giovedì 28 agosto 2014
mercoledì 27 agosto 2014
giovedì 21 agosto 2014
mercoledì 20 agosto 2014
lunedì 18 agosto 2014
mercoledì 13 agosto 2014
Egoismo e suicidio
Non c'è nulla di egoista nel suicidio
Sono sopravvissuta a un suicidio.
Ultimamente non ne parlo spesso, perché sono arrivata a un punto in cui sembra sia successo una vita fa. La guarigione è stato un processo lungo e doloroso. Ci sono stati momenti in cui mi sono sentita sola nel mio dolore, altri in cui mi sono sentita persa e confusa. Il problema con il suicidio è che nessuno sa cosa dire. Nessuno sa come reagire. Così tutti sorridono, salutano e provano a distrarsi... ma non dicono mai neppure la parola. I sopravvissuti, così sembra, sono spesso lasciati a se stessi.
In questi giorni, settimane, mesi e persino anni ho provato un'infinita quantità di emozioni, in seguito alla morte di mio padre. I "cosa succederebbe se" mi hanno tenuta sveglia la notte, portandomi a fluttuare attraverso ogni nuovo giorno in un perpetuo stato di spossatezza. Cosa sarebbe successo se avessi risposto al telefono quella notte? Il suono della mia voce gli avrebbe fatto cambiare idea? Lo avrebbe fatto comunque, alla fine? Il senso di colpa di chi sopravvive, sicuramente.
A volte piangevo, mi sedevo immobile a guardare le onde infrangersi sulla spiaggia di Miami, sperando in un qualsiasi segno che mi indicasse che aveva raggiunto un posto migliore. A volte, silenziosamente, mi rimproveravo per non essermi accorta dei segni di allarme. A volte, negoziavo con Dio o con chiunque altro che potesse averne la colpa, lassù. Riportalo a noi. Per favore, riportalo indietro. A volte mi sentivo arrabbiata. Perché noi? Perché me? Perché lui?
Sì, ho provato un'enorme quantità di emozioni diverse prima di fare pace con la sua perdita. Ma un pensiero che mai (neppure per un secondo) ha attraversato la mia mente è l'opinione distorta del suicidio come atto di egoismo. Il suicidio è una gran quantità di cose, ma di certo non egoista.
Il suicidio è una decisione che viene dalla disperazione, dalla mancanza di speranza, dall'isolamento e dalla solitudine. Il buco nero della depressione clinica divora tutto. Quelli che soffrono di depressione spesso si sentono come un peso per le persone care, come se non ci fosse via di uscita, intrappolati e isolati. Le persone che dicono che il suicidio è egoista fanno sempre riferimento a chi sopravvive, a chi rimane. È egoista lasciare i propri figli, le proprie spose e gli altri membri della propria famiglia, così dicono. Non pensano veramente a chi resta, sennò ce lo farebbero credere. Quello che non sanno è che quelle persone care sono il motivo per cui molte persone resistono un giorno in più. Che pensano a chi resta, probabilmente fino all'ultimo secondo della loro vita. Ma la depressione che divora l'anima e li avvolge tutti fa credere loro di non avere alternative. Come se l'unica maniera di uscirne fosse di tirarsene fuori da sé. Ed è un pensiero devastante da sopportare.
Finché non si guarda direttamente quel livello di depressione, finché non si perde la propria anima in un mare di vuotezza e oscurità... non si può giudicare. Potresti non comprenderlo, e probabilmente hai il diritto di avere i tuoi sentimenti, ma dare certi giudizi e diffondere quella negatività non aiuterà nessuno. Anzi, farà solo del male agli altri.
Mentre il mondo piange la perdita di Robin Williams, un sacco di persone sono lasciate senza aiuto e confuse. Com'è possibile che una persona che sembrava così felice in realtà fosse così depressa? La verità è che molte, molte persone hanno a che fare con la stessa lotta ogni giorno. Alcuni si suicideranno. Alcuni proveranno. Alcuni tireranno avanti per i propri cari. La maggior parte di loro non avrà il coraggio di chiedere l'aiuto di cui hanno bisogno per superare la loro malattia mentale.
Si può dare una mano.
