molto
agguerrite. Nella prima classe, c’è stato un fiume di domande su parecchie
poesie del mio libro, chiedendomi spiegazioni su quello che volevo dire,
spiegandomi qual’era stata l’interpretazione che loro ne avevano dato e
qual’era il senso della poesia stessa. Eccezionale, niente da dire il tempo è
volato via e alla fine c’è stato molto rammarico che sia finito tutto così in
fretta. Stessa cosa nell’altra sezione, dove sono arrivati anche poeti in erba
che mi hanno fatto leggere quello che avevano scritto chiedendomi un parere e
che hanno decifrato le mie poesie, dandomi la soddisfazione di avere capito il
senso della mia realtà spesso cruda e mai tenera. Che dire l’avere concluso il
tutto in due lezioni è dispiaciuto anche a me, mai avrei pensato di trovare un
auditorium così attento e desideroso di capire; sono riusciti a strapparmi una
promessa, vale a dire che, se non ci sono intoppi burocratici, a fine maggio
faccio un’altra lezione e che tassativamente devo essere presente per la festa
di fine anno scolastico a giugno.
Mio malgrado ho dovuto ricredermi, l’essere privi
di libertà sotto ogni punto di vista, mi aveva fatto pensare a un mondo surreale e impossibile, invece, al
contrario il surreale era/è fuori. Nell’ultima giornata mi sono permesso di
“regalare loro” un piccolo scritto, magari, se lo conservano, può essere un
buon ricordo di quanto fatto in quei due giorni e nei prossimi che spero
vivamente ci possano essere ancora.
Ai miei nuovi amici
Quando l’amica Sabrina, vostra insegnante, mi ha
proposto di
affiancarla nell’esplorazione del mondo della
poesia e delle sue emozioni, ho accettato con entusiasmo, senza pormi
particolari problemi sul dove e con chi avrei dovuto parlare.
Confesso che all’inizio c’era un po’ di
apprensione, essendo alla mia prima esperienza in merito ma la mia innata
fiducia nel genere umano ha fugato i miei dubbi, confermandomi che siete delle persone normali ed estremamente
sensibili.
L’essere chiusi a chiave senza possibilità di
esprimere la propria libertà è senza dubbio una cosa atroce; avere la voglia di
dare un significato culturale anche se transitorio alle lunghe ore che
scandiscono le vostre giornate, vi riscatta dagli errori commessi nel passato.
Questi due incontri che ho avuto con voi, sono
stati per me molto importanti; come avrete capito, non sono un professore che è
salito in cattedra per darvi una lezione, al contrario, la lezione l’ho
imparata io. Nei vostri occhi non ho letto la rassegnazione di chi accetta
tutto pur di passare un’ora insolita, tanto per ingannare il tempo ma la
curiosità e la voglia di capire e scoprire qualcosa di nuovo e di diverso.
Se penso alle tante volte che ho parlato di fronte
a una platea di gente disattenta, maleducata che faceva capire di essere seduta
davanti a me solo per circostanza, noia o perché fuori faceva brutto tempo,
battendo le mani a comando anche quando non serviva…
Mi permetto di trascrivere la nota introduttiva
che ho scritto nelle prime pagine del mio secondo libro: “Luigia e altre storie”;
è stato un libro molto sofferto, con il
quale ho cercato di dare un senso alle tante difficoltà e miserie che avevano
attraversato la mia vita, negli anni passati.
Spero che queste poche parole possano servire
anche a voi con l’augurio che quanto vi è successo, sia stato solo un lampo
incontrollato, destinato a scomparire nel tempo, una malattia passeggera, una
breve influenza dalla quale siete guariti per sempre.
“Nella vita ognuno è responsabile delle proprie
scelte, siano esse fatte in buona o cattiva fede.
A volte i nostri errori sono ostinati, colmi di
cieca sicurezza ma per quanto possa essere cambiata nel tempo la nostra
condizione, anch’essa è stata voluta.
Non c’è arroganza in chi ha scelto di non lavare
le sue colpe con lacrime ipocrite, trovandosi, per contro, di fronte chi nel
peccatore e nel diverso ha trovato attrazione e soddisfazione, pensando di cancellare
le orme di fango lasciate alle sue spalle.
Per quanto paradossale possa essere, l’espiazione,
se voluta, nobilita chi il male ha commesso, condannando all’ipocrisia i
mediocri, quelli che battono le mani per ultimi e si gratificano umiliando chi
è già stato umiliato.
Scriveva un poeta a me particolarmente caro:
“…ogni giorno, senza orrore, scendiamo di un passo
verso l’inferno attraverso fetide tenebre. Simili a un dissoluto povero che
bacia e morde il seno martirizzato di una vecchia meretrice, noi rubiamo –
passando – un furtivo piacere che spremiamo con forza come una vecchia arancia…”
Charles Baudelaire
Con stima e amicizia
Francesco Danieletto
Treviso 16 Aprile 2015
venerdì 17 aprile 2015
Venipedia - Veneta marina
Oggi
inizio la pubblicazione di cartoline della tematica “Venezia scomparsa”
e vi propongo dell’Editore Brunner la veduta Dalla Veneta Marina
riferita alla sponda della Riviera di S.
Marco, prima della costruzione della riva iniziata nell'anno 1932 e
attualmente denominata “Riva dei Sette Martiri” Da notare l’accesso
delle case direttamente dalla laguna e il Cantiere Navale S.V.A.N.
“Società Veneziana Automobili Navali”, dove si costruirono i motoscafi
militari veloci denominati “M.A.S.” (acronimo di Motoscafi Armati SVAN e
associato al motto ispirato da D’Annunzio "Memento Audere Semper")
Nella tematica “Venezia in guerra” del Museo virtuale della Cartolina storica veneziana sono pubblicate e visibili le cartoline riferite alle imprese compiute dai M.A.S.
http://venipedia.it/museo-virtuale-della-cartolin…/1915-1918
La cartolina è viaggiata nell'anno 1907
Grazie e continuate a visitare Venipedia e, anche, il Museo virtuale della Cartolina storica veneziana.
Nella tematica “Venezia in guerra” del Museo virtuale della Cartolina storica veneziana sono pubblicate e visibili le cartoline riferite alle imprese compiute dai M.A.S.
http://venipedia.it/museo-virtuale-della-cartolin…/1915-1918
La cartolina è viaggiata nell'anno 1907
Grazie e continuate a visitare Venipedia e, anche, il Museo virtuale della Cartolina storica veneziana.
venerdì 10 aprile 2015
giovedì 9 aprile 2015
insulina e glucosio utilizzo
L'insulina
è la “chiave” che permette al glucosio di entrare nelle cellule che lo
”bruciano” per trasformarlo in energia utile per l’intero organismo.
diabete.com
mercoledì 8 aprile 2015
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