giovedì 30 luglio 2015
BUFALE
Dedicato a tutti .....
i bufali e le bufale .....
ignoranti
perchè razzisti.....
1) Lo Stato italiano spende 30 euro al giorno per ogni immigrato
La storia dei 30 euro che, secondo la vulgata di una certa parte politica, sarebbero dati ogni giorno agli immigrati, è falsa: lo Stato italiano non dà soldi agli immigrati ma agli enti incaricati di gestire i centri di accoglienza. La storia dei 30 euro nasce da una (volutamente?) errata interpretazione dei bandi delle prefetture per la gestione dei centri, che prevedono un tetto massimo di spesa di 35 euro a persona accolta. Si tratta di un bando, quindi per vincerlo le cooperative presentano progetti a costi ribassati, con una diretta ripercussione sulla qualità dei servizi. Agli immigrati non viene dato neanche un euro in contanti ma un buono o una carta prepagata per un valore di 2,50 euro al giorno (ma la cifra non può superare i 7,50 al giorno per nucleo familiare, quindi se si è in quattro si ricevono soldi per tre persone e basta). Inoltre viene consegnata una tessera telefonica da 15 euro all’ingresso nel centro. Nel resto dei 35 euro (se va bene) deve starci tutto: vitto, alloggio, pulizia, affitto dei locali, vestiario, ecc.
2) Lo Stato dà i soldi agli immigrati invece che alle famiglie italiane
Non è vero. Lo Stato non sposta fondi destinati alle famiglie italiane per darli agli immigrati. I fondi in questione sono stanziati in compartecipazione dell’Unione Europea, che prevede un finanziamento dei progetti di accoglienza. Se non ci fossero immigrati da accogliere non ci sarebbero quei soldi, quindi non potrebbero essere destinati ad altri fini i ogni caso.
3) Il 90% degli immigrati non ha diritto all’asilo politico
Un’altra bufala, grande quanto una casa: secondo gli ultimi dati forniti dal Ministero degli Interni (risalenti a febbraio 2015) le richieste d’asilo accolte sono il 51% del totale. Il 49% dei richiedenti asilo non ottiene lo status di rifugiato, non il 90%.
i bufali e le bufale .....
ignoranti
perchè razzisti.....
1) Lo Stato italiano spende 30 euro al giorno per ogni immigrato
La storia dei 30 euro che, secondo la vulgata di una certa parte politica, sarebbero dati ogni giorno agli immigrati, è falsa: lo Stato italiano non dà soldi agli immigrati ma agli enti incaricati di gestire i centri di accoglienza. La storia dei 30 euro nasce da una (volutamente?) errata interpretazione dei bandi delle prefetture per la gestione dei centri, che prevedono un tetto massimo di spesa di 35 euro a persona accolta. Si tratta di un bando, quindi per vincerlo le cooperative presentano progetti a costi ribassati, con una diretta ripercussione sulla qualità dei servizi. Agli immigrati non viene dato neanche un euro in contanti ma un buono o una carta prepagata per un valore di 2,50 euro al giorno (ma la cifra non può superare i 7,50 al giorno per nucleo familiare, quindi se si è in quattro si ricevono soldi per tre persone e basta). Inoltre viene consegnata una tessera telefonica da 15 euro all’ingresso nel centro. Nel resto dei 35 euro (se va bene) deve starci tutto: vitto, alloggio, pulizia, affitto dei locali, vestiario, ecc.
2) Lo Stato dà i soldi agli immigrati invece che alle famiglie italiane
Non è vero. Lo Stato non sposta fondi destinati alle famiglie italiane per darli agli immigrati. I fondi in questione sono stanziati in compartecipazione dell’Unione Europea, che prevede un finanziamento dei progetti di accoglienza. Se non ci fossero immigrati da accogliere non ci sarebbero quei soldi, quindi non potrebbero essere destinati ad altri fini i ogni caso.
3) Il 90% degli immigrati non ha diritto all’asilo politico
Un’altra bufala, grande quanto una casa: secondo gli ultimi dati forniti dal Ministero degli Interni (risalenti a febbraio 2015) le richieste d’asilo accolte sono il 51% del totale. Il 49% dei richiedenti asilo non ottiene lo status di rifugiato, non il 90%.
mercoledì 29 luglio 2015
tornado
..