Imparando a riconoscere i segni d'allarme per il suicidio. Il 50-75% delle persone che tentano il suicidio dice a qualcuno delle loro intenzioni. Ascolta le persone quando parlano. Guardale negli occhi. Prova empatia. E per l'amore di tutte le persone nel mondo, metti giù quel ridicolo non-così-smart-Phone e sii umano. Stai vicino agli amici depressi. Anche se non rispondono alle tue chiamate e non vengono a trovarti, fai uno sforzo per fare loro sapere che ci sei. L'amicizia non è salvare anime perse; l'amicizia significa ascoltare ed essere presente.
Confrontati con chi è sopravvissuto a un suicidio. Fai pratica nell'usare le parole "suicidio" e "depressione" così che scivolino naturalmente sulla lingua così come le parole "unicorno" e "gomma da masticare". Ascolta le loro storie. Stringi loro le mani. Sii gentile con il loro cuore. E abbracciali ogni singola volta. Incoraggia l'aiuto. Impara di più sulle strutture nella tua zona così da poter aiutare gli amici e i tuoi cari che ne hanno bisogno. Non avere paura a presentarti da loro ancora e ancora. Non avere paura a trasmettere la tua preoccupazione. Una connessione umana può fare la differenza nella vita di qualcuno che si batte contro la malattia mentale e/o contro il senso di colpa del superstite.
Ogni anno negli Stati Uniti si suicidano 30mila persone e 750mila tentano il suicidio. È tempo di risvegliare la consapevolezza, aumentare l'empatia e la gentilezza, e abbassare quei numeri. È tempo di parlare di suicidio e depressione.
Sono sopravvissuta a un suicidio.
Ultimamente non ne parlo spesso, perché sono arrivata a un punto in cui sembra sia successo una vita fa. La guarigione è stato un processo lungo e doloroso. Ci sono stati momenti in cui mi sono sentita sola nel mio dolore, altri in cui mi sono sentita persa e confusa. Il problema con il suicidio è che nessuno sa cosa dire. Nessuno sa come reagire. Così tutti sorridono, salutano e provano a distrarsi... ma non dicono mai neppure la parola. I sopravvissuti, così sembra, sono spesso lasciati a se stessi.
In questi giorni, settimane, mesi e persino anni ho provato un'infinita quantità di emozioni, in seguito alla morte di mio padre. I "cosa succederebbe se" mi hanno tenuta sveglia la notte, portandomi a fluttuare attraverso ogni nuovo giorno in un perpetuo stato di spossatezza. Cosa sarebbe successo se avessi risposto al telefono quella notte? Il suono della mia voce gli avrebbe fatto cambiare idea? Lo avrebbe fatto comunque, alla fine? Il senso di colpa di chi sopravvive, sicuramente.
A volte piangevo, mi sedevo immobile a guardare le onde infrangersi sulla spiaggia di Miami, sperando in un qualsiasi segno che mi indicasse che aveva raggiunto un posto migliore. A volte, silenziosamente, mi rimproveravo per non essermi accorta dei segni di allarme. A volte, negoziavo con Dio o con chiunque altro che potesse averne la colpa, lassù. Riportalo a noi. Per favore, riportalo indietro. A volte mi sentivo arrabbiata. Perché noi? Perché me? Perché lui?
Sì, ho provato un'enorme quantità di emozioni diverse prima di fare pace con la sua perdita. Ma un pensiero che mai (neppure per un secondo) ha attraversato la mia mente è l'opinione distorta del suicidio come atto di egoismo. Il suicidio è una gran quantità di cose, ma di certo non egoista.
Il suicidio è una decisione che viene dalla disperazione, dalla mancanza di speranza, dall'isolamento e dalla solitudine. Il buco nero della depressione clinica divora tutto. Quelli che soffrono di depressione spesso si sentono come un peso per le persone care, come se non ci fosse via di uscita, intrappolati e isolati. Le persone che dicono che il suicidio è egoista fanno sempre riferimento a chi sopravvive, a chi rimane. È egoista lasciare i propri figli, le proprie spose e gli altri membri della propria famiglia, così dicono. Non pensano veramente a chi resta, sennò ce lo farebbero credere. Quello che non sanno è che quelle persone care sono il motivo per cui molte persone resistono un giorno in più. Che pensano a chi resta, probabilmente fino all'ultimo secondo della loro vita. Ma la depressione che divora l'anima e li avvolge tutti fa credere loro di non avere alternative. Come se l'unica maniera di uscirne fosse di tirarsene fuori da sé. Ed è un pensiero devastante da sopportare.
