Francesco Checcuswriter Danieletto ha condiviso l'albumdi Dario Rigoni.
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Dario Rigoni ha aggiunto 68 nuove foto all'album: IL DITO DI DIO.
E' difficile spiegare cosa possa fare un tornado F3 in lento moto. E' ancora buio quando arrivo e tutto pare calmo, placidamente adagiato nella bassa foschia del mattino seguente, in una pianura sospesa nel tempo. Le strade buie, le luci delle finestre spente, i balconi chiusi. Si cerca di dormire, di sopravvivere agli incubi. Spettri ancestrali che tormentano le individuali certezze. Sogni che non si fanno di solito. E' difficile intuire, alla distanza di duemila o mille metri, cosa possa fare il dito di Dio quando indica la terra e chi la vive..... ci sbatti addosso, in poche decine di metri, come se il sipario si aprisse su un macabro palcoscenico, ma a luci spente. Solo l'odore acre, di marcio, di fango dà la certezza di essere arrivati. Al levarsi delle prime luci imposto ISO e diaframmi ma con l'alba non sorgono insieme i colori. Dovrò farmene una ragione..., in questo disastro i colori saranno assenti a lungo. I primi rovinosi scheletri acquisiscono la profondità che il buoio aveva prima negato e lo spettrale scenario si rivela in tutta la sua tragicità, vestito di una omogenea tunica di fango. Cani e gatti vagano randagi, smarriti, senza riferimenti domestici, senza odori di appartenenza, alieni diffidenti. D'un tratto da una sinuosa "caresà" (stradina) di campagna, sommersa da alberi rigogliosi improvvisamente mutilati, vedo incedere con passo innaturale e veloce ( fra le macerie che hanno invaso tutto) una ragazza castana con un abito di quelli messi in fretta. Maglietta rosso carminio, gonna di un caldo color tortora. Parla al telefono con la voce strozzata dalle lacrime e tenendo china la testa d'un lato con la grazia femminile di chi aggrappa le sue speranze alla voce all'altro capo. "No vedo la casa.......nooo noooo....ghe sè solo un toco..... un piano solo….....no vedo gnisun". Sparisce anche lei come una comparsa inghiottita dalla tragedia. Silenzio poi, ancora silenzio. Ormai è l'alba, le sei di mattina. La riviera del Brenta è famosa per le sue ricche dimore patrizie che riflettono nelle acque dei placidi fiumi merletti e improbabili barocchismi. Questo resta impresso a chi le visita ma la realtà è fatta da minute e fragili dimore rurali frutto di anni di lavoro di povera gente che a vederle ti chiedi se ci abitano i sette nani. Le case di famiglia, pretese oltre ogni ragionevole motivo e vezzosamente curate fin nei minimi particolari. Una Bretagna alle porte di Venezia ferita in profondità oggi 9 luglio 2015. I vecchi lo dicono: "massa caldo, massa afa...vien el teremoto..." e invece e passato il dito di Dio. Un po come si fa quando si toglie da un vecchio mobile la polvere con la punta dell'indice. Strappando, piegando, lacerando e schiacciando tutto.
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