'(Arv)
Venezia 28 lug. 2015 - “Zaia manipola i fatti per crearsi un alibi
perfetto: quella che lui spaccia per ‘barca di soldi’ che il governo
stanzierebbe ‘per coprire un buco’ della Regione Sicilia, altro non è
che una partita di giro. Siamo di fronte ad una falsità, creata ad arte
per giustifi…
www.consiglioveneto.it
comunicati stampa
Tornado Riviera del Brenta e soldi alla Sicilia. Moretti (PD): Zaia manipola i fatti per crearsi un alibi
(Arv) Venezia 28 lug. 2015 - “Zaia manipola i fatti per crearsi un alibi perfetto: quella che lui spaccia per ‘barca di soldi’ che
il governo stanzierebbe ‘per coprire un buco’ della Regione Sicilia,
altro non è che una partita di giro. Siamo di fronte ad una falsità,
creata ad arte per giustificare l’introduzione di una tassa di scopo”. L’attacco al presidente della Giunta veneta è della capogruppo del PD in Consiglio regionale, Alessandra Moretti.
Il riferimento è alle dichiarazioni del presidente della Regione Veneto
che ieri aveva puntato l’indice contro i “500 milioni alla Sicilia per
tappare il vergognoso profondo rosso della regione, contro due miseri
milioni, senza alcuna garanzia di poterne avere altri, per il tornado che ha devastato la Riviera del Brenta”.
“La
verità è un’altra”, precisa la capogruppo Pd in Consiglio, “ovvero che
la Regione Sicilia attende di ricevere una somma di entrate di sua
competenza, derivanti da contributi di aziende che hanno sede in
Sicilia, ma che hanno pagato i contributi stessi in altre regioni. Il
governo procede di fatto con una partita di giro e non c’è alcuna
copertura di buchi come vuole far credere Zaia”.
“Sostanzialmente
Zaia, con una mossa furbesca, vuole crearsi la giustificazione per
mettere la tassa di scopo sulle calamità. Se ha deciso di introdurla, se
la ritiene necessaria, la spieghi senza coprirsi dietro questo falso
paravento e senza scaricare ogni colpa su un Governo che peraltro ha già
stanziato 10 milioni di euro, di cui 2 secondo
la quantificazione della Protezione Civile. Non solo siamo alla prima
tranche - conclude Moretti - ma sono sicura che a breve il Governo
fisserà un incontro con il presidente Zaia, dal quale auspico maggiore
obiettività e non questo atteggiamento perennemente conflittuale, anche a
discapito della verità dei fatti”.
/840 |
comunicati stampa
Tornado Riviera del Brenta e soldi alla Sicilia. Moretti (PD): Zaia manipola i fatti per crearsi un alibi
(Arv) Venezia 28 lug. 2015 - “Zaia manipola i fatti per crearsi un alibi perfetto: quella che lui spaccia per ‘barca di soldi’ che
il governo stanzierebbe ‘per coprire un buco’ della Regione Sicilia,
altro non è che una partita di giro. Siamo di fronte ad una falsità,
creata ad arte per giustificare l’introduzione di una tassa di scopo”. L’attacco al presidente della Giunta veneta è della capogruppo del PD in Consiglio regionale, Alessandra Moretti.
Il riferimento è alle dichiarazioni del presidente della Regione Veneto
che ieri aveva puntato l’indice contro i “500 milioni alla Sicilia per
tappare il vergognoso profondo rosso della regione, contro due miseri
milioni, senza alcuna garanzia di poterne avere altri, per il tornado che ha devastato la Riviera del Brenta”.
“La
verità è un’altra”, precisa la capogruppo Pd in Consiglio, “ovvero che
la Regione Sicilia attende di ricevere una somma di entrate di sua
competenza, derivanti da contributi di aziende che hanno sede in
Sicilia, ma che hanno pagato i contributi stessi in altre regioni. Il
governo procede di fatto con una partita di giro e non c’è alcuna
copertura di buchi come vuole far credere Zaia”.
“Sostanzialmente
Zaia, con una mossa furbesca, vuole crearsi la giustificazione per
mettere la tassa di scopo sulle calamità. Se ha deciso di introdurla, se
la ritiene necessaria, la spieghi senza coprirsi dietro questo falso
paravento e senza scaricare ogni colpa su un Governo che peraltro ha già
stanziato 10 milioni di euro, di cui 2 secondo
la quantificazione della Protezione Civile. Non solo siamo alla prima
tranche - conclude Moretti - ma sono sicura che a breve il Governo
fisserà un incontro con il presidente Zaia, dal quale auspico maggiore
obiettività e non questo atteggiamento perennemente conflittuale, anche a
discapito della verità dei fatti”.
/840 |
martedì 28 luglio 2015
sabato 25 luglio 2015
Siamo convinti che la nostra vita sarà migliore quando saremo sposati, quando avremo un primo figlio o un secondo.
Poi ci sentiamo frustrati perché i nostri figli sono troppo piccoli per questo o quello, e pensiamo che le cose andranno meglio quando saranno cresciuti.
In seguito siamo esasperati per il loro comportamento da adolescenti.
Siamo convinti che saremo più felici quando avranno superato questa età.
Pensiamo di sentirci meglio quando il nostro partner avrà risolto i suoi problemi, quando cambieremo l'auto, quando faremo delle vacanze meravigliose, quando non saremo più costretti a lavorare.