Finché non si guarda direttamente quel livello di depressione, finché non si perde la propria anima in un mare di vuotezza e oscurità... non si può giudicare. Potresti non comprenderlo, e probabilmente hai il diritto di avere i tuoi sentimenti, ma dare certi giudizi e diffondere quella negatività non aiuterà nessuno. Anzi, farà solo del male agli altri.
Mentre il mondo piange la perdita di Robin Williams, un sacco di persone sono lasciate senza aiuto e confuse. Com'è possibile che una persona che sembrava così felice in realtà fosse così depressa? La verità è che molte, molte persone hanno a che fare con la stessa lotta ogni giorno. Alcuni si suicideranno. Alcuni proveranno. Alcuni tireranno avanti per i propri cari. La maggior parte di loro non avrà il coraggio di chiedere l'aiuto di cui hanno bisogno per superare la loro malattia mentale.
Si può dare una mano.
Imparando a riconoscere i segni d'allarme per il suicidio. Il 50-75% delle persone che tentano il suicidio dice a qualcuno delle loro intenzioni. Ascolta le persone quando parlano. Guardale negli occhi. Prova empatia. E per l'amore di tutte le persone nel mondo, metti giù quel ridicolo non-così-smart-Phone e sii umano. Stai vicino agli amici depressi. Anche se non rispondono alle tue chiamate e non vengono a trovarti, fai uno sforzo per fare loro sapere che ci sei. L'amicizia non è salvare anime perse; l'amicizia significa ascoltare ed essere presente.
Confrontati con chi è sopravvissuto a un suicidio. Fai pratica nell'usare le parole "suicidio" e "depressione" così che scivolino naturalmente sulla lingua così come le parole "unicorno" e "gomma da masticare". Ascolta le loro storie. Stringi loro le mani. Sii gentile con il loro cuore. E abbracciali ogni singola volta. Incoraggia l'aiuto. Impara di più sulle strutture nella tua zona così da poter aiutare gli amici e i tuoi cari che ne hanno bisogno. Non avere paura a presentarti da loro ancora e ancora. Non avere paura a trasmettere la tua preoccupazione. Una connessione umana può fare la differenza nella vita di qualcuno che si batte contro la malattia mentale e/o contro il senso di colpa del superstite.
Ogni anno negli Stati Uniti si suicidano 30mila persone e 750mila tentano il suicidio. È tempo di risvegliare la consapevolezza, aumentare l'empatia e la gentilezza, e abbassare quei numeri. È tempo di parlare di suicidio e depressione.
SUBLIMALE
Messaggio subliminale:
(dal latino sub, sotto, e limen, soglia, in riferimento al confine del pensiero conscio) è un termine mutuato dal linguaggio della pubblicità ma che, in psicologia, si riferisce ad un'informazione
che il cervello di una persona assimilerebbe a livello inconscio.
Il messaggio è trasmesso attraverso scritte, suoni o immagini che trattano un qualsiasi argomento che nasconde al suo interno
- come in un codice cifrato - ulteriori frasi o immagini avulse
dal contesto iniziale che rimarrebbero inconsapevolmente
nella memoria dell'osservatore.
Alcuni studi mostrano che i messaggi subliminali stimolano alcune specifiche aree del cervello, tuttavia la gran parte delle ricerche scientifiche svolte in merito ha rilevato che tali messaggi non producono alcun effetto marcato e/o duraturo nel comportamento umano.
(da Wikipedia) -Murpho
(dal latino sub, sotto, e limen, soglia, in riferimento al confine del pensiero conscio) è un termine mutuato dal linguaggio della pubblicità ma che, in psicologia, si riferisce ad un'informazione
che il cervello di una persona assimilerebbe a livello inconscio.
Il messaggio è trasmesso attraverso scritte, suoni o immagini che trattano un qualsiasi argomento che nasconde al suo interno
- come in un codice cifrato - ulteriori frasi o immagini avulse
dal contesto iniziale che rimarrebbero inconsapevolmente
nella memoria dell'osservatore.
Alcuni studi mostrano che i messaggi subliminali stimolano alcune specifiche aree del cervello, tuttavia la gran parte delle ricerche scientifiche svolte in merito ha rilevato che tali messaggi non producono alcun effetto marcato e/o duraturo nel comportamento umano.
