martedì 14 novembre 2017

L'Arlecchino bastonato

Non amo il calcio forse una volta era uno sport con la S maiuscola, adesso è diventato un pentolone di interessi e di giocatori trasformati in idoli da format televisivo che con il pallone poco hanno a che fare. Magari agli esordi qualcuno si salva, ci crede è onesto intellettualmente e sportivamente, poi tutto naufraga nella mediocrità. Il minimo sforzo per ottenere il massimo ritorno di immagine che garantisce soldi, fama e gloria che con il gioco poco hanno da spartire tranne l'italiota pedata che esalta chi si ostina a guardare partite inguardabili, per garantirsi un minimo spazio vitale nell'osteria sotto casa dove tutti per poche ore si sentono CT nazionali prodighi di consigli, insulti che finiscono in cocenti delusioni. Se dovessi fare un paragone con la nazionale di scherma para olimpica ovvero atleti privi di mani, braccia che gareggiano in sedia a rotelle, con la ferrea volontà di riuscire a sconfiggere l'handicap che li costringe a una vita in salita sotto ogni punto di vista, utilizzando lo sport come strumento di rinascita personale... che miseria guardare i volti di quei signori che in 90 minuti sono stati brutalmente riportati alla realtà; non più gloria virtuale ma lacrime amare confrontate con quelle di entusiasmo di una piccola grande atleta che alza al cielo quello che resta delle sue braccia ed esplode in una gioia incontenibile. Ricominciate da zero cari campioni dell'italica pedata un po' di sana umiltà non guasta e andate in archivio storico del calcio a rivedervi qualche partita, dove giocatori di altri tempi correvano dietro a una palla senza bisogno di mascherare o fingere di giocare solo per se stessi.
P.S. Senza offesa per nessuno mi auguro!.


Francesco checcuswriter Danieletto

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