Ma se non conduciamo una vita piena e felice ora, quando lo faremo?
Dovrete sempre affrontare delle difficoltà di qualsiasi genere.
Tanto vale accettare questa realtà e decidere di essere felici, qualunque cosa accada.
Una delle mie citazioni preferite ha per autore Alfred Souza: "Per tanto tempo ho avuto la sensazione che la vita sarebbe presto cominciata, la vera vita! Ma c'erano sempre ostacoli da superare strada facendo, qualcosa di irrisolto, un affare che richiedeva ancora del tempo, dei debiti che non erano stati ancora regolati, in seguito la vita sarebbe cominciata. Finalmente ho capito che questi ostacoli erano la mia vita."
Questo modo di percepire le cose mi ha aiutato a capire che non c'è un mezzo per essere felici, ma che la felicità è il mezzo.
Di conseguenza, gustate ogni istante della vostra vita, e gustatelo ancora di più perché lo potete dividere con una persona cara, una persona molto cara per passare insieme dei momenti preziosi della vita, e ricordatevi che il tempo non aspetta nessuno.
E allora smettete di pensare di finire la scuola, di tornare a scuola, di perdere 5 kg, di prendere 5 kg, di avere dei figli, di vederli andare via di casa.
Smettete di aspettare di cominciare a lavorare, di andare in pensione, di sposarvi, di divorziare. Smettete di aspettare il venerdì sera, la domenica mattina, di avere una nuova macchina o una casa nuova.
Smettete di aspettare la primavera, l'estate, l'autunno o l'inverno.
Smettete di aspettare di lasciare questa vita, di rinascere nuovamente, e decidete che non c'è momento migliore x essere felici che il momento presente.
La felicità e le gioie della vita non sono delle mete, ma un viaggio.
Lavorate come se non aveste bisogno di soldi.
Amate come se non doveste mai soffrire.
Ballate come se nessuno vi guardasse.
Poi ci sentiamo frustrati perché i nostri figli sono troppo piccoli per questo o quello, e pensiamo che le cose andranno meglio quando saranno cresciuti.
In seguito siamo esasperati per il loro comportamento da adolescenti.
Siamo convinti che saremo più felici quando avranno superato questa età.
Pensiamo di sentirci meglio quando il nostro partner avrà risolto i suoi problemi, quando cambieremo l'auto, quando faremo delle vacanze meravigliose, quando non saremo più costretti a lavorare.
Ma se non conduciamo una vita piena e felice ora, quando lo faremo?
Dovrete sempre affrontare delle difficoltà di qualsiasi genere.
Tanto vale accettare questa realtà e decidere di essere felici, qualunque cosa accada.
Una delle mie citazioni preferite ha per autore Alfred Souza: "Per tanto tempo ho avuto la sensazione che la vita sarebbe presto cominciata, la vera vita! Ma c'erano sempre ostacoli da superare strada facendo, qualcosa di irrisolto, un affare che richiedeva ancora del tempo, dei debiti che non erano stati ancora regolati, in seguito la vita sarebbe cominciata. Finalmente ho capito che questi ostacoli erano la mia vita."
Questo modo di percepire le cose mi ha aiutato a capire che non c'è un mezzo per essere felici, ma che la felicità è il mezzo.
Di conseguenza, gustate ogni istante della vostra vita, e gustatelo ancora di più perché lo potete dividere con una persona cara, una persona molto cara per passare insieme dei momenti preziosi della vita, e ricordatevi che il tempo non aspetta nessuno.
E allora smettete di pensare di finire la scuola, di tornare a scuola, di perdere 5 kg, di prendere 5 kg, di avere dei figli, di vederli andare via di casa.
Smettete di aspettare di cominciare a lavorare, di andare in pensione, di sposarvi, di divorziare. Smettete di aspettare il venerdì sera, la domenica mattina, di avere una nuova macchina o una casa nuova.
Smettete di aspettare la primavera, l'estate, l'autunno o l'inverno.
Smettete di aspettare di lasciare questa vita, di rinascere nuovamente, e decidete che non c'è momento migliore x essere felici che il momento presente.
La felicità e le gioie della vita non sono delle mete, ma un viaggio.
Lavorate come se non aveste bisogno di soldi.
Amate come se non doveste mai soffrire.
Ballate come se nessuno vi guardasse.
Coricate sulla sabbia...
"Coricate sulla sabbia come armento pensoso
volgono gli occhi verso l'orizzonte marino e i piedi che si cercano, le mani ravvicinate hanno dolci
languori e brividi amari.
