mercoledì 25 ottobre 2017

"Mi ricordo un ebreo olandese che domandava irato: "Dov'è mia moglie"? Dove sono i miei bambini"?




Sono stanco di leggere negazioni di fatti avvenuti e certificati, sono stanco di leggere violenze contro diversi, di bullismo contro coetanei la cui sola colpa è quella di volere vivere una vita senza odio e prevaricazioni, sono stanco di vedere ridicolizzata la storia da gente che non l’ha mai studiata né a scuola né a casa. Se identificare il fascismo significa chiamare in causa i soggetti storici del secolo scorso, adesso bisogna fare i conti con ben altro, magari banalizzato e giustificato in nome del progresso economico, di quello intellettuale ormai non c’è più traccia. L’odio viene insegnato nelle strade, negli stadi di calcio, nelle tribune politiche, nella vita sociale quotidiana. Mi chiedo che significato può avere per un ragazzo tenuto all’oscuro di tutto per ignoranza, paura, accondiscendenza, le “annuali celebrazioni alla memoria” se queste non sono adeguatamente accompagnate da un’educazione che dovrebbe nascere in primis nelle famiglie e che invece viene lasciata al caso. Le indignazioni, sicuramente giuste, ci mancherebbe se non lo fossero, lasciano il tempo che trovano e servono solo a tranquillizzare le coscienze di chi crede di avere la storia e la ragione dalla sua parte per diritto acquisito. La realtà ci dimostra l’esatto contrario e tutto questo è molto triste soprattutto perché la negazione stessa cancella il diritto di vivere di un popolo, quello ebraico che ogni volta è costretto a dimostrare che sei milioni di persone sono realmente state cancellate da uno psicopatico osannato e celebrato da folle oceaniche ma forse è di questo che una parte, spero solo una parte, della società italiana ha nostalgia: “Pancia piena e cervello vuoto”.

Francesco checcuswriter Danieletto











Queste pagine sono tratte dal racconto “Intrigo internazionale”

Inserito nel libro “Le ragioni della follia”, da me edito nel 2012.

Ritengo possano essere un valido contributo alla discussione su quanto sta accadendo in questi giorni.









…Giunte a Cracovia ci sistemammo in albergo e organizzammo la visita ad Auschwitz-Birkenau per il giorno successivo.                                                                                                                                                         "Oswiecim fu scelta dai tedeschi nel 1940 e vi fu costruito un campo di concentramento denominato A1 potenziato poi nel 1941 con la costruzione del campo di Birkenau A2. Verso questo e altri campi, Adolf Eichmann e i suoi subordinati organizzarono il trasporto di ebrei, slavi, zingari, prigionieri politici e omosessuali, provenienti da ogni parte dell'Europa occupata; il capolinea erano quelle rotaie che entravano direttamente nel campo e i movimenti ferroviari meticolosamente registrati dai tedeschi fornirono agli storici, a guerra finita, numerose e dettagliate informazioni sullo sterminio.

Nei primi giorni del 1945 fu abbandonato dai nazisti sotto l'incalzare delle truppe sovietiche che vi entrarono duesettimane dopo trovando7600superstiti.      

La guida continuava monotona nell'esporre i fatti storici avvenuti in quei luoghi di orrore, mi fermai a lungo a guardare quelle file di baracche, era un campo immenso; raggiunsi Maria che si era allontanata dal gruppo, stavamo guardando i forni crematori quando una voce alle nostre spalle disse:     

"Lì dentro venivano trasformati in polvere, ci passò anche mio nonno che con la sua vita salvò mio padre ma questa è una storia che a voi non interessa."          

"Jan sei tu? Ma cosa sono tutti questi travestimenti? Mi puoi spiegare una buona volta in che razza di storia siamo finite?"

Stava per rispondermi quando Maria si girò e scambiatolo per una guida   chiese ingenuamente:

"Mi faccia capire ma li bruciavano vivi per caso?"

"Ma no! -- sorrise -- li portavano a fare la doccia, solo che dal getto anziché acqua usciva gas nervino, il famoso Ziklon B,  poi, una volta morti, li bruciavano; di solito li dividevano all'inizio: quando arrivavano, separavano donne, vecchi e bambini che sparivano subito, gli uomini, quelli validi, venivano impiegati a Monowitz, negli impianti industriali gestiti dalle SS, poi man mano che cedevano fisicamente, entravano nelle "selezioni settimanali":  l'ultimo anno giornaliere."

