domenica 7 ottobre 2012

Estratto dal "Naso del Templare"



Estratto dal libro: “Il naso del Templare”



Movimento La Gente


"Qual è il ruolo dello storico? Possiamo realmente rappresentarci la storia come il luogo delle certezze e dei fatti avvenuti e verificabili? Come si scandiva la vita di un cavaliere templare o quella di un mastro massaro? Come si viaggiava nel Medioevo?.E, ancora, qual è l'immagine del Medioevo che emerge dai siti internet, da giornali e riviste, conferenzieri, conduttori televisivi?
IL NASO DEL TEMPLARE risponde a queste e altre domande, in un dialogo speculare e indiretto tra due storici che giocano con i paradossi e i luoghi comuni, con gli specchi falsati della contemporaneità, sempre partendo da una ricostruzione e interpretazione storica fedele ai dati documentari. Questo libro odora del sudore di contadini e di viaggiatori, risuona delle parole dei massari e delle urla guerriere dei templari, profuma di rovine e macerie e delle fraintese parole che ne fanno i contemporanei, perché il Medioevo dura ancora oggi e evidentemente qualsiasi tipo di racconto-analisi venga scritto su quei mille anni di storia, alla fine è sempre uno specchio della nostra contemporaneità."


Risposta
L’unica certezza che può dare la storia, è che non fa sconti a nessuno, si può manipolarla nel momento in cui si consuma l’atto, il fatto, la reazione o altro ma poi a distanza si riprende in mano il “pallino” e ristabilisce la giusta interpretazione data alle cose. Nel presente la storia non è una certezza, deve ancora consolidare quanto successo; nel passato, è diverso perché già si può discuterne  e conseguentemente litigare. In tal caso è essenziale la funzione degli storici e delle loro interpretazioni più o meno plausibili su quanto avvenuto. E’ ovvio che una ricostruzione basata su indagini, documentate fin nei minimi particolari, non potrà mai dare una sicurezza, ci manca il lato visivo, con il quale poter raffrontare la nostra realtà con quella del tempo in osservazione  e questo perché la tecnologia che abbiamo a disposizione distorce la possibilità di fare paragoni. Mi spiego meglio, possiamo immaginare il più realisticamente possibile, il sudore dei contadini, dei viaggiatori ma facciamo fatica a contemplarlo nella nostra mente, perché l’ambiente che stiamo esaminando ci è sconosciuto; chi mai è stato nel Medio Oriente o nella Terra Santa per poter dire: “ Sì è vero a quei tempi si viveva così”? Lo paragoniamo al nostro presente e ci sembra illogico, irrazionale, troppe cose affidate al caso, manca la sicurezza quotidiana della ruota che gira e scandisce i movimenti che facciamo senza neanche sapere  perché.  Forse, “IL NASO DEL TEMPLARE”, più che rispondere a queste e altre domande, potrebbe dirci perché passati duemila anni, situazioni sociali, storiche, politiche, sono rimaste immutate; la trasposizione dall’oriente all’occidente, non cambia l’analisi; potrebbe  vestire i panni dello storico, novello viaggiatore in Suv, anziché a dorso di cavallo e dare libera interpretazione alle urla di guerra degli eterni poveri, alla fatica dei contadini/operai, analizzare le rovine e le macerie/miserie di una società che fa un passo avanti e dieci indietro, che rinuncia a cercare un equilibrio che dia garanzia e sicurezza  al vivere civile e preferisce ridurre tutto a un clic: ”mi piace”!

checcuswriter  07-10-2012

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