Le une, cuori innamorati di lunghe confidenze, nel
folto dei boschetti sussurranti di ruscelli, vanno riandando l'amore delle timide infanzie e incidendo il
legno verde dei giovani arbusti;
altre, camminano lente e gravi come suore
attraverso le rocce piene di apparizioni, dove
Sant'Antonio vide sorgere, come lava, i seni nudi e
purpurei delle sue tentazioni;
e ve n'è che ai bagliori di resine stillanti, nel muto
cavo di vecchi antri pagani, ti chiamano in soccorso
delle loro febbri urlanti, o Bacco, che sai assopire gli
antichi rimorsi.
Altre, il cui petto ama gli scapolari e nascondono il
frustino entro le lunghe vesti, mischiano, nelle notti
solitarie e nei boschi scuri, la schiuma del piacere e
le lagrime degli strazi.
O vergini, o demòni, mostri, martiri,
grandi spiriti spregiatori della realtà,
assetate d'infinito, devote o baccanti,
piene ora di gridi ora di pianti,
o voi, che la mia anima ha inseguito nel vostro inferno,
sorelle, tanto più vi amo quanto più vi compiango
per i vostri cupi dolori, per le vostre seti mai saziate,
per le urne d'amore di cui traboccano i vostri cuori!"
(Charles Baudelaire "Donne dannate")
'naNotte, Riandanti. -Murpho
volgono gli occhi verso l'orizzonte marino e i piedi che si cercano, le mani ravvicinate hanno dolci
languori e brividi amari.
Le une, cuori innamorati di lunghe confidenze, nel
folto dei boschetti sussurranti di ruscelli, vanno riandando l'amore delle timide infanzie e incidendo il
legno verde dei giovani arbusti;
altre, camminano lente e gravi come suore
attraverso le rocce piene di apparizioni, dove
Sant'Antonio vide sorgere, come lava, i seni nudi e
purpurei delle sue tentazioni;
e ve n'è che ai bagliori di resine stillanti, nel muto
cavo di vecchi antri pagani, ti chiamano in soccorso
delle loro febbri urlanti, o Bacco, che sai assopire gli
antichi rimorsi.
Altre, il cui petto ama gli scapolari e nascondono il
frustino entro le lunghe vesti, mischiano, nelle notti
solitarie e nei boschi scuri, la schiuma del piacere e
le lagrime degli strazi.
O vergini, o demòni, mostri, martiri,
grandi spiriti spregiatori della realtà,
assetate d'infinito, devote o baccanti,
piene ora di gridi ora di pianti,
o voi, che la mia anima ha inseguito nel vostro inferno,
sorelle, tanto più vi amo quanto più vi compiango
per i vostri cupi dolori, per le vostre seti mai saziate,
per le urne d'amore di cui traboccano i vostri cuori!"
(Charles Baudelaire "Donne dannate")
'naNotte, Riandanti. -Murpho
venerdì 24 luglio 2015
martedì 21 luglio 2015
Von Trotta
La Germania che lei vorrebbe.....farebbe l'Europa che io vorrei....
di Maria Pia Fusco - 19 luglio 2015 ROMA . «Dopo certe dichiarazioni di Schaeuble un’amica mi ha detto “mi vergogno di essere tedesca” e sono tanti...
NUOVATLANTIDE.ORG
lunedì 20 luglio 2015
venerdì 17 luglio 2015
Comprendo la protesta ma condanno.la violenza e la sgangherata regia di Alfano.Guerra tra poveri e nazionalismo fascioleghista
C'è un limite a tutto e il.regista della sgangherata accoglienza ,il ministro Alfano ,farebbe bene a prenderne atto.e a trovare.i giusti.e necessari rimedi prestissimo .Ciò che è successo a Quinto di Treviso e l'incendio,anche quello vero,appiccato.e sollecitato dalle.menzogne e dalle dichiarazioni pubbliche da parte di chi dovrebbe avere il.senso della responsabilità, dico soprattutto Zaia, è inammissibile.Capisco.ma non.giustifico.la protesta dei cittadini; l'avere dato.,poi,copertura alla "caccia al nero,"
alla violenza contro.i cooperanti, all'incendio delle masserizie,o allo .scagliarsi dei "patrioti "di Forza.nuova contro.la distribuzione del.pane ,è tragica violenza che va colpita e sanzionata perché i reati ci sono tutti.:/saccheggio ,lesioni aggravate,devastazione,incendio
doloso.Ministro e Prefetto.non.debbono.arretrare di fronte a tanto ;,è in.gioco la gestione dell'ordine pubblico, spesso. fuori controllo .Chi governa deve avere le palle,come ha giustamente detto Cacciari. Ma la cattiva gestione di questo problema deve trovare le giuste soluzioni.
Questa è una emergenza nazionale e Zaia deve finirla di parlare di."invasioni e di.africaniz zazione."pronto.a saltare.addosso alle proteste.per qualche voto.
