Quei talent scout stranieri a caccia di medici italiani
Arrivano nei nostri ospedali per reclutare i migliori
laureati e specialisti. Offrendo loro condizioni economiche migliori. Mentre il
Sistema sanitario nazionale rischia di rimanere senza risorse. Il
punto.
Camici bianchi in fuga dall’
Italia. Formati e
preparati dalle nostre
università e dal
Servizio sanitario nazionale
e poi lasciati andare. Almeno 1.000 l’anno. Tanti il nostro Paese ne ha persi
tra
laureandi,
laureati abilitati,
specializzandi e
neo-specialisti
dal 2005 al 2016 come ha calcolato l’
Anaao Assomed, il sindacato
della dirigenza medica e sanitaria. Un
esodo che regala ad altre
nazioni, in particolare
Regno Unito,
Germania,
Svizzera e
Francia, l’
investimento per la loro
formazione scolastica ed
universitaria, circa 150/200 mila euro per medico. Il costo di una Ferrari,
dicono i
sindacati. E il futuro non è roseo. Se non si inverte la
tendenza, dice ancora l’Anaao, nel 2025 mancheranno all’appello almeno 16.500
specialisti.
La previsione del numero di pensionamenti dal 2018 al 2025
dei dirigenti medici del San è stata stimata considerando che nel 2018 abbiano
acquisito il diritto alla quiescenza i nati nel 1953.
TALENT SCOUT STRANIERI A CACCIA DI MEDICI
Secondo
Enrico Reginato, past president della
Federazione
europea medici specialisti ed esperto di sanità internazionale, già nel
2020 in tutta l’
Unione europea mancheranno 260 mila medici, pari al
13,5% del totale. Per compensare questa emorragia, alcuni Paesi europei,
Germania, Francia e Regno Unito su tutti, stanno inviando veri e propri
talent
scout per
reclutare, alle migliori condizioni possibili, medici
italiani e/o specializzandi con i voti migliori. Un po' come accade negli
sport. Il più delle volte viene offerto uno
stipendio doppio rispetto a
quello che si maturerebbe in una struttura italiana, possibilità di carriera
entro pochi anni e vantaggiose condizioni economiche per l’acquisto di una casa
o la
stipula di un’assicurazione.
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L'ITALIA NON È ATTRATTIVA PER I DOTTORI STRANIERI
Questa situazione è particolarmente accentuata in Veneto,
prima regione a denunciare questo “corteggiamento”. Ma a quanto risulta a
Lettera43.it,
comincia a estendersi anche in
Lombardia,
Emilia-Romagna e
Toscana. La Germania è il Paese con il
maggior numero di richieste,
ma anche quello che offre la possibilità di lavorare immediatamente, a
differenza per esempio di Francia e Spagna dove è previsto un
esame che
orienta a una specialità o a un’altra senza scelta da parte del candidato. La
specializzazione negli ospedali tedeschi avviene in seguito, quando si fa già
parte a pieno titolo di una struttura ospedaliera. Anaao Veneto e l’
Ordine
dei medici chirurghi e odontoiatri si dicono «molto preoccupati per
l’evolversi della situazione».
Le 10 specialità mediche più carenti a livello nazionale nel
2025 con pensionamenti attesi in base alla legge Fornero del 2011. Il numero di
pediatri mancante include anche i pediatri di libera scelta (PLS). Fonti dei
dati sugli specialisti e sui PLS: CAT 2016; ministero Salute 2010.
Preoccupazione doppia perché l’esodo dei giovani medici
italiani non è bilanciato da un adeguato flusso in arrivo di dottori stranieri
in Italia. L’
Ulss di Treviso, ad esempio, tramite la Camera di
Commercio, ha cercato in
Romania,
Polonia e
Ungheria medici
disponibili a lavorare in regione. Nessuno ha risposto. «L’Italia oggi non è
appetibile. In Francia il medico di famiglia percepisce non meno di 30 euro per
ogni visita a domicilio e in un ospedale pubblico come primo stipendio si
guadagnano 5.500 euro al mese», spiegano i medici veneti.
STIPENDI DOPPI E BENEFIT PER IL TRASFERIMENTO
Ma c’è anche chi dice no al
trasferimento.