Aveva spiegato la cosa con una tale naturalezza da lasciarmi stupefatta, forse perché non mi ero mai veramente resa conto dell'abisso infame che aveva segnato questo angolo di mondo, qui non si trattava di Caino e Abele ma di miserabili che usavano lo sterminio di esseri umani per creare una nuova società fondata sulla purezza della razza, dove non c'era posto per niente altro all'infuori della loro follia, ma un conto é leggerlo  sui libri, un altro é vedere di persona; lui, probabilmente, avendolo già visitato altre volte, non ci faceva più caso.

Si avvicinò una donna che salutò con un cenno Jan e ci consegnò un piccolo foglio di carta scritto a macchina, sembrava una poesia e incuriosita lo lessi:



"Mi ricordo un ebreo olandese che domandava irato:    
"Dov'è mia moglie? Dove sono i miei bambini?"

Gli ebrei delle baracche risposero:

"Guarda i camini, sono là, sono lassù".

Ma l'olandese imprecò e disse:

"Ci sono così tanti campi qui intorno,

mi avevano promesso che saremo stati insieme."

L'intero enorme crimine si reggeva sull'incredulità.

Quando arrivammo ad Auschwitz sentimmo un odore dolciastro. Ci dissero:

“A tre chilometri da qui, in quella direzione, le persone vengono gasate: non ci credemmo."



"La conosci quella donna?" Chiesi a Jan.

"L'ho vista altre volte ma non è pazza, credimi, è solo una delle tante, parente di qualche sopravvissuto, trattata con scherno da chi continua a negare la verità, a dire che qui, come in altri campi di sterminio non è successo nulla: è tutta fantasia, quasi che la “soluzione finale", la morte di sei milioni di persone, il 40% della popolazione ebraica mondiale e di almeno un altro milione di "non ariani" sia una colossale mistificazione della storia.

Quella donna è incredula, come lo erano a quel tempo tutti coloro che ne sentivano parlare, incredula che possano esserci persone che negano anche un’evidenza come questa: Auschwitz.    

Volevo riportare Maria e  Jan ai nostri problemi comuni ma non ci riuscii, le cose che mi aveva raccontato il nostro amico  erano interessanti e mi stavo rendendo conto che la nostra ignoranza sull'argomento era enorme o quantomeno superficiale e che la storia, quella vera, ci era sempre stata spiegata con grande enfasi senza entrare nel merito, poche parole per mettere a tacere la nostra curiosità, se mai ci fosse stata, e stendere un velo pietoso su questa tragedia. Forse è per questo che c'è gente che nega l'olocausto, credono impossibile che una sola persona possa aver organizzato lo sterminio  totale di un popolo, l’annientamento di un uomo: morale, umano, psichico, nei piccoli gesti quotidiani che ormai rappresentavano tutto il suo mondo dentro quelle baracche, far uscire le debolezze, la cattiveria, l'astuzia per sopravvivere, la ferocia nel difendere un pezzo di pane, fino alla morte, soluzione finale per uno scheletro ormai privo di tutto: volontà, dignità, parola, cervello, voglia di vivere; più che di lacrime e commiserazione qui c'era bisogno di pensare, di capire fino a che punto un uomo è belva e l'umanità complice, se non ci sia bisogno, piuttosto che di: "negazione di quanto avvenuto”, di illuminare la strada affinché non si ricominci daccapo, magari sotto altre insegne, nella stupida gestione quotidiana delle cose. Mai come in questo momento mi tornarono attuali nella mente le parole scritte da Primo Levi nel prologo del suo libro:



"Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case,

Voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo é un uomo,

Che lavora nel fango,

Che non conosce pace

Che lotta per mezzo pane,

Che muore per un sì o per un no,  
Considerate se questa é una donna,

Senza capelli e senza nome,

Senza più forza di ricordare,

Vuoti gli occhi e freddo il grembo,

Come una rana d'inverno.

Meditate che questo é stato:

Vi comando queste parole, scolpitele nel vostro cuore,

Stando in casa, andando per via,

Coricandovi, alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli, o vi si sfasci la casa,

la malattia vi impedisca,

I vostri nati torcano il viso da voi."

                                                         











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