Non può continuare ad imbrogliare le carte e i.cittadini dimenticando che il.Dublino 2 che stabilisce il.principio.della accoglienza nello.Stato competente per la domanda di asilo ,fu firmato nel.2003 sotto il.governo Berlusconi con Castelli.alla Giustizia,Maroni.al.lavoro e alle politiche sociali.Ed ora non.mi.si venga a dire che nel
2013 il
Dublino.3 fu firmato.dal.governo.Letta perché le cose non.cambiano;.il.principio.è sempre quello.Basta raccontare balle alla gente.Se la lega e.m5s ora alleati.hanno.proposte e soluzioni.migliori.e non.le solite demagogie le facciano.Il messaggio che Zaia e Salvini continuano.a lanciare è devastante.Si ricordino.che il.passo dalla rabbia alla violenza ,come dimostra.il "bottino.di guerra " dei fascisti di Forza nuova attuato.a Quinto,è. cortissimo...
C'è un limite a tutto e il.regista della sgangherata accoglienza ,il ministro Alfano ,farebbe bene a prenderne atto.e a trovare.i giusti.e necessari rimedi prestissimo .Ciò che è successo a Quinto di Treviso e l'incendio,anche quello vero,appiccato.e sollecitato dalle.menzogne e dalle dichiarazioni pubbliche da parte di chi dovrebbe avere il.senso della responsabilità, dico soprattutto Zaia, è inammissibile.Capisco.ma non.giustifico.la protesta dei cittadini; l'avere dato.,poi,copertura alla "caccia al nero,"
alla violenza contro.i cooperanti, all'incendio delle masserizie,o allo .scagliarsi dei "patrioti "di Forza.nuova contro.la distribuzione del.pane ,è tragica violenza che va colpita e sanzionata perché i reati ci sono tutti.:/saccheggio ,lesioni aggravate,devastazione,incendio
doloso.Ministro e Prefetto.non.debbono.arretrare di fronte a tanto ;,è in.gioco la gestione dell'ordine pubblico, spesso. fuori controllo .Chi governa deve avere le palle,come ha giustamente detto Cacciari. Ma la cattiva gestione di questo problema deve trovare le giuste soluzioni.
Questa è una emergenza nazionale e Zaia deve finirla di parlare di."invasioni e di.africaniz zazione."pronto.a saltare.addosso alle proteste.per qualche voto.
Non può continuare ad imbrogliare le carte e i.cittadini dimenticando che il.Dublino 2 che stabilisce il.principio.della accoglienza nello.Stato competente per la domanda di asilo ,fu firmato nel.2003 sotto il.governo Berlusconi con Castelli.alla Giustizia,Maroni.al.lavoro e alle politiche sociali.Ed ora non.mi.si venga a dire che nel
2013 il
Dublino.3 fu firmato.dal.governo.Letta perché le cose non.cambiano;.il.principio.è sempre quello.Basta raccontare balle alla gente.Se la lega e.m5s ora alleati.hanno.proposte e soluzioni.migliori.e non.le solite demagogie le facciano.Il messaggio che Zaia e Salvini continuano.a lanciare è devastante.Si ricordino.che il.passo dalla rabbia alla violenza ,come dimostra.il "bottino.di guerra " dei fascisti di Forza nuova attuato.a Quinto,è. cortissimo...
giovedì 16 luglio 2015
mercoledì 15 luglio 2015
martedì 14 luglio 2015
Stefano Ceolin
Con la speranza che interessi qualcuno.
Dopo due giorni passati in una viuzza di Sanbruson dove mai ero stato in vita mia a cercare di dare una mano, dopo essermi confrontato con tanti volontari impegnati in altre zone, mi sento di dirmi molto dispiaciuto e preoccupato. Per varie ragioni. Detto che chi c'è è semplicemente fantastico, il problema è il chi non c'è. E non capisco molte situazioni. Forse non han aiutato i mass-media nazionali che non han minimamente messo in risalto la realtà della situazione. Probabilmente le righe giornalistiche ed i minuti di servizio van di pari passo con la conta dei morti. La protezione civile è impreparata a coordinare. Infatti non coordina. In due giorni dov'ero io ho visto solo oggi il passaggio di un furgoncino per la consegna di acqua in bottiglia. Troppo poco. Per il resto la trovi, anziché sui campi di battaglia, ai varchi delle zone colpite a selezionare gli ingressi con criteri incomprensibili. Se chiedi loro (io l'ho fatto) chi coordina, ti rispondon che spetta ai vigili. Ma i vigili non si vedono. Quindi non coordinano un bel niente, soprattutto se un manipolo di volontari deve decidere se avventurarsi a tirar via le macerie che riempiono totalmente lo spazio che separa i muri pericolanti di due case confinanti e mezze diroccate... Si. Ci sarebbero i numeri di emergenza attivati dai Comuni colpiti. Ma dopo aver chiesto più volte, avendo chiamato, se avrebbero mandato qualche mezzo acm o veritas a portar via i detriti già raccolti (e differenziati) e accumulati ai bordi delle strade, già oggi, nel pomeriggio, se qualche ingenuo proponeva di chiamare a tale scopo, partivano i cori del "tanto non viene nessuno". Carabinieri: una pattuglia che va su e giù. In auto. Contro gli sciacalli. Quindi fuori gioco pure loro. Il tutto è sconfortante. Davvero. Perché qui la natura s'è portata via di tutto. E non c'è energia elettrica. Ne gas. E anche volendoti ingegnare... è dura. Sembra che un teatro di guerra sia talmente irreale qui che in sostanza si stia sottovalutando la drammaticità della situazione. Troppo pochi morti, forse? Eppure, credeteci: è stato un caso. Basti pensare alla sorte della famiglia della casa che si trova giusto sul lato opposto della strada dove ho lavorato io. Si son nascosti in bagno. È crollato il pavimento di cucina e salotto ed è venuto via come carta fina il muro perimetrale delle camere da letto. Il bagno? Intatto. In mezzo al nulla. Che dire? Culo! Per non parlare della fortuna di chi, in casa, non è stato colpito a morte da detriti impazziti che han fatto buchi come palloni da calcio sulle tapparelle... un caso! Ed io mi chiedo: ma dov'è l'esercito? Il genio? Qui non bastan le mani di pochi gruppi di volontari. E servon mezzi. Ruspe, carri. E tecnici.
