“
Eccome, so qua nono”
(Eccomi, sono qui nonno”)
Con
questa categorica affermazione mio nipote si è presentato tra di noi comuni
mortali.
“Speravamo
tutti o quanto meno ne eravamo convinti che il 22 Settembre fosse il giorno che
avevi prescelto per il tuo arrivo. Avresti risolto il problema di ben tre
compleanni: il tuo, quello di tua mamma e quello di tua zia Giorgia. Ma hai
preferito fare a modo tuo, impertinente e dispettoso: cominciamo bene!
Sicuramente stavi meglio dov’eri, vedendo le cose dal tuo punto di vista ma
dovrai adattarti e da subito, che c’è un abisso tra l’essere da soli al sicuro
nel proprio guscio e comunicare confrontandosi con chi ti circonda.
Impresa
non facile credimi!
Inutile
dirti che la tua nascita è stata per me una grande gioia, unita al regalo che
mi ha fatto mia figlia, tua mamma.
L’essere
diventato nonno ha delle responsabilità anche se minime rispetto al ruolo di un
genitore ma voglio avere la presunzione, cosa in me rara, di poterti un giorno
trasmettere quelle poche o tante positive conoscenze che giudico degne di
essere tramandate di generazione in generazione.
Per
il momento non trovo di meglio oltre che darti il benvenuto tra noi, regalarti
una canzone, le cui parole sono state scritte da un poeta che sapeva mettere in
musica ciò che di meglio sa esprimere l’animo umano.
BENVENUTO ALESSANDRO
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