Andrea
Rossi, geriatra 41enne dell’Azienda ospedaliera di Verona e vicesegretario
Anaao Veneto ha raccontato al quotidiano
L’Arena di aver ricevuto una
proposta per andare a lavorare nel Norfolk. «Per 15 ore settimanali, contro le
45-50 che faccio, lo stipendio si aggirava fra le 6 e le8 mila sterline al
mese, grossomodo fra i 7 e 9 mila euro», ha sottolineato. Il pacchetto
comprendeva poi un posto di
docente all’
università locale che
avrebbe fatto lievitare lo stipendio a oltre 150 mila sterline, 170 mila euro,
e cioè più del doppio rispetto a quanto guadagnato in Italia. Sul piatto altre
20 mila sterline per il “disturbo” di trovarsi una sistemazione, fino a quando
l’ospedale non avesse fornito la casa. Insieme all’incentivo per la scuola dei
bambini. «Oggi porto avanti anche attività di ricerca, mia moglie lavora come
medico di medicina generale e abbiamo tre figli. Parlandone, abbiamo preferito
declinare».
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TRA 10 ANNI MANCHERANNO ANCHE I MEDICI DI FAMIGLIA
Un settore molto ambito dai
procacciatori che
arrivano in Italia è quello della
chirurgia, considerata nel nostro
Paese una professione "pericolosa", dal momento che cinque chirurghi
su otto subiscono nella loro vita professionale almeno un
procedimento
giudiziario. Per questo, molti decidono di andare a operare all’estero dove
le
tutele e le
garanzie sono maggiori. Inoltre, con il
blocco
delle assunzioni, più di 7 mila chirurghi andati in pensione non sono stati
rimpiazzati spiegano dall’
Acoi, l’Associazione dei chirurghi
ospedalieri. L’Anaao Assomed lancia una previsione da qui a 10 anni: 47.248
medici dipendenti e 21.700 medici di base se ne andranno in pensione ma nessuno
sembra porsi il problema di come potranno essere rimpiazzati. «Almeno un terzo
dei residenti nella penisola non potrà avvalersi tra 10 anni del
medico di
famiglia.
Stima dei laureati attesi, delle domande per il concorso di
specializzazione e imbuto formativo.
Tutto questo mentre i nostri medici migliori lasciano
l’Italia», allargano le braccia dal sindacato. Secondo la
Fimmg, la
Federazione italiana dei medici di medicina generale, i dati potrebbero esser
anche peggiori: entro il 2028 verranno a mancare 33.392 medici di famiglia.
Sicilia, Lombardia, Campania e Lazio sono le regioni che registreranno, sia nel
breve sia nel lungo periodo, le maggiori sofferenze.
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IL RICAMBIO GENERAZIONALE È RALLENTATO
Il
blocco del turnover, introdotto in Italia con la
legge 296 del 2006, rappresenta un ulteriore elemento che sta incidendo
pesantemente sulle dinamiche di
sostenibilità del nostro
sistema
sanitario, a differenza di altri Paesi europei dove invece si è pensato già
da anni ad arrivare preparati a eventuali
carenze di organico. Il
ricambio generazionale poi è fortemente rallentato: nel 2017, secondi i dati
dell’
Oecd, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico,
l’età media dei medici ospedalieri è stata superiore a 54 anni, la più alta nel
panorama europeo e la seconda al mondo dopo Israele.
SERVONO MAGGIORI FINANZIAMENTI PER LE ASSUNZIONI
In futuro mediamente si laureeranno oltre 10 mila medici
ogni anno, ma il numero di
contratti di formazione post lauream, che
solo nel 2018 è arrivato a circa 7 mila, è da tempo insufficiente. La
Legge
di Bilancio per il 2019 prevede la partecipazione degli specializzandi
dell’ultimo anno a
concorsi per dirigenti medici del Sistema sanitario
nazionale. L’incremento previsto è di circa 900 unità. Iniziativa, secondo
molte associazioni mediche, condivisibile, ma ancora insufficiente. Non basta
«sbloccare il turnover, ma incrementare anche il finanziamento per le
assunzioni e attivare i diversi miliardi di risparmi effettuati dalle Regioni
nell’ultimo decennio», dicono ancora dall’Anaao. E per quanto attiene la
formazione dopo la laurea, si chiede di incrementare ad almeno 9 mila i
contratti annuali, ma anche di avviare una
riforma globale, «passando a
un contratto di formazione/lavoro da svolgere fin dal primo anno in una rete di
ospedali di insegnamento in modo da mettere a disposizione degli specializzandi
l’immensa casistica e il patrimonio culturale e professionale del Ssn».