Infine mi domando come sia possibile che la maggior parte delle persone che vivono a così pochi km di distanza non siano qui. Ad aiutare. Non lo posso capire. Vorrei vivere in un mondo dove esser qui fosse ovvio. Uno sforzo. Ma uno sforzo ovviamente da fare. Spero solo che nelle prossime ore non si concretizzano progetti, quelli si di sciaccallaggio, di chi in queste ore, anziché esser qui a dare una mano, rimane a casuccia o si trova in "seduccia" per organizzare l'aperitivo o la cenetta ipocrita di raccolta fondi (tre inutili lirette, ancor più svalutate dall'animo di chi arriva a proporselo) sotto l'egida del partituccio cui appartengono. Sarebbe insopportabile ancora di più. Soorattutto pensando che dovrebbero costituire le nuove leve, le nuove generazioni della classe dirigente. Come dire... allo scollamento dalla realtà non c'è limite che si possa raggiungere.
Con la speranza che interessi qualcuno.
Dopo due giorni passati in una viuzza di Sanbruson dove mai ero stato in vita mia a cercare di dare una mano, dopo essermi confrontato con tanti volontari impegnati in altre zone, mi sento di dirmi molto dispiaciuto e preoccupato. Per varie ragioni. Detto che chi c'è è semplicemente fantastico, il problema è il chi non c'è. E non capisco molte situazioni. Forse non han aiutato i mass-media nazionali che non han minimamente messo in risalto la realtà della situazione. Probabilmente le righe giornalistiche ed i minuti di servizio van di pari passo con la conta dei morti. La protezione civile è impreparata a coordinare. Infatti non coordina. In due giorni dov'ero io ho visto solo oggi il passaggio di un furgoncino per la consegna di acqua in bottiglia. Troppo poco. Per il resto la trovi, anziché sui campi di battaglia, ai varchi delle zone colpite a selezionare gli ingressi con criteri incomprensibili. Se chiedi loro (io l'ho fatto) chi coordina, ti rispondon che spetta ai vigili. Ma i vigili non si vedono. Quindi non coordinano un bel niente, soprattutto se un manipolo di volontari deve decidere se avventurarsi a tirar via le macerie che riempiono totalmente lo spazio che separa i muri pericolanti di due case confinanti e mezze diroccate... Si. Ci sarebbero i numeri di emergenza attivati dai Comuni colpiti. Ma dopo aver chiesto più volte, avendo chiamato, se avrebbero mandato qualche mezzo acm o veritas a portar via i detriti già raccolti (e differenziati) e accumulati ai bordi delle strade, già oggi, nel pomeriggio, se qualche ingenuo proponeva di chiamare a tale scopo, partivano i cori del "tanto non viene nessuno". Carabinieri: una pattuglia che va su e giù. In auto. Contro gli sciacalli. Quindi fuori gioco pure loro. Il tutto è sconfortante. Davvero. Perché qui la natura s'è portata via di tutto. E non c'è energia elettrica. Ne gas. E anche volendoti ingegnare... è dura. Sembra che un teatro di guerra sia talmente irreale qui che in sostanza si stia sottovalutando la drammaticità della situazione. Troppo pochi morti, forse? Eppure, credeteci: è stato un caso. Basti pensare alla sorte della famiglia della casa che si trova giusto sul lato opposto della strada dove ho lavorato io. Si son nascosti in bagno. È crollato il pavimento di cucina e salotto ed è venuto via come carta fina il muro perimetrale delle camere da letto. Il bagno? Intatto. In mezzo al nulla. Che dire? Culo! Per non parlare della fortuna di chi, in casa, non è stato colpito a morte da detriti impazziti che han fatto buchi come palloni da calcio sulle tapparelle... un caso! Ed io mi chiedo: ma dov'è l'esercito? Il genio? Qui non bastan le mani di pochi gruppi di volontari. E servon mezzi. Ruspe, carri. E tecnici.
