UCRAINA OVVERO LA VECCHIA
GALIZIA
L’attuale Ucraina è da
secoli oggetto di desiderio da parte di chi vuole controllare la parte
orientale dell’Europa, significativamente più vicina alla Russia, essendo
sempre stata considerata terra di confine. Senza tornare indietro nei secoli,
si dovrebbe partire dal 1200 e dall’impero Ottomano, oltre alla sudditanza nei
confronti dell’Impero Austro-Ungarico, fu smembrata più volte dai Tedeschi, dai
Russi e dai Polacchi. Prima della seconda guerra mondiale con il patto
Molotov-Ribbentrop, Germania e Russia si spartirono la regione che comprendeva
anche la Galizia, dividendo l’Europa orientale in due zone di influenza non
ancora ben definite ma che scomparvero con l’operazione Barbarossa, ovvero
l’invasione della Russia da parte di Hitler. Finita la guerra e con la
conferenza di Yalta ci fu una nuova spartizione della vecchia Galizia, parte
incorporata nella Polonia del dopo guerra e parte nella nuova Ucraina, ambedue
sotto l’influenza sovietica ma con una Polonia che si sentiva più occidentale e
un’Ucraina che si sentiva più filo-russa. E’ logico a questo punto pensare che
con la disgregazione dell’ex Unione Sovietica, le pulsazioni nazionaliste siano
diventate una centrifuga esplosiva da parte di chi vedeva nell’Europa un nuovo
modello di sviluppo e chi invece si sentiva russo a tutti gli effetti. La
relativamente breve storia democratica del paese ha fatto il resto, complice
anche la dissolutezza dei suoi dirigenti politici che in cambio di sconti sulle
forniture di gas e prestiti strozzini si sono legati mani e piedi a Wladimir
Putin che non nasconde a nessuno di volere ricostruire tout-court l’ex Impero
Sovietico in tutta la sua potenza. In questo contesto si inserisce la Crimea,
regione regalata da Krusciov (ucraino pure lui) nel 1954, quale ricompensa alla
dirigenza di quel paese. Per la cronaca la Crimea una volta era abitata dai
Tartari che furono trucidati e deportati da Stalin in quanto fiancheggiatori
dei nazisti nel 1941; quando ottennero il permesso di rientrare, divennero
minoranza nella loro terra ormai a maggioranza russa. Della base navale si è
già detto tutto, serve ai Russi per avere uno sbocco nel mare Mediterraneo,
attraverso il Bosforo e nell’oceano Indiano attraverso il canale di Suez; quindi
strategicamente importante da un punto di vista militare, senza contare che la
stragrande maggioranza del gas che la Russia vende agli stati europei, passa attraverso
l’Ucraina. Per tornare agli avvenimenti di questi giorni, dopo la premessa che
ho appena fatto, forse con qualche imprecisione, la mia opinione personale è
che stanno facendo le prove
generali per una nuova guerra mondiale. Nell'immediato non succede nulla perché
siamo appunto gas-dipendenti, in secondo luogo ci sono troppi interessi
miliardari europei in quella regione e questo Putin lo sa benissimo ed è la sua
forza; poi sempre Putin, perderebbe la faccia di fronte ai nazionalisti Russi
che lo sostengono anche adesso che ha problemi di economia ristagnante. Nel
momento stesso in cui si farà avanti un altro pazzo fanatico che dirà di non
tollerare ricatti e di volere controllare tutte le risorse energetiche
dell'Europa fino agli Urali, allora si scatenerà la terza guerra mondiale. Per
il momento state tranquilli, nessuno sparerà un colpo, lanceranno proclami di
indignazione, Europa, America e chi più ne ha più ne metta e lasceranno alle
rispettive popolazioni il compito di massacrarsi a vicenda con i soliti
trafficanti d'armi che già si fregano le mani contenti; non a caso le ultime
notizie parlano di Francesi, Inglesi e americani pronti al boicottaggio nei
confronti dell’Urss, mentre Germania e Italia, dopo la sdegnata protesta
verbale hanno infilato la testa nella sabbia, ovvero già stiamo messi male, noi
almeno, ovvio, ci manca che perdiamo anche quelle poche briciole che ci
lasciano mangiare, vade retro e poi chi ci capisce qualcosa in quel calderone
si arrangino, basta che dopo non arrivino anche quelli… . Purtroppo dopo la
seconda guerra mondiale hanno costituito l'ONU per evitare che si ripetessero
gli orrori visti durante il conflitto e l'hanno trasformato in un baraccone
succhia soldi, lasciando ai grandi potentati economici il compito di decidere chi ha più o meno diritto
di sfamarsi e di vivere, senza contare dei diritti civili che, a parte alcune
eccezioni, tornano buoni solo quando convengono ai fini di un personale
risultato politico. Quello che vediamo è
sotto gli occhi di tutti, una classe politica mondiale fondata sull'egoismo e
sugli interessi particolari di pochi, che sta portando il mondo intero alla
rovina, mettendo davanti a tutto il Dio denaro, senza curarsi delle
innumerevoli ferite inferte alla Terra e senza contare che chi è costretto alla
fame prima o poi si ribella ma questo è un altro discorso aspettiamo che i nodi
arrivino al pettine.
P.S
L’unica
cosa che mi conforta è che da quella regione proviene uno dei miei scrittori
preferiti: Joseph Roth, 1894- 1939, fu quello che meglio descrisse la Finis
Austriae ovvero la dissoluzione dell’Impero austro-ungarico che era riuscito a
unire popoli, lingue, religioni e tradizioni diverse. Ho letto quasi tutto di
lui ma, forse per i non addetti, il suo romanzo più conosciuto è stato ed è
ancora, quella “Leggenda del santo bevitore”, che ogni tanto trovo il desiderio
di andare a rileggermi perché ogni volta scopro qualcosa di nuovo che mi era
sfuggito.
Checcuswriter 2 Marzo 2014-03-02
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