(da Wikipedia) -Murpho
martedì 12 agosto 2014
Rodrigo Borgia
10 agosto 1492 nella notte Rodrigo Borgia viene eletto papa con il nome di Alessandro VI. Pontefice dissoluto e libertino ebbe numerosi figli da diverse donne (tra le sue amanti anche Giulia Farnese), tra i più famosi Cesare, detto il Valentino, e Lucrezia, passata ingiustamente alla storia come avvelenatrice.
venerdì 8 agosto 2014
Scenari impossibili o scenari reali?
Scenari impossibili o
scenari reali?
Tralasciando la politica italiana che ormai sembra
un pugile suonato, incapace di sentire la conta, vorrei soffermarmi invece, su
quella internazionale che a mio avviso sta diventando esplosiva, Tralasciando
le nostre rogne Europee, dovute più che altro a confini mai accettati,
interessi economici pesanti,e perché no a regolamenti di conti tra bande che si
autoproclamano Repubbliche, preferirei parlare della precarietà e sofferenza dei popoli Africani e
Medio-orientali, sulle quali si innesta in modo sempre più impressionante, la
crudeltà e il fanatismo dei nuovi integralisti islamici. Qui non si ragiona più
tra contrapposizioni religiose nell’elementare convivenza tra diverse ideologie o
modi di vivere, per quanto pesanti e assurde possano sembrare ai nostri occhi,
Burka, ordine sociale all’interno della famiglia e via dicendo. Ci troviamo
addirittura ad osservare impotenti, alla distruzione di massa degli stessi
componenti religiosi, con sottili distinguo che si tramutano in terrore,
esecuzioni, abbattimento di emblemi culturali, ritenuti satanici o peggio
ancora. Una volta si classificava il tutto con la generica e banale formula:
“Sono le solite bande che vogliono arricchirsi col
petrolio o che vogliono controllare la produzione di oppio”.
Non credo che questa sia la spiegazione più
convincente anzi la vedo un po’ troppo semplicistica, vista l’adesione
entusiasta da parte della gente che accoglie questi “terroristi”. Terroristi
che secondo me, hanno fatto un salto di qualità; da spina nel fianco nei paesi
“occupati” dall’Occidente a veri attori protagonisti che mandano un chiaro
segnale:
“ Quando saremo in grado di controllare e disporre
delle “nostre ricchezze”, voi nemici dell’Islam dovrete confrontarvi con la
nostra grande nazione religiosa.”
In pratica la riesumazione dell’antico contrasto tra
cristiani e mussulmani, vecchio di qualche migliaio di anni, con i sionisti di
Israele a fare da terzo incomodo. Di colpe e parecchie, l’occidente ne ha è indubbio;
i capitalisti Americani assieme agli Europei con un occhio di riguardo a
Inglesi e Francesi, assieme ai compagni sovietici, hanno fatto a gara per
depredare quelle terre, imporre regimi fantoccio e sacrificare identità
culturali e sociali al Dio denaro quando non ci si appropriava del merito di
avere importato una civiltà, della quale il più delle volte ci si poteva solo
vergognare. A questo punto mi sento di dire che il pericolo è sottovalutato,
non tanto per la potenza o disponibilità di armi da parte di questi signori,
quanto al pericolo ormai reale e vissuto di un fanatismo impossibile da
controllare a qualsiasi latitudine. La mia costante e forse assurda convinzione
che una guerra non va combattuta con un’altra guerra ma con il dialogo e la discussione
tra persone civili, va a farsi benedire, mettendo in crisi le mie idee e le mie
personali battaglie contro le armi di qualsiasi tipo esse siano. Francamente
allo stato attuale se mi chiedessero cosa farei arrivati a un punto di non
ritorno, sarei un pesce fuori d’acqua. Comunque ritornando all'argomento,
le varianti allo stato attuale sono ben poche; Obama, cui è stato dato forse un
po’ troppo frettolosamente il Nobel per la pace è appeso a una fune sul pelo
dell’acqua, circondato da alligatori con le fauci aperte; è appena uscito
dall’Afghanistan prima e dall’Irak poi e non può certo fare dietro front. L’Iran, unica culla dell’ortodossia maomettana
dopo Komheini non ha più trovato alcun sostituto degno di questo nome. Gli
sceicchi del Golfo sono troppo impegnati a spendere e spandere secondo la
logica capitalistica che hanno imparato e accettato. Ora, visto che il genere
umano, secondo il mio deprecabile punto di vista, non riesce a far trascorrere
più di tanti anni senza far scoppiare una nuova guerra mondiale, malgrado i
tanti uomini di buona volontà che fanno a gara a parlare, parlare, parlare,
prepariamoci al peggio anche se l’incubazione sarà sicuramente più lunga delle
altre. In fin dei conti è sempre utile ritornare nel fango (eufemismo), per poi
ripartire con nuovi buoni propositi. Come avrete potuto notare, non sono una
persona dotata di ottimismo e di una visione solare del mondo, se qualcuno ha
delle idee o modi diversi nel vedere le cose, lo pregherei vivamente di
rispondermi leggo sempre tutto: volentieri!
