domenica 22 marzo 2015

Leggere libri di letteratura rende più intelligenti e empatici: la carta stampata ci fa entrare in sintonia con il mondo

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LIBRI
Gregory Currie, un professore di filosofia presso l'Università di Nottingham, ha recentemente sostenuto sul New York Times che non dovremmo affermare che la letteratura ci migliora come persone, perché non vi è alcuna "prova convincente che suggerisce che le persone sono moralmente o socialmente migliori leggendo Tolstoj "o altre grandi libri.
In realtà, ci sono quelli che la pensano così, come Raymond Mar, uno psicologo alla York University in Canada, e Keith Oatley, professore emerito di psicologia cognitiva presso l'Università di Toronto, che hanno dimostrato in studi pubblicati nel 2006 e nel 2009 che gli individui che spesso leggono narrativa sembrano essere maggiormente in grado di capire gli altri, entrare in empatia con loro e vedere il mondo dalla loro prospettiva. Uno studio del 2010 ha dimostrato che questo collegamento è vero anche per i bambini: i più aperti mentalmente erano quelli ai quali venivano lette delle storie.
La lettura profonda - in contrasto con la lettura spesso superficiale che facciamo sul Web - è una pratica in via di estinzione. La sua scomparsa potrebbe mettere in pericolo lo sviluppo intellettuale ed emotivo delle generazioni a venire, così come il perpetuarsi di una parte fondamentale della nostra cultura: i romanzi, le poesie e altri tipi di letteratura possono essere apprezzati solo dai lettori il cui cervello, letteralmente, è stato formato a comprendere.
Una recente ricerca ha dimostrato che la lettura profonda - lenta, coinvolgente, ricca di dettagli sensoriali e complessità emotiva e morale - è una caratteristica esperienza, di natura diversa dalla semplice decodifica di parole. L'immersione nella lettura stimola aree del cervello che gestiscono il linguaggio, l'allusione e la metafora: con la creazione di una rappresentazione mentale che attinge le stesse regioni del cervello che risulta attiva come se la scena si svolgesse nella vita reale. Le situazioni emotive e i dilemmi morali che sono il materiale della letteratura sono dunque un vigoroso esercizio per il cervello, spingendoci dentro le teste dei personaggi di fantasia e anche, studi suggeriscono, aumentando la nostra capacità di empatia nella vita reale.
Niente di tutto questo è probabile che accada quando scorriamo le pagine su Internet. Anche se noi chiamiamo l'attività con lo stesso nome, la lettura profonda del libro e quella che facciamo sul Web sono molto diverse, sia nell'esperienza che producono, sia nelle capacità che si sviluppano. La lettura on-line può essere meno coinvolgente e meno soddisfacente, anche per i "nativi digitali", per i quali essa è così familiare. Il mese scorso, ad esempio, la Gran Bretagna Nazionale Literacy Trust ha pubblicato i risultati di uno studio fatto su 34.910 giovani di età compresa tra 8 e 16. I ricercatori hanno riferito che il 39% dei bambini e ragazzi leggono quotidianamente su dispositivi elettronici, ma solo il 28% su carta stampata. Quelli che leggevano sullo schermo avevano tre volte meno probabilità di dire che amavano leggere e un terzo in meno di probabilità di avere un libro preferito. Lo studio ha anche scoperto che i giovani che leggono tutti i giorni solo sullo schermo hanno quasi due volte meno probabilità di essere buoni lettori di quelli che leggono tutti i giorni su carta stampata.

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