Infine mi domando come sia possibile che la maggior parte delle persone che vivono a così pochi km di distanza non siano qui. Ad aiutare. Non lo posso capire. Vorrei vivere in un mondo dove esser qui fosse ovvio. Uno sforzo. Ma uno sforzo ovviamente da fare. Spero solo che nelle prossime ore non si concretizzano progetti, quelli si di sciaccallaggio, di chi in queste ore, anziché esser qui a dare una mano, rimane a casuccia o si trova in "seduccia" per organizzare l'aperitivo o la cenetta ipocrita di raccolta fondi (tre inutili lirette, ancor più svalutate dall'animo di chi arriva a proporselo) sotto l'egida del partituccio cui appartengono. Sarebbe insopportabile ancora di più. Soorattutto pensando che dovrebbero costituire le nuove leve, le nuove generazioni della classe dirigente. Come dire... allo scollamento dalla realtà non c'è limite che si possa raggiungere.
El paron de casa
El
parón de casa, il padrone di casa, come amichevolmente viene chiamato
dai Veneziani. Dalla sua cima si può godere di una vista assolutamente
mozzafiato della...
venipedia.it
lunedì 13 luglio 2015
sabato 11 luglio 2015
Dario Rigoni
Francesco Checcuswriter Danieletto ha condiviso l'albumdi Dario Rigoni.
2 h ·
Dario Rigoni ha aggiunto 68 nuove foto all'album: IL DITO DI DIO.
E' difficile spiegare cosa possa fare un tornado F3 in lento moto. E' ancora buio quando arrivo e tutto pare calmo, placidamente adagiato nella bassa foschia del mattino seguente, in una pianura sospesa nel tempo. Le strade buie, le luci delle finestre spente, i balconi chiusi. Si cerca di dormire, di sopravvivere agli incubi. Spettri ancestrali che tormentano le individuali certezze. Sogni che non si fanno di solito. E' difficile intuire, alla distanza di duemila o mille metri, cosa possa fare il dito di Dio quando indica la terra e chi la vive..... ci sbatti addosso, in poche decine di metri, come se il sipario si aprisse su un macabro palcoscenico, ma a luci spente. Solo l'odore acre, di marcio, di fango dà la certezza di essere arrivati. Al levarsi delle prime luci imposto ISO e diaframmi ma con l'alba non sorgono insieme i colori. Dovrò farmene una ragione..., in questo disastro i colori saranno assenti a lungo. I primi rovinosi scheletri acquisiscono la profondità che il buoio aveva prima negato e lo spettrale scenario si rivela in tutta la sua tragicità, vestito di una omogenea tunica di fango. Cani e gatti vagano randagi, smarriti, senza riferimenti domestici, senza odori di appartenenza, alieni diffidenti. D'un tratto da una sinuosa "caresà" (stradina) di campagna, sommersa da alberi rigogliosi improvvisamente mutilati, vedo incedere con passo innaturale e veloce ( fra le macerie che hanno invaso tutto) una ragazza castana con un abito di quelli messi in fretta. Maglietta rosso carminio, gonna di un caldo color tortora. Parla al telefono con la voce strozzata dalle lacrime e tenendo china la testa d'un lato con la grazia femminile di chi aggrappa le sue speranze alla voce all'altro capo. "No vedo la casa.......nooo noooo....ghe sè solo un toco..... un piano solo….....no vedo gnisun". Sparisce anche lei come una comparsa inghiottita dalla tragedia. Silenzio poi, ancora silenzio. Ormai è l'alba, le sei di mattina. La riviera del Brenta è famosa per le sue ricche dimore patrizie che riflettono nelle acque dei placidi fiumi merletti e improbabili barocchismi. Questo resta impresso a chi le visita ma la realtà è fatta da minute e fragili dimore rurali frutto di anni di lavoro di povera gente che a vederle ti chiedi se ci abitano i sette nani. Le case di famiglia, pretese oltre ogni ragionevole motivo e vezzosamente curate fin nei minimi particolari. Una Bretagna alle porte di Venezia ferita in profondità oggi 9 luglio 2015. I vecchi lo dicono: "massa caldo, massa afa...vien el teremoto..." e invece e passato il dito di Dio. Un po come si fa quando si toglie da un vecchio mobile la polvere con la punta dell'indice. Strappando, piegando, lacerando e schiacciando tutto.
venerdì 10 luglio 2015
giovedì 9 luglio 2015
checcusmusik: Grecia, è il taglio del debito la chiave dell'acco...
checcusmusik: Grecia, è il taglio del debito la chiave dell'acco...: Grecia, è il taglio del debito la chiave dell'accordo
checcusmusik: Tsipra, Atene, l'Ue e l'ipocrisia dei populisti
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checcusmusik: Alexis Tsipras al parlamento Ue: le falle del disc...: Alexis Tsipras al parlamento Ue: le falle del discorso
lunedì 6 luglio 2015
annachiara Piffari ho contato i miei anni
“Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da qui in avanti di quanto non ne abbia già vissuto.