France checcuswriter daniel
giovedì 7 agosto 2014
lunedì 4 agosto 2014
vita intelligente
domenica 3 agosto 2014
Treviso e l'acqua
Dopo continuiamo a strapparci i capelli, compresi gli abitanti che se ne sono stati zitti ad osservare lo scempio in nome dello sviluppo economico. Ma state tranquilli, adesso tra l'emendamento 4445 e quello 6669, trovano il tempo di stanziare un po' di soldi per mettersi la coscienza a posto oppure nomineranno un commissario ad hoc, magari uno che non ha mai avuto incarichi, così è accontentato anche lui e tra qualche anno forse si farà qualcosa. Buona serata...
sabato 2 agosto 2014
l'amore...
"L’amore è fiato e sudore
che si mescolano in un letto
mentre fuori piove,
è fiumi di parole
che scorrono su labbra tumide
avide, oscene;
è infilarsi un pigiama nuovo
d’inverno,
è un bagno caldo,
è sesso, senso, essenza,
speranza senza fine;
è un fiore finto,
è paura, menzogna,
polvere al vento,
è una bottiglia vuota
scagliata contro il muro,
e io, io ne ho bisogno,
come del pane."
(Vannuccio Barbaro "Dell'amore come del pane") -Murpho the Cat
che si mescolano in un letto
mentre fuori piove,
è fiumi di parole
che scorrono su labbra tumide
avide, oscene;
è infilarsi un pigiama nuovo
d’inverno,
è un bagno caldo,
è sesso, senso, essenza,
speranza senza fine;
è un fiore finto,
è paura, menzogna,
polvere al vento,
è una bottiglia vuota
scagliata contro il muro,
e io, io ne ho bisogno,
come del pane."
(Vannuccio Barbaro "Dell'amore come del pane") -Murpho the Cat
venerdì 1 agosto 2014
candela consumata
Oggi nella prima pagina di Repubblica, c'era una foto di "molto onorevoli" dissidenti di più partiti che inneggiavano alla loro personale vittoria per essere riusciti a bocciare il Governo su di una parte della legge di riforma costituzionale. Francamente non vedo cosa ci sia da festeggiare quando anziché presentare 8000 emendamenti, sarebbe stato meglio giocare a carte scoperte e dire, noi puntiamo a cambiare questo del vostro disegno di legge con questi argomenti, quindi troviamo un minimo comune denominatore. Dire a questo punto che questi personaggi che si riempiono la bocca o scrivono sui cartelli: "ladri di democrazia", "il voto appartiene al popolo" e altre amenità del genere fanno francamente fa cadere le braccia, è riduttivo. Sono stati eletti con il porcellum e non dal popolo. In nome di quale democrazia continuano a sedere su quei banchi bloccando a loro piacere la politica che dovrebbe risolvere o quanto meno tentare dopo anni di immobilismo, le sorti del Paese? Forse perché via il Senato dovrebbero trovarsi qualcosa di meglio da fare? Forse a questi onorevoli, sfugge la distanza che ormai li separa dai semplici cittadini? Non comprendono che il Paese vede come assurdità la guerra santa che stanno conducendo, forse non sanno che siamo allo stremo, che la rabbia sta montando, che in questo modo si consegna il Governo in mano a chi fa del populismo la sua proposta politica? Dall'alto dei loro 20000, se non sbaglio euro al mese, fanno la rivoluzione? In nome di chi? Dei cassintegrati, dei disoccupati che fanno i salti mortali per rimediare qualcosa per vivere tutti i giorni? Facessero le barricate almeno per qualcosa di concreto ma scivolano sui distinguo di lana caprina. Intanto i problemi, quelli veri si moltiplicano e rimangono fermi come da immemorabile consuetudine italiana, cosa che ci contraddistingue ormai nel mondo, tanto da essere diventati sinonimo di casino, caciara, buffoni inaffidabili e mi fermo qui per carità di patria.
La candela si sta consumando, attenti...
La candela si sta consumando, attenti...
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