Finito il temporale,
osservando fiori e frutta
gocciolare d’acqua,
intravedo il mondo
attraverso una ragnatela.
La grande via lattea,
sporca di passi stanchi,
il grande carro pieno
di povere cose,
i vetri rotti di una finestra,
il gioco di bambini
dai vestiti laceri.
Poche note di un pianoforte;
suona a vuoto,
solo per se stesso.
Fu in quel momento
che sigilli reali
si staccano da porte
inchiodate,
pezzi di vetro
riprendono la loro
armonia sulle finestre,
muri anneriti ritornano
bianchi.
Appare la luna,
gioiello prezioso
messo a guardia
del cielo;
rimane a sorvegliare
quelle povere cose
per tutta la notte,
finché il gallo
sul campanile,
non canterà tre volte.
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