Mi sento come quel bambino che ha vinto una confezione di caramelle e le prime le ha mangiate velocemente, ma quando si è accorto che ne rimanevano poche ha iniziato ad assaporarle con calma.
Mi sento come quel bambino che ha vinto una confezione di caramelle e le prime le ha mangiate velocemente, ma quando si è accorto che ne rimanevano poche ha iniziato ad assaporarle con calma.
Ormai non ho
tempo per riunioni interminabili, dove si discute di statuti, norme,
procedure e regole interne, sapendo che non si combinerà niente…
Ormai non ho tempo per sopportare persone assurde che nonostante la loro età anagrafica, non sono cresciute.
Ormai non ho tempo per trattare con la mediocrità. Non voglio esserci in riunioni dove sfilano persone gonfie di ego.
Non tollero i manipolatori e gli opportunisti. Mi danno fastidio gli invidiosi, che cercano di screditare quelli più capaci, per appropriarsi dei loro posti, talenti e risultati.
Odio, se mi capita di assistere, i difetti che genera la lotta per un incarico maestoso. Le persone non discutono di contenuti, a malapena dei titoli.
Il mio tempo è troppo scarso per discutere di titoli.
Voglio l’essenza, la mia anima ha fretta…
Senza troppe caramelle nella confezione…
Voglio vivere accanto a della gente umana, molto umana.
Che sappia sorridere dei propri errori.
Che non si gonfi di vittorie.
Che non si consideri eletta, prima ancora di esserlo.
Che non sfugga alle proprie responsabilità.
Che difenda la dignità umana e che desideri soltanto essere dalla parte della verità e l’onestà.
L’essenziale è ciò che fa sì che la vita valga la pena di essere vissuta.
Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle persone…
Gente alla quale i duri colpi della vita, hanno insegnato a crescere con sottili tocchi nell’anima.
Sì… ho fretta… di vivere con intensità, che solo la maturità mi può dare.
Pretendo di non sprecare nemmeno una caramella di quelle che mi rimangono…
Sono sicuro che saranno più squisite di quelle che ho mangiato finora.
Il mio obiettivo è arrivare alla fine soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza. Spero che anche il tuo lo sia, perché in un modo o nell’altro ci arriverai…”
MARIO ANDRADE – Poeta, romanziere, saggista e musicologo brasiliano
Ormai non ho tempo per sopportare persone assurde che nonostante la loro età anagrafica, non sono cresciute.
Ormai non ho tempo per trattare con la mediocrità. Non voglio esserci in riunioni dove sfilano persone gonfie di ego.
Non tollero i manipolatori e gli opportunisti. Mi danno fastidio gli invidiosi, che cercano di screditare quelli più capaci, per appropriarsi dei loro posti, talenti e risultati.
Odio, se mi capita di assistere, i difetti che genera la lotta per un incarico maestoso. Le persone non discutono di contenuti, a malapena dei titoli.
Il mio tempo è troppo scarso per discutere di titoli.
Voglio l’essenza, la mia anima ha fretta…
Senza troppe caramelle nella confezione…
Voglio vivere accanto a della gente umana, molto umana.
Che sappia sorridere dei propri errori.
Che non si gonfi di vittorie.
Che non si consideri eletta, prima ancora di esserlo.
Che non sfugga alle proprie responsabilità.
Che difenda la dignità umana e che desideri soltanto essere dalla parte della verità e l’onestà.
L’essenziale è ciò che fa sì che la vita valga la pena di essere vissuta.
Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle persone…
Gente alla quale i duri colpi della vita, hanno insegnato a crescere con sottili tocchi nell’anima.
Sì… ho fretta… di vivere con intensità, che solo la maturità mi può dare.
Pretendo di non sprecare nemmeno una caramella di quelle che mi rimangono…
Sono sicuro che saranno più squisite di quelle che ho mangiato finora.
Il mio obiettivo è arrivare alla fine soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza. Spero che anche il tuo lo sia, perché in un modo o nell’altro ci arriverai…”
MARIO ANDRADE – Poeta, romanziere, saggista e musicologo brasiliano
domenica 5 luglio 2015
sabato 4 luglio 2015
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