mercoledì 15 febbraio 2012


Un cane corre per strada, inseguito da un ragazzo. Una lunga corda li unisce, si impiglia nelle gambe dei passanti, che brontolano...............”

                                                                       
EROS……. CHE CANE RAGAZZI


“Ma tu guarda che maleducato.”
“Tienilo più stretto quel cane.”
“Tornatene a casa.”
Era un coro di proteste che non finivano più, una vecchia addirittura per poco non cadeva per  terra; naturalmente al ragazzo, che aveva in custodia il cane, non gliene fregava niente e, all’animale, ancora meno, anzi sembrava quasi volerlo stancare, correva sempre più forte per vedere chi dei due mollava per primo la presa o se la corda si staccava e lo lasciava libero di correre nelle aiuole, di annusare le tracce odorose di una cagnetta e di lasciare le sue come richiamo per eventuali incontri: non si poteva mai sapere.
Il ragazzo, stanco, si diresse verso il parco dove finalmente si fermò a riposarsi su di una panchina, legò il guinzaglio e rimproverò il cane, che nel frattempo si era accucciato per terra, dello scompiglio creato poco prima in strada.
“lo so che vorresti andartene via per conto tuo ed avresti anche ragione ma non posso lasciarti libero, non saprei come giustificarmi con Valerio, il tuo padrone, che mi ha chiesto di portarti a spasso, giuro comunque che questa è l’ultima volta che gli faccio questo piacere.
“Senti il signorino, perchè non provi anche tu a passeggiare con qualcuno che ti tiene a guinzaglio, oppure che ti tiene bloccato quando vedi una femmina bella e abbordabile impedendoti la conquista e reprimendo i tuoi desideri?”
Peccato che non riuscissero a capirsi altrimenti se ne sarebbero viste delle belle, si guardavano male, questo sì, mentre il ragazzo diceva:
“E’ inutile che mi guardi con quegli occhi, tanto fin che sei legato alla corda da qui non scappi, si va dove voglio io.”
Aspetta, aspetta, vedrai che bello scherzo ti combino, lasciami solo l’occasione giusta.”
E l’occasione puntuale arrivò.
“Ciao Angelo, cosa fai qui con quel cane al guinzaglio?”
“Ciao Antonella, non lo vedi? Sto facendo un piacere ad un amico, lo sai benissimo che il cane non è mio:”
Era quello che Eros, il cane, stava aspettando, un momento di distrazione e via di corsa senza ascoltare le urla e i richiami di Angelo; quella corda però gli dava fastidio, era troppo lunga e gli impediva i movimenti, ma in qualche maniera riuscì a liberarsene: ci mancava che fosse quello il problema.
C’era molto traffico e andare a piedi sarebbe stato troppo pericoloso, doveva trovare il modo per arrivare in centro dove  c’erano le zone blu a traffico limitato, lì sarebbe stato al sicuro.
Vide una fermata dell’autobus, si guardò intorno e raccolse delicatamente, con la lingua, un biglietto da terra, si nascose sotto una panchina e appena ne arrivò uno si infilò dentro; con il biglietto in bocca poteva passare per un qualsiasi cane che accompagnava il padrone a far compere in piazza, piuttosto sperava di aver preso il mezzo giusto, non aveva molta dimestichezza con i numeri e con i nomi delle strade.
La fortuna, comunque, quella mattina girava dalla sua parte, riconobbe Porta Savonarola e quando scorse la mole del Duomo, si posizionò davanti alla porta d’uscita suscitando stupore e curiosità divertita nei passeggeri che fino a quel momento lo avevano ignorato, scese sputando il biglietto sul marciapiede, chissà magari poteva servire a qualcun altro.   
La piazza era piena di gente, si ricordò che era domenica e tutti erano andati a messa, doveva stare attento, intorno alla chiesa potevano esserci dei vigili e quelli non guardano in faccia nessuno, uomini o cani erano la stessa cosa per loro anzi, al posto della multa per lui ci sarebbe stato un trattamento speciale: l’accalappiacani.
S’inoltrò sotto i portici, i negozi erano chiusi, e c’era meno gente di passaggio, vide arrivare in lontananza un uomo con un doberman al guinzaglio e, con un tuffo al cuore, si rifugiò in un vicolo sperando di passare inosservato, respirò soddisfatto per lo scampato pericolo, osservando i due che si allontanavano senza averlo visto, per lui povero bastardino una discussione con quella “bestia”, anche se della stessa specie, sarebbe stata inopportuna oltre che fatale. Si fermò a guardare con occhi affamati una vetrina di prosciutti, fu attratto dall’odore pungente di una macelleria e si ricordò che aveva già saltato il pasto di mezzogiorno e stava venendo sera: che fare? Oltretutto non aveva ancora raggiunto il vero scopo della sua fuga; trovare finalmente una cagnetta con cui spassarsela allegramente, mica voleva fare orge ma insomma, l’arretrato era parecchio e la cosa stava diventando preoccupante per il suo stato pisico-fisico.
 Eccola finalmente, la vide poco distante sdraiata su uno spiazzo d’erba, una barboncina bellissima, stupenda, con il pelo tirato a lucido, roba da gran signori, si vedeva che era di tutt’altra estrazione sociale; si guardò attorno guardingo, bisognava stare attenti, potevano esserci dei pericoli nascosti, la cosa sembrava troppo semplice e perfetta anche a lui; vide solo una vecchia che teneva in mano un guinzaglio, sicuramente l’aveva appena lasciata libera di scorazzare. Partì all’attacco incurante degli strilli della donna, conscio del fatto che la barboncina era anche lei fortemente interessata. Si annusarono con soddisfazione e reciproche dimostrazioni di affetto, aveva già adocchiato un posticino tranquillo, mica voleva farlo in strada, in fin dei conti era un gentiluomo.
La vecchia depose le armi e si arrese, per fortuna, c’era il rischio che le sue urla richiamassero  l’attenzione di qualcuno; si sedette su di una panchina e molto pudicamente volse le spalle, chissà forse era appena andata a messa. Così senza entrare nel merito di particolari più o meno interessanti, un po’ il furore giovanile di Eros e della cagnetta che pur sembrando una santarellina sembrava saperci fare, passò parecchio tempo. Furono i richiami della padrona a farli uscire dal beato nirvana in cui si erano isolati:
“Vieni qui Sissi, dove ti sei cacciata? Hai finito? Sporcacciona! Vergogna! Guarda come ti sei conciata, sembri appena uscita da un bordello. E tu delinquente, da dove vieni? Sei scappato di casa vero? Chi è il tuo padrone? Sempre ammesso che tu ne abbia uno; non poteva trovarti lui una cagna più adatta a te che sei un bastardo, un incrocio di chissà quante razze, così sarebbe rimasto tutto in famiglia?”
La vecchia era furibonda e ne aveva tutte le ragioni, la barboncina era ridotta in condizioni pietose, ci avevano messo parecchio impegno tutti e due, e alla soddisfazione di Eros per il risultato conseguito c’era la felicità della cagnetta che probabilmente aspettava da tanto tempo un occasione del genere.
Fecero per ritornare a casa ma la piccola Sissi si rifiutava categoricamente di seguire la padrona che alla fine stremata si rassegnò.
“Forza seguici, per questa notte ti darò ospitalità, ma patti chiari: camere separate o non se ne  fa niente.”
“Stai fresca se pensi che basti una porta chiusa per fermarmi.”
Rimediò un ottima cena e una notte favolosa come da anni non aveva più passato, in fin dei conti non poteva lagnarsi, era stata una giornata fortunata, molto fortunata